Società | Giornata gioventù

Ascoltiamo i giovani nel loro giorno

Stiamo ascoltando i giovani?
O li stiamo utilizzando per i nostri scopi?
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Stiamo ascoltando i giovani?

O li stiamo utilizzando per le nostre campagne elettorali?
Giudicando quanto gira sui cellulari di ragazzini anche minorenni, o su vari cartelloni e scritte in prossimità delle scuole, propenderei per la seconda delle ipotesi. Da cui spererei, che alcuni spot e messaggi ammiccanti venissero seriamente banditi.

I giovani, i bambini, i ragazzi andrebbero tutelati: anche e soprattutto da quello che ultimamente appare su piattaforme e social vari.

Spero, che almeno la scuola e le istituzioni, oltre che i genitori, riflettano - e agiscano.

Perché questi giovani andrebbero piuttosto ascoltati, e bisognerebbe anche dare loro delle risposte serie.

Oggi, nella giornata internazionale della gioventù, vorrei ricordare il primo report sullo stato delle politiche giovanili in Italia presentato alla Camera dei Deputati da 20e30, un'organizzazione di giovani che durante l'ultima campagna delle politiche nazionali ha raccolto oltre cinquemila istanze programmatiche provenienti da ragazze e ragazzi che chiedevano una cosa importante: di essere ascoltati dalle istituzioni.

Nel report, complesso e articolato, si propone un’analisi sociale, economica e politica che ha portato alla formulazione di cinque istanze provenienti da under 35: 
dal piano nazionale a quello europeo, guardando al PNRR, viene fatto il punto sul livello di accesso al prestito d'onore universitario e il divario tra necessità formative e esigenze di preparazione al mondo lavorativo, il welfare aziendale e l' impatto sulla produttività della settimana lavorativa a quattro giorni, oltre che sul fenomeno dell'eco-ansia attraverso il ricorso a una consultazione pubblica tra gli under 35; sugli impatti a livello di salute mentale ed economia di una società più inclusiva nei confronti delle persone LGBTQ+ e la regolamentazione del mercato degli affitti per i giovani e il problema di un'offerta immobiliare per essi poco accessibile. Vengono formulate proposte e ipotesi di intervento.

"Serve fare di più o il Paese non avrà futuro", titola il documento presentato a Roma lo scorso 26 luglio.

Parlano bene o male questi ragazzi? La parte migliore di noi, come dico spesso. Non mi sembra che non sappiano argomentare. Allora, rispondiamo, ma, soprattutto, facciamolo presto.

Anche perché hanno ragione: il futuro sono veramente loro.