Politica | Indipendenza

Neverendum in Scozia

La prima ministra scozzese Nicola Sturgeon annuncia un nuovo referendum per il distacco dal Regno Unito. Freiheitliche e Süd-Tiroler Freiheit plaudono, i Verdi tacciono.
nicola_sturgeon.jpg
Foto: Nicola Sturgeon

Il giornalista Gian Antonio Stella, nell'intervista domenicale a Salto.bz, aveva lanciato un avvertimento al Regno Unito della Brexit: “Ha fatto un errore a uscire. Vuole andarsene? Se ne vada, però ora deve beccarsi tutte le contraddizioni interne. L'Irlanda del Nord chiede il referendum? Glielo devono dare. La Scozia idem. Non si possono fare i giochetti con l'autonomia e l'autodeterminazione soltanto dove fa comodo”. E il contropiede della Scozia non si è fatto attendere: lunedì 13 marzo, nel corso di una conferenza stampa, la prima ministra scozzese Nicola Sturgeon dello Scottish National Party (SNP) ha annunciato che chiederà al Parlamento di Edimburgo l'indizione di un nuovo referendum sull'indipendenza della Scozia dal Regno Unito – dopo quello del 2014, nel quale con il 55% prevalsero i “no” al distacco, e dopo il voto contrario della maggioranza degli scozzesi (il 62%) alla Brexit, in controtendenza rispetto al resto del paese. La consultazione dovrebbe svolgersi entro la primavera del 2019.

Nicola Sturgeon, first minister di Scozia, annuncia il secondo referendum per l'indipendenza

Già all'indomani della Brexit, nel giugno 2016, Sturgeon interpretò la scelta scozzese come espressione di una chiara volontà di restare in Europa: “La Scozia vede il suo futuro nell'Unione Europea”. I timori verso la “Hard Brexit” prospettata dalla prima ministra inglese, la conservatrice Theresa May, spingerebbero gli scozzesi a riconsiderare la propria posizione sulla permanenza nel Regno Unito: secondo un sondaggio del Guardian, il sostegno per l’uscita dalla Gran Bretagna sarebbe al 49%, ma con molti elettori indecisi e non contrari a prescindere a tale possibilità. Il nuovo referendum in Scozia ricorda il “neverendum” del Quebec: la regione francese del Canada votò due volte per l'indipendenza, nel 1980 e 1995. Prevalse il “remain”.

Indipendentismo progressista

La Scozia rappresentava già nel 2014 “l'eccezione che conferma la regola” nel panorama degli indipendentismi in Europa: il comitato “Yes Scotland” basò buona parte della propria campagna su istanze democratiche, sociali e ambientali “di sinistra”, per sottolineare la diversità storica della Scozia rispetto al neoliberismo britannico – le università scozzesi sono gratuite, per esempio. Le politiche di Thatcher, Blair e Cameron avevano spinto gli scozzesi a ripensarsi come “Third Scotland”, per costruirsi quella socialdemocrazia “alla scandinava” negata loro dal governo della “City” di Londra. Il “Sì” raccolse consensi soprattutto nelle città a trazione laburista: l'unico collegio dove prevalse nettamente il “Yes” fu quello di Glasgow, città d'elezione di Nicola Sturgeon, dal forte background industriale e roccaforte della sinistra radicale. Nelle Highlands (più conservatrici) vinse il “No”.

Alle elezioni del 2015 per il rinnovo del Parlamento inglese, Sturgeon promise di aumentare le tasse ai ricchi, rendere accessibili a tutti il sistema sanitario e la scuola pubblica e chiese che il referendum sulla Brexit si tenesse separatamente in Inghilterra, Scozia e Galles. Presentò l’SNP come un partito alternativo e progressista: “Se non vivete in Scozia non preoccupatevi: possiamo portare dei cambiamenti anche per voi”. L'SNP ottenne poi un risultato storico alle urne, conquistando quasi tutti i seggi scozzesi di Westminster, il Parlamento di Londra.

Applausi (e silenzi) sudtirolesi

Freiheitliche e Süd-Tiroler Freiheit plaudono all'annuncio scozzese: “Il Sud-Tirolo prenda l'esempio dalla Scozia, per chiedere finalmente la separazione dall'Italia, paese politicamente ed economicamente alla fine” dichiara il consigliere provinciale Sven Knoll. Più sfumata la posizione della collega Ulli Mair: “La SVP apra la strada al Freistaat. Gli scozzesi vogliono abbandonare Londra, ma tenersi la regina, la sterlina e addirittura l'esercito di sua maestà: non è altro che la Vollautonomie tanto declamata dalla Volkspartei. Alle parole ora devono seguire i fatti, o forse la SVP ha paura della via scozzese?”. Nessuna reazione da parte dei Verdi del Sudtirolo, nonostante l'incontro ravvicinato di Brigitte Foppa e Hans Heiss con la first minister Nicola Sturgeon, intervenuta lo scorso dicembre al congresso del European Green Party (EGP) a Glasgow. Al Parlamento europeo di Strasburgo, gli eurodeputati del SNP siedono nel gruppo dei Verdi europei. E gli Scottish Greens da sempre sono favorevoli all'indipendenza scozzese, in chiave ambientalista, europeista e anti-Brexit.