Cronaca | Il giallo di Bolzano

“Io, l’ultimo a vedere i miei genitori”

Peter e Laura, scomparsi nel nulla da 10 giorni. Il figlio Benno parla a Chi l’ha visto: “La porta chiusa di mamma e papà, poi ci siamo accorti che non c’erano”.
Benno, Peter Neumair, Laura Perselli, coppia scomparsa Bolzano
Foto: Chi l’ha visto/Raitre

Inghiottiti dal nulla, senza lasciare traccia, neanche nelle decine di ore di filmati delle telecamere di videosorveglianza del Comune posizionate in varie parti della città”. La giornalista Claudia Aldi, nella puntata di mercoledì 13 gennaio di Chi l’ha visto, trasmissione Rai dedicata alle persone scomparse e ai casi eclatanti e misteriosi di cronaca nera, descrive il giallo che ruota attorno a Peter Neumair e Laura Perselli. I coniugi bolzanini, “inseparabili” come li presenta la conduttrice Federica Sciarelli, di cui non si ha più traccia dalle 21 di lunedì 4 gennaio.

Sono ormai dieci giorni di buio fitto - ma anche di ricerche in ogni angolo, perlustrazioni nei fiumi e in montagna, lavoro silente degli investigatori per raccogliere tracce, testimonianze, eventuali incongruenze - attorno alla sorte di marito e moglie. Uno dei punti di partenza delle indagini è la casa di via Castel Roncolo, dove la coppia risiede con il figlio Benno: da lì sarebbero usciti per la misteriosa passeggiata in una fredda serata di gennaio, sparendo nel nulla, in un’incertezza totale che si fa via via più angosciante per i familiari e tutti i conoscenti. Ed è proprio il figlio, considerato l’ultima persona ad averli visti, che ha parlato per la prima volta al telefono ai microfoni di Chi l’ha visto.

 

 

“Non voglio pensare a cosa possa essere successo, sto pensando a come aiutare i carabinieri nel migliore dei modi, cercare di far andare avanti le indagini. Si va per esclusione, perché tutte le opzioni si stanno pian piano esaurendo”. Queste le parole più drammatiche di Benno, in questi dieci giorni più volte convocato in caserma e ascoltato dai carabinieri che hanno sentito anche gli altri familiari. Alle domande della giornalista, il figlio accetta di rispondere dopo però aver precisato di essere molto stanco e provato per la situazione.

Non voglio pensare a cosa possa essere successo, penso a come aiutare i carabinieri nel migliore dei modi. Sono esausto: ho il pensiero dei miei genitori, in più sono l’ultimo ad averli visti (Benno Neumair)

“Sono la persona sbagliata per dare interviste. Deve capire: sono totalmente esaurito, io abito qua al domicilio dei miei genitori, ho a tutte le ore cani poliziotto, il Ris, vengono a fare controlli e prove di dna. Sono giorni allucinanti, guardi se per piacere parla con mia sorella, mia zia, con qualcun altro”.

 

 

Benno, che la giornalista precisa essere laureato in scienze motorie e che di lavoro fa l’insegnante di matematica in una scuola di Bolzano, racconta del suo contributo alle indagini. Ha ad esempio accompagnato i militari sul sentiero del Renon che avrebbe percorso la mattina del 5 gennaio, portando a spasso il cane dopo essere tornato da una notte trascorsa fuori.

Le circostanze sono difficili e drammatiche: “Ho il pensiero dei miei genitori - rivela -, in più sono l’ultimo ad averli visti”. Riguardo alla ricostruzione degli eventi, prosegue: “Io ho dormito fuori (la sera del 4 gennaio, dopo essere uscito attorno alle 21 per raggiungere un’amica, secondo la ricostruzione, ndr), sono tornato la mattina presto; quando c’è la porta chiusa della camera da letto vuol dire che dormono e quindi io ero tranquillo, ho preso il cane e sono andato a passeggiare. Al ritorno ci siamo resi conto che proprio non ci sono”.

La mattina del 5 gennaio la porta della loro camera era chiusa: vuol dire che dormono e quindi ero tranquillo, ho preso il cane e sono uscito. Al ritorno ci siamo resi conto che proprio non ci sono

“Ma lei - chiede la giornalista, venuta a Bolzano nella troupe composta anche da Annamaria Astarita e Marco Monti - che cosa pensa, come ha trovato i suoi gentori la sera, erano preoccupati per qualcosa?”. Benno ha un attimo di stanchezza: “Non vorrei essere scortese, ma non ce la faccio, ho avuto i carabinieri fino ad adesso in casa, sono venuti a prendere prove olfattive per i cani”.

Accetta invece di rispondere riguardo a com’erano vestiti Peter e Laura. “Le dico quello è stato comunicato anche alle squadre di ricerca. Mio padre era vestito con una giacca sportiva blu comprata da Decathlon, con occhiali, indosso aveva degli scarponcini da montagna di colore grigio. Mia madre era vestita con una giacca, una specie di lana cotta color crema, si chiama loden qui in Alto Adige, e degli stivali scamosciati invernali”.

 

 

Prima dell’ultima frase la conferma che i genitori sì, “erano soliti fare passeggiate anche con il freddo”. Dunque la passeggiata serale che però finora non è stata “catturata” dalle telecamere di sorveglianza risulta un’azione verosimile.

I carabinieri del reparto operativo provinciale continuano le ricerche e gli accertamenti a 360 gradi nell’inchiesta aperta dalla pm Federica Iovene della Procura di Bolzano, in cui non si esclude nessuna ipotesi, dalla disgrazia fino all’aggressione o al delitto. I militari hanno sentito i potenziali testimoni e stanno vagliando ogni indizio. Si sono recati nell’appartamento della villa residenziale di via Castel Roncolo - anche sabato mattina, come documentano le telecamere di Chi l’ha visto - per ulteriori verifiche e per il prelievo di indumenti e oggetti personali utili all’esame del dna e al fiuto dei cani.

Per ora resta il mistero attorno alla sorte di Laura Perselli e Peter Neumair, in attesa di una svolta delle indagini che tutti, a partire dai familiari e dalle persone più intime di questa coppia “inseparabile, molto unita e felice”, sperano non sia dolorosa.