Economia | Condizioni di lavoro

“La retribuzione fuori busta è la norma”

La sindacalista Costanzo analizza le condizioni problematiche nel turismo dopo la denuncia di un cameriere. Hgv respinge le critiche: “Ospitalità, un settore che tiene”.
turismo, Alto Adige
Foto: IDM
  • Non si è fatta attendere la risposta dell’Unione Albergatori e Pubblici Esercenti (HGV) al duro sfogo di un cameriere sulle condizioni di lavoro nel settore del turismo pubblicato ieri (14 marzo) da SALTO. “L’ospitalità: Un settore, che tiene” è il titolo della nota stampa dell’HGV, che respinge le critiche sui “salari indegni” e argomenta sullo sviluppo positivo del turismo in Alto Adige, una prova che il settore non sia così problematico, a differenza di ciò che emerge dal racconto del cameriere. Ha delle perplessità Antonella Costanzo, segretaria provinciale Filcams/Cgil, che non trova nelle parole dell’unione albergatori dei riscontri sulle problematiche reali dei lavoratori in questo ambito. 

  • Il mercato in crescita

    Per intavolare un discorso sulle condizioni di chi lavora nell’ospitalità in Alto Adige bisogna partire da un dato: il mercato del lavoro in questo settore è in crescita. Lo sottolinea HGV che nel comunicato riporta i dati dell'Ufficio Osservazione mercato del lavoro: l'11 marzo 2024 erano impiegate complessivamente 35.240 persone nel settore dell'ospitalità. Un anno prima, l'11 marzo 2023, c'erano 33.354 persone. “Questo rappresenta un aumento del 5,7% o, in cifre assolute, 1.886 persone. Questo sviluppo ci rende ancora fiduciosi, anche se il settore alberghiero e della ristorazione percepisce la carenza generale di personale e quindi si sente sempre più spinto a legare i dipendenti ancora più strettamente alle strutture”, sottolinea il presidente dell'HGV, Manfred Pinzger

    “Non si tratta di mancanza di posti di lavoro ma di qualità del lavoro e qualità delle retribuzioni”.

    L’aumento del personale impiegato nel turismo è quindi sinonimo di paghe eque e trattamenti corretti da parte dei datori di lavoro? Antonella Costanzo ha delle perplessità a riguardo ed afferma infatti: “Non si tratta di mancanza di posti di lavoro ma di qualità del lavoro e qualità delle retribuzioni”. Il tema che mette in tavola la sindacalista è quello delle retribuzioni irregolari, che, denuncia lo stesso lavoratore nella lettera, sono una normalità del settore e delle quali non c’è menzione nel comunicato HGV. “Si tratta di regolarità fuori busta – prosegue Costanzo – retribuzioni per le quali non viene riconosciuta contribuzione e per le quali non viene pagata la tredicesima, la quattordicesima, il TFR. Questo è il sistema delle paghe nel turismo in Alto Adige ed è questo che sostanzialmente contestiamo. Si tratta di lavoratori che si spostano frequentemente, che contrattano individualmente perché non c'è stabilità nelle retribuzioni. Ci sono lavoratori in condizioni di lavoro faticose, che lavorano dalle 12-14 ore al giorno”. 

  • I contratti a tempo indeterminato

    Manfred Pinzger, presidente HGV: "Questo sviluppo ci rende ancora fiduciosi, anche se il settore alberghiero e della ristorazione percepisce la carenza generale di personale e quindi si sente sempre più spinto a legare i dipendenti ancora più strettamente alle strutture" Foto: HGV

    Un’altra questione emersa dalla lettera del lavoratore è quella della precarietà dei contratti nel settore, il cameriere sostiene infatti che, pur volendo un contratto indeterminato per il suo lavoro, siano i datori di lavoro a non volerlo offrire. Su questo la sindacalista argomenta: “Su 35 mila lavoratori impiegati nel 2023, i contratti a tempo indeterminato erano meno di un quarto. Il problema non è la volontà dei lavoratori, quanto la scelta di chi regge il sistema di avere lavoratori non consolidati”. 

    A pagare le conseguenze della diffusa precarietà nel settore oltre ai lavoratori è la collettività. Costanzo infatti prosegue: “È troppo comodo costruire un sistema di stagionalità sulle spalle della spesa pubblica. Oggi parliamo di stagionali che rimangono in disoccupazione per 4-8 settimane complessivamente. È possibile che non si riesca nell'ambito della contrattazione ad individuare una modalità attraverso la quale, anziché stare a carico della spesa pubblica, si individui una condizione all'interno del contratto individuale?”. Sull’argomento l’associazione albergatori si mostra aperta al cambiamento affermando di sostenere i suoi soci: “attraverso consulenze e corsi si mostra come sia possibile offrire nel settore dell'ospitalità modelli di lavoro flessibili e contratti a tempo indeterminato”.

  • Il rinnovo dei contratti collettivi

    Entrambe le parti, pur avendo posizioni differenti, riconoscono nella contrattazione collettiva la possibile soluzione a molti problemi. La stessa unione sottolinea il suo impegno continuo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale, da cui partire per le trattative con i sindacati locali. Su questo punto anche Costanzo si mostra fiduciosa: “Siamo certi che nell'ambito della contrattazione di secondo livello, quindi nell'integrativo provinciale, si possano individuare delle soluzioni. Siamo certi della disponibilità reciproca di cercarle e di trovarle, sapendo però che ci sono dei temi che non possiamo non affrontare. Raccontarci che ci sono 35 mila posti di lavoro, ma che quei posti di lavoro non hanno dei problemi strutturali, sarebbe una bugia”.

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Johannes Engl Sab, 03/16/2024 - 15:43

Es wäre einfach, eine Erhebung zu machen, welche Personen nach der sogenannten Arbeitslosigkeit wieder beim selben Arbeitgeber angestellt werden.
In anderen Sektoren werden saisonale Spitzen mit Zeitausgleich-Systemen überbrückt, ohne die öffentliche Hand zu belasten.
Eine andere Erhebung könnte die Einzahlungen der Betriebe in die Lohnausgleichkasse (sofern die Hoteliers dort überhaupt einzahlen) vergleichen um zu prüfen, ob effektiv die öffentliche Hand belastet wird.
Wo ein Wille, da ein Weg zu mehr Gerechtigkeit im gesamten System.

Sab, 03/16/2024 - 15:43 Collegamento permanente