Politica | Il caso

“Mi rivolgerò alla Corte europea dei diritti dell’uomo”

Caterina Foti è stata espulsa dal sindacato della Uil nazionale. La notifica, in via ufficiosa, attraverso un sms. Ma la questione resta aperta.

“Non darò le dimissioni, se vogliono dovranno cacciarmi loro”, aveva detto la sindacalista Caterina Foti nell’ultima intervista rilasciata a salto.bz dopo essere stata allontanata dalla Uil per aver aderito al movimento di estrema destra di Casapound. Ebbene, sembra che i vertici del sindacato l’abbiano presa in parola. Stamattina (10 dicembre), infatti, l’ex esponente di Alto Adige nel cuore e neo militante nelle file dei cosiddetti fascisti del terzo millennio, ha ricevuto un sms dal segretario responsabile Uil Giovanni Pandini con il benservito. “Pandini mi ha detto che la comunicazione è arrivata da Toni Serafini, segretario generale della Uil altoatesina e membro della segreteria nazionale, durante la riunione del sindacato a Roma. Avrebbero deciso di espellermi all’unanimità”, spiega Foti che poi aggiunge: “hanno letto le mie contro-deduzioni che contenevano firme e testimonianze di persone che ho rappresentato, ma avevo chiesto anche un incontro per potermi difendere, e non ne hanno tenuto minimamente conto”. A quanto pare, ora, i delegati della Uil avrebbero intenzione di fissare un meeting con la sindacalista dopo la sua esclusione; “ridicolo, in un provvedimento disciplinare prima c’è il confronto e dopo la ‘sentenza’, non il contrario, questo è il colmo dell’anti-democrazia”.

La sindacalista promette di dare battaglia, al motto di “giustizia sia fatta”, portando la questione oltre i confini nazionali, nientemeno che alla Corte europea dei diritti dell’uomo: “l’iter di un presunto provvedimento disciplinare che è quello a cui mi hanno sottoposta non è stato corretto, per cui interverranno dei legali che prenderanno in mano la pratica. Quasi speravo in questa espulsione, così ora potrò portare il caso, che non ha precedenti nel suo genere, davanti alla CEDU”. La sindacalista sta seguendo, inoltre, una causa di un gruppo di dipendenti delle case di riposo, operatori socio-sanitari (Oss) che rischiano il posto - dal momento che i loro contratti sono a tempo determinato - e a cui dovrebbero subentrare altri lavoratori che hanno superato il concorso. “Si sono rivolti a me per fare ricorso contro una delibera provinciale, per il momento ho il piano di appoggio dell’Ugl, ma andrò comunque avanti, a prescindere da come si evolverà questa situazione, nella difesa dei diritti dei dipendenti e se non potrò farlo come sindacalista lo farò come politica”, avverte Foti che incalza: “faccio parte di un movimento che non ha padrini e padroni, e per questo scomodo a molte persone”.