Società | Profughi

Profughi, mancano 300 posti

Stocker incontra i presidenti dei comprensori per reperire sul territorio ulteriori posti per i richiedenti asilo. L’assessora: “Atteggiamento ancora troppo modesto”.
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Foto: salto

L’integrazione è l’unica via per rendere compatibili l’immigrazione e la democrazia, scriveva qualche tempo fa l’editorialista del Corriere della Sera Ernesto Galli della Loggia. Un assunto ancora difficile, salvo rare eccezioni (voce fuori dal coro quella della Basilicata che ha dichiarato di voler accogliere il doppio di migranti rispetto alla quota assegnata alla regione dallo Stato), da assimilare e mettere in moto. Il sistema di accoglienza altoatesino, come noto, ha dimostrato un certo dilettantismo nell’affrontare e gestire la questione, più per reticenza che per mancanza effettiva di risorse, sfidando il circuito della fiducia, come ha dimostrato la tanto discussa circolare del direttore di Ripartizione politiche sociali Luca Critelli. Ricucire la faglia, lontano dal frastuono dei proclami, tuttavia, non è evidentemente cosa semplice, come attesta anche l’ultimo incontro fra l’assessora Martha Stocker, il presidente del Consorzio dei comuni Andreas Schatzer e i presidenti dei Comprensori tenutosi ieri (11 ottobre). Lo scorso aprile la Provincia aveva tentato di individuare, in collaborazione con le Comunità comprensoriali, altre possibili sistemazioni per i richiedenti asilo. Ma all’appello mancano ancora 300 dei 700 posti necessari.

“Nonostante i riscontri molto positivi che sono giunti anche dai Comuni più piccoli, che hanno già accolto persone che richiedono asilo, l’atteggiamento che si riscontra è tuttora modesto ed è quindi impegnativo arrivare ad una soluzione. Per questa ragione è importante far conoscere maggiormente le esperienze positive dei Comuni altoatesini che hanno dimostrato che le paure ed i timori manifestati a priori non corrispondono in nessun caso alla situazione attuale. Il numero dei richiedenti asilo, che sono stati accolti nei singoli Comuni altoatesini è solo una parte se confrontato con il vicino Tirolo”. (Martha Stocker)

La Provincia, lo ricordiamo, ha l’obbligo di accogliere nell’ambito del sistema di distribuzione nazionale, complessivamente lo 0,9% dei richiedenti asilo, una cifra che al momento si aggira intorno alle 1470 persone. “La necessità di reperire ulteriori posti per l’accoglienza non scompare se semplicemente non ci confrontiamo con il problema”, avverte Stocker, messaggio che i presidenti dei Comprensori hanno a quanto pare accolto l’invito promettendo di mettersi immediatamente in contatto con i Comuni per reperire ulteriori posti.

Non si ferma nel frattempo la mobilitazione delle associazioni di volontariato, proprio ieri “Bozen accoglie” ha protestato pacificamente durante la conferenza stampa della giunta alla presenza del vicepresidente della Provincia, Christian Tommasini, per denunciare le falle del sistema di accoglienza e ha chiesto la convocazione di un tavolo pubblico sul tema ribadendo “l’assoluta necessità del ritiro della circolare firmata da Luca Critelli”. “La Provincia - scrivono i volontari in una nota - persevera nello scaricare su altri le responsabilità senza riconoscerle, con un atteggiamento irresponsabile, che genera disagio e sofferenza nelle persone, oltre che confusione e gravi carenze ai servizi. Bozen Accoglie ha stigmatizzato questa decisione repressiva, con la quale si intende, inoltre, avallare un ulteriore distinguo fra migranti, tra quelli ‘vulnerabili’ (le famiglie, in particolare donne e bambini) e non (gli uomini). Quello che colpisce è, tra le altre cose, l’estrema vaghezza e superficialità con cui vengono utilizzati dei concetti giuridici ben precisi, il che rischia di fornire margini di discrezionalità, sconfinanti con l’arbitrio, intollerabili per una società che si autodefinisce ‘civile’”.