Economia | ristorazione

Lo sciopero dei buoni pasto

L'Unione commercio invita gli associati ad aderire alla protesta fissata per mercoledì 15 giugno. "Commissioni troppo alte, per un giorno non accettiamo i buoni".
Buoni pasto
Foto: NurSind

L’associazione nazionale di riferimento della gastronomia Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi), cui fa parte anche la categoria della gastronomia nell’Unione commercio Alto Adige, invita tutte le aziende della gastronomia a un’iniziativa di protesta a livello nazionale: mercoledì 15 giugno non dovrebbero essere accettati i buoni pasto.

"I motivi alla base della protesta - si legge in una nota dell'Unione - sono in primo luogo le elevate commissioni fatturate alle aziende. Degli 8 euro di valore nominale del buono pasto, infatti, alle imprese rimangono circa 6,66 euro, e naturalmente il rimborso non avviene nello stesso momento della fornitura del servizio all’ospite. Per la categoria è una delle ragioni dell’impossibilità di continuare a sostenere questi costi. D’altro canto, richiediamo anche una radicale riforma del sistema dei buoni pasto e un taglio delle commissioni. Solo così potremo continuare a erogare questo importante servizio anche in futuro”, afferma il portavoce della gastronomia nell’Unione Diego Bernardi.

Con questa sospensione del servizio, le aziende della gastronomia p"untano a sensibilizzare lavoratori e, soprattutto, consumatori, verso le grandi difficoltà con cui deve fare i conti il settore. Parliamo di una vera e propria ‘tassa nascosta’ che arriva fino al 20 percento del valore del buono pasto. Questa iniziativa ha lo scopo di assicurare l’esistenza stessa del buono pasto, perché se le cose vanno avanti così, le aziende disposte ad accettarlo saranno sempre meno”, prosegue Bernardi.

Secondo l'Unione commercio l’attuale contesto economico non permette più che le aziende della gastronomia che accettano buoni pasto siano costrette a pagare commissioni esagerate: “Per la gastronomia, la pressione inflazionistica sui costi delle materie prime e dell’energia, insieme agli effetti negativi che la pandemia ha avuto sui fatturati, ha generato una situazione di grande difficoltà e impossibile da prevedere”, conclude il presidente dell’Unione Philipp Moser.