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Bandiera blu, Nein Danke?

10 laghi trentini sono stati segnalati tra le migliori località balneari in Italia. Nella lista dei virtuosi dei laghi altoatesini non c’è nessuna traccia.
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Foto: web

In Italia le località balneari, marine ma non solo, da anni fanno a gara per potersi fregiare del marchio Bandiera Blu, certificato dall’organizzazione non-governativa e no-profitFoundation for Environmental Education” (FEE). 
Quest’anno sono 342 le ‘spiagge’ che possono vantare questo ‘titolo’ e la notizia nei giorni scorsi è rimbalzata su tutti i media vista l’imminente bella stagione. E con un interessante corollario regionale, dato che la provincia di Trento è riuscita a piazzare nella classifica ben 10 località, facendo man bassa nella sottocategoria virtuale dedicata ai laghi
Levico e Caldonazzo hanno avuto dunque la loro bella ribalta, insieme Roncone nelle Giudicarie, Lavarone, Idro, Lago delle Piazze di Bedollo e Lago di Serrai a Baselga di Pinè. Con l’esclusione a sorpresa del Lago di Garda Trentino, ‘premiato’ invece sul versante lombardo. 

E come si piazzano i laghi balneabili altoatesini? Nel dettaglio: come si piazzano Caldaro e Monticolo, Fié, Favogna, Lago di Tret, Costalovara e Varna?
La risposta è semplice. Di questi laghi nella lista delle Bandiere Blu non vi è nessuna traccia. Mentre i laghi trentini quest’anno raddoppiano la loro presenza quelli della provincia di Bolzano restano ancorati a quota zero. Come nel 2016, nel 2015 e nel 2014. 

Per cercare i motivi di questa assenza sulla ribalta balneare italiana, clamorosa per una Provincia come quella di Bolzano che fa del turismo uno dei suoi massimi motori di sviluppo, abbiamo cercato di approfondire la questione. Andando innanzitutto a verificare il meccanismo con il quale viene stilata la lista annuale delle spiagge doc e verificando i criteri previsti per la certificazione. 
Ebbene, per quanto riguarda i criteri abbiamo potuto appurare che gli aspetti ambientali hanno un’importanza rilevante, ma non esclusiva. Alla qualità delle acque di balneazione ed alla natura preservata in ogni singola località deve essere fornita un’opportuna informazione sulla fruizione e sulle caratteristiche peculiari del luogo. Grande importanza rivestono anche gli aspetti relativi alla concreta gestione dell’ambiente, con annessi servizi e sicurezza
Si tratta di criteri decisamente impegnativi, ma non certo in grado di spaventare le località turistiche del territorio altoatesino, come sappiamo abituate per propria cultura e consuetudine ad eccellere, sotto tutti gli aspetti. 

Ancora più increduli dell’assenza dei laghi altoatesini nella classifica nazionale delle località top a questo punto ci siamo allora rivolti al Laboratorio Biologico Provinciale, dove con nostro stupore abbiamo trovato la direttrice Alberta Stenico intenta nella medesima operazione. Ovvero capire i motivi di questa inaspettata assenza. Provincia non protagonista oppure non coinvolta, abbiamo pensato.   
Decidendo quindi di contattare direttamente la sede italiana della FEE Foundation for Environmental Education - l’organizzazione internazionale non governativa e no-profit fondata nel 1981 e attiva a livello mondiale attraverso le proprie organizzazioni presenti in 73 Paesi nei cinque continenti - che concretamente stila la lista delle spiagge virtuose. 

Ed eccoci dunque al punto: con molta gentilezza il presidente italiano Claudio Mazza ci ha chiarito innanzitutto un fatto. E cioè che la partecipazione allo screening avviene su base volontaria (e completamente gratuita), rappresentando una sorta di percorso di avvicinamento al livello di qualità necessario per ottenere la certificazione. In secondo luogo il presidente Mazza ci ha detto che semplicemente le località lacustri altoatesine non si sono mai candidate per ottenere la Bandiera Blu

 

Mancanza di informazione? Mancato interesse al mercato turistico italiano? 
Vista la situazione il nostro stupore non è diminuito, ma è anzi aumentato. La scelta dei comuni altoatesini di non candidarsi per ottenere la Bandiera Blu resta dunque un mistero. Anche se in realtà la direttrice del Laboratorio Biologico provinciale ha paventato la possibilità che i Comuni altoatesini interessati possano magari aver rinunciato in partenza, a causa di alcuni criteri non pertinenti, appunto, con la cultura lacustre del mondo di lingua tedesca e nello specifico altoatesino. Come quello che impone la presenza del bagnino sulle spiagge, ponendo dei limiti alla libera balneazione

Resta il fatto che in Alto Adige non sventola Bandiera Blu. E che, forse, un po’ di turisti italiani non raggiungeranno i laghi altoatesini perché non certificati e non sufficientemente promossi (a costo zero) sulla stampa nazionale. 
Non è un peccato?

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Karel Hyperion Gio, 05/11/2017 - 17:18

Man hätte ja einmal bei den betreffenden Gemeinden bzw. Tourismusvereinen nachfragen können, warum man sich nicht beworben hat, anstatt so zu tun als wären italienische Gäste hier nicht willkommen (was sicher falsch ist). Mich würd schon interessieren, was die dazu sagen.

Gio, 05/11/2017 - 17:18 Collegamento permanente
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luigi spagnolli Gio, 05/11/2017 - 18:38

Caro Luca, non è un peccato. Il mondo è pieno di gente che fa classifiche di qualità su un po' di tutto. Premesso che se sono i Comuni a doversi candidare e non l'hanno fatto, bisognerebbe chiedere a loro il perché (magari prima di scrivere l'articolo), prova a chiederti che vantaggio ci potrebbe essere a partecipare a questa classifica. I laghi altoatesini citati, a parte Caldaro, sono frequentati quasi esclusivamente da autoctoni (a Fié è a Costalovara ci sono anche turisti, ma siamo in comprensori molto attrattivi per altre ragioni: o forse pensi che qualcuno vada in vacanza al Renon o a Siusi per il lago?!?); e comunque sono tutti sovraccaricati, Caldaro compreso. Per gli ecosistemi ospitati nei laghi è certamente meglio non incrementare il numero dei bagnanti/anno: quindi bandiere blu, grazie, anche no.

Gio, 05/11/2017 - 18:38 Collegamento permanente