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Alternanza: scuola-lavoro e bilinguismo

Anche per l'apprendimento delle lingue vale il “learning by doing”.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
Alternanza scuola-lavoro
Foto: Südtirolfoto/Helmuth Rier

Sono sempre ammirato da persone che nella nostra provincia parlano in modo fluente l’italiano ed il tedesco. E non sono moltissime. Chiedendo loro come hanno raggiunto questo risultato, scopro che solo una minoranza lo deve alla scuola. Altri possono ringraziare la famiglia bilingue, i più il bilinguismo fluente lo hanno raggiunto “sul campo”, cioè nel loro ambiente di lavoro. Apprendisti tedeschi provenienti dai paesi di periferia, assunti da imprese italiane, impiegati pubblici inseriti in contesti con lingua d’uso diversa dalla propria (ad esempio, italiani nella forestale, tedeschi al Comune di Bolzano), giovani sudtirolesi nella Polizia o nei Carabinieri, ecc. L’ambiente di lavoro è una agenzia di formazione linguistica di primaria importanza. Potrebbe esserlo anche per i molti studenti altoatesini delle scuole superiori, nella la prospettiva dell’alternanza scuola-lavoro. Le scuole avrebbero la possibilità di favorire in questo caso la permanenza dei giovani in imprese con lingua d’uso diversa da quella di insegnamento nella scuola stessa. Studenti italiani nelle imprese tedesche, studenti tedeschi nelle imprese italiane. Non è proibito dall’articolo 19 dello Statuto di Autonomia.
E farebbe molto bene agli studenti e anche alle imprese.
(www.albertostenico.it)