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I libri arrivano in bici

Come reagisce una libreria al lockdown? L’esempio della trentina Arcadia: il kit di “pronto soccorso” per lettori e i librai-rider in sella a una due ruote anni Sessanta.
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Foto: Facebook

La libreria fino al 3 maggio ha lasciato chiuse le serrande al pubblico ma non si è mai fermata: Per sopravvivere a questa fase ci siamo posti il problema di come continuare ad essere presenti da librai per i nostri lettori” spiega Giorgio Gizzi, titolare della libreria Arcadia di Rovereto assieme a Monica Dori.

La libreria è stata fondata da Monica a Roma nel 1993, dopodiché quattro anni fa, lei e Giorgio, entrambi amanti della montagna, hanno deciso di trasferirsi insieme ad Arcadia a Rovereto. Fu una scelta di vita coraggiosa ma erano convinti che la città avrebbe ben accolto questa realtà indipendente e così è stato.

“Da quando siamo stati costretti a chiudere abbiamo continuato a lavorare perché era impossibile non continuare, è stata proprio una cosa di pancia”, racconta Silvia, giovane libraria di Arcadia che assieme a Marta si sono aggiunte all’anima della libreria. Monica è stata categorica, in tanti anni non ha mai interrotto il suo lavoro e nemmeno questa situazione la avrebbe fermata. Per questo i quattro librai hanno sentito l’impulso di trovare un modo per continuare ad esse presenti per i propri lettori.

L’idea dei kit di pronto soccorso per lettori rimasti senza libreria, composti sulla base dei gusti di lettura di ogni persona che li richiedeva ha avuto un gran successo, ogni giorno i librai rispondevano alle numerose e-mail e telefonate pronti a dare consigli e spedire i loro libri. Le consegne nel Comune di Rovereto arrivavano tramite i librai “mascherinati” in sella ad una bici da corsa degli anni Sessanta, che fino a poco tempo prima era appesa in vetrina. “Abbiamo sempre avuto l’idea che esattamente come il libro sia un rappresentante di un tempo un po’ slow, lento e dedicato a se stesso, lo sia anche la bicicletta come mezzo di locomozione. In una situazione come questa, quando le strade erano sgombre, la filosofia della bicicletta si sposava bene con questa idea di lentezza, di tempo da ritrovare per sé” spiega Giorgio. I librai dopo le consegne tornavano in negozio carichi di piccole ricompense offerte dai lettori, da mazzi di fiori a barrette di cioccolata, da cespi di insalata a disegni regalati dai bambini. Le dimostrazioni di affetto non sono mai mancate, perché Arcadia è diventato un vero e proprio luogo di comunità e aggregazione per gli appassionati di libri. Infatti, ogni anno la libreria organizza circa 200 presentazioni aperte al pubblico e incontri con i lettori.  Anche durante il periodo di chiusura la libreria ha trovato una soluzione per mantenere questi momenti di socialità, ad esempio, avviando delle dirette Facebook tutte le settimane con aperitivi virtuali e letture sia per i più piccoli che per gli adulti. I social network, quindi, sono stati fondamentali in questa fase, hanno permesso di far conoscere Arcadia a nuovi lettori ma anche di restare vicini a quelli che frequentavano abitualmente la libreria. “Questa situazione ha avvicinato molte persone alla lettura e ai libri di Arcadia, noi invece, abbiamo avvicinato anche tanti lettori ai social, che si sono creati profili per seguire la nostra pagina, anche persone di settantacinque anni che mai avrebbero pensato di fare questa cosa” racconta Silvia.

Ora più che mai i libri sono strumento per evadere e viaggiare con la mente e Arcadia ha continuato a lavorare proprio per rispondere a questo bisogno delle persone.