Politica | La proposta

Se il fascismo dilaga

Polemiche sula proposta di legge del Pd contro la propaganda fascista e nazista. Dall’Alto Adige arriva il sostegno al ddl di Svp, Verdi e Südtiroler Freiheit.
Fascismo
Foto: upi

Tiene banco in questi giorni, sia a livello nazionale che locale, la proposta di legge - in discussione alla Camera -, a prima firma di Emanuele Fiano del Partito democratico, contro l’apologia di fascismo. Nello specifico la legge prevede pene da 6 mesi e 2 anni per chi sarà responsabile di “propaganda attiva di immagini o contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco e delle relative ideologie”, oltre che per chi richiamerà “simbologia e gestualità” dei due partiti. Non solo. Se la propaganda sarà attuata “attraverso strumenti telematici o informatici” verrà considerata un’aggravante del delitto, con un aumento di un terzo della pena

 

Il caso Chioggia e il vuoto normativo

Un esempio di una eventuale applicazione concreta della legge potrebbe essere individuato relativamente alla recente vicenda accaduta a Chioggia, dove il proprietario di uno stabilimento balneare, che ha esposto diversi motti e simboli fascisti (a seguito della denuncia di Repubblica un’ordinanza prefettizia ha ora intimato il titolare del lido, Gianni Scarpa, nostalgico del Ventennio, a rimuovere immediatamente 'ogni riferimento al fascismo' affisso tra cabine e ombrelloni), rischierebbe qualora la legge passasse, appunto, da sei mesi a due anni di carcere. Con le attuali leggi in vigore, infatti, la condanna sarebbe improbabile, “In Italia se è vietato ricostituire il partito fascista è di fatto consentita la sua apologia”, sottolinea il deputato Pd Walter Verini. L’iniziativa di Fiano punta infatti a introdurre una nuova fattispecie penale con un art. 293-bis del Codice che sanzioni quelle espressioni fasciste che non rientrano nelle normative già esistenti, ovvero le cosiddette leggi Scelba e Mancino.

 

“La legge Scelba - si legge nel testo di presentazione della proposta - colpisce a vario titolo le associazioni e i gruppi di persone volti a riorganizzare il disciolto partito fascista e in particolare la costituzione di un’associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque che persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista (…). Tuttavia, sembrano sfuggire alle maglie di queste fattispecie di reato comportamenti talvolta più semplici o estemporanei, come ad esempio può essere il cosiddetto saluto romano che, non essendo volti necessariamente a costituire un’associazione o a perseguire le finalità antidemocratiche proprie del disciolto partito fascista, finiscono per non essere di per sé solo sanzionabili”. 

Le reazioni

A criticare il provvedimento considerandolo “liberticida” i 5 stelle, che hanno depositato il loro parere contrario in commissione alla Camera. In sintonia la Lega secondo la quale “le idee non si processano”, dice Matteo Salvini, seguito a ruota da Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia a Montecitorio: “Perché non introdurre in legge Fiano anche apologia comunismo?”. Il niet del M5s si deve al fatto che verrebbero punite “anche condotte meramente elogiative, o estemporanee che, pur non essendo volte alla riorganizzazione del disciolto partito fascista, siano chiara espressione della retorica di tale regime, o di quello nazionalsocialista tedesco”. Mentre invece “la Cassazione - dicono i grillini - ha confermato che l’idoneità lesiva della condotta viene in rilievo solo in quanto realizzata nel corso di pubbliche riunioni o manifestazioni, non anche in un ambito privato e ciò ha correttamente determinato, ad esempio sulla punibilità 'saluto romano', pronunciamenti da parte dei giudici di merito con sentenze di senso diverso a seconda dei casi, senza arbitrari automatismi”. Non si è fatta attendere la replica di Matteo Renzi, segretario del Pd, che polemizza con i 5 Stelle: “Liberticida era il fascismo non la legge sull'apologia di fascismo. Bisogna dirlo al M5s: era il fascismo liberticida. Almeno la storia!”.

"La storia non può essere dimenticata, lo dobbiamo ai nostri antenati"

Sul piano locale le prime reazioni arrivano dal deputato Svp Daniel Alfreider che annuncia il supporto della Stella Alpina alla proposta di Fiano sottolineando che le leggi oggi in vigore, che già vietano la glorificazione di fascismo e nazismo, non sono più sufficientemente attuali. “In un’era in cui l’informazione passa in larga parte attraverso Internet e altri canali è importante contrastare il crescente fenomeno della propaganda neo-fascista con misure più specifiche”, afferma Alfreider che aggiunge: “La storia non può essere dimenticata, lo dobbiamo ai nostri antenati. I sudtirolesi in particolare, infatti, hanno molto sofferto a causa del regime fascista e molti di loro hanno dovuto pagare anche con la vita per preservare la nostra cultura e la nostra identità”. Plaudono l’iniziativa dell’esponente Pd anche i Verdi provinciali Riccardo Dello Sbarba, Brigitte Foppa e Hans Heiss - che già avevano manifestato la loro sensibilità all'argomento sollevato da Fiano - secondo cui la legge rappresenterebbe un importante passo avanti contro “l’imbarazzante, anzi oscena vendita di cimeli di ispirazione fascista come i vini o i calendari con l’effige di Mussolini e la massiccia diffusione dell’apologia fascista”. “In Alto Adige - proseguono - numerosi episodi hanno sottolineato l’urgente ed effettiva necessità di una regolazione giuridica in materia”. Esultano anche gli alfieri di Südtiroler Freiheit, “da anni - afferma Stefan Zelger - lottiamo contro la propaganda della paccottiglia fascista, ma con modesto successo. La legge Mancino ha dimostrato di essere uno strumento ormai superato. Non è accettabile che ancora oggi si possano fare soldi in Italia con Hitler e Mussolini, con la nuova legge queste attività potrebbero finalmente essere bloccate”.