Politica | Trento

Cia, addio in polemica

L’esponente di FdI si è dimesso da assessore regionale agli enti locali. L’attacco alla Svp: “Per i suoi scopi mette in difficoltà i suoi alleati, tali finché le servono”
Claudio Cia
Foto: Asp/Grigoletto

È stata un’uscita di scena dirompente quella di Claudio Cia. Ieri, 10 febbraio, sono arrivate le sue dimissioni dalla carica di assessore agli enti locali, accolte dal consiglio regionale e l’occasione è stata propizia per piazzare qualche colpo.

Contro la Svp in primis, che insieme a Patt e Südtiroler Freiheit, aveva evidenziato l’“incompatibilità” di un esponente di un partito “neofascista” con la giunta regionale, dopo il passaggio di Cia da Agire a Fratelli d’Italia. “Secondo loro - ha detto in aula il diretto interessato che ora va a rimpolpare le fila dell'opposizione - sarei io, con la mia scelta di campo, a mettere in pericolo l’Autonomia di questa terra e le sue minoranze. Per questo hanno chiesto la mia testa di assessore, ma non ce n’era bisogno, visto che già il 26 dicembre, durante la conferenza stampa dove ho motivato la mia adesione a Fratelli d’Italia, avevo chiaramente dichiarato di rimettere il mio ruolo istituzionale di assessore. Un segno di rispetto nei confronti della maggioranza che mi aveva nominato”.

E ancora: “Di certo tra i miei antenati non troveranno nazisti o fascisti; nella mia storia umana, professionale e politica non troveranno scritti o azioni che giustificano o celebrano qualsivoglia regime totalitario e tanto meno decantano azioni criminose di movimenti terroristici e compagni di lotta con le mani sporche di sangue”.

Anche a Roma l’Svp non rinuncia ad acrobazie e fantasiose alleanze, purché queste soddisfino ogni sua richiesta

E rincara la dose sulla Svp che, “per i suoi scopi, non disdegna di mettere in difficoltà i suoi alleati, che rimangono tali solo finché funzionali alla sua strategia e alle sue aspirazioni. Questo sì che non si può tacere e ‘non si può fare come se nulla fosse’. D’altronde anche a Roma l’Svp non rinuncia ad acrobazie e fantasiose alleanze, purché queste soddisfino ogni sua richiesta”.

L’esponente trentino di FdI se l’è poi presa con chi ha ridotto la Regione “a sportello bancomat”: “Sulla Regione si è consumata la politica del 'fin quando posso, prendo tutto quello che posso'. È prevalso un egoismo che ha innalzato un muro di progressiva incomunicabilità tra il Trentino e l'Alto Adige dove la Regione, da istituzione che riuniva i popoli delle due province valorizzando adeguatamente i gruppi linguistici presenti all'interno di esse, ora è vista come un problema, un ostacolo da minimizzare, per raggiungere il tanto auspicato divorzio tra la provincia di Trento e quella di Bolzano”.

La surroga di Cia è stata rinviata alla prossima seduta, sarà il presidente Arno Kompatscher ad assumere le deleghe dell’ex assessore. Il consiglio deciderà se sostituire subito Cia oppure votare la proroga dell’attuale assetto della giunta regionale fino a metà legislatura.