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"La fase congressuale non è un talent show": il commissario ad acta del PD altoatesino Carlo Bettio stoppa il totonomi per la segreteria e congela il congresso.
Carlo Bettio, Nicola Zingaretti
Foto: Carlo Bettio

"Non resta che il commissariamento". A scatenare la dura reazione di Carlo Bettio, il commissario ad acta padovano che doveva traghettare il PD dell'Alto Adige verso acque più calme in vista del congresso (già rinviato) per la segreteria provinciale sarebbe un'intervista rilasciata dall'esponente brissinese del partito Mario Cappelletti, che lanciava una rosa di nomi sulla base di un numero imprecisato di iscritti al circolo democratico della Valle Isarco. Una prova di forza che ha fatto andare su tutte le furie l'emissario del Nazareno.

"Il percorso congressuale di un Partito non è un talent show", sottolinea irritato Bettio, "il personalismo e le prove di forza non servono a costruire un soggetto aggregatore di un campo largo di forze politiche e sociali. Ho improntato il mio lavoro di commissario alla condivisione e all'ascolto. Qualcuno ha forse male interpretato il mio ruolo e le ragioni della mia presenza". "In assenza di una prospettiva credibile ed unitaria - prosegue il commissario - non mi resta che riportare la situazioni agli organismi nazionali, affinché insieme si assumano le decisioni del caso. Il lavoro di tessitura e cucitura è stato deliberatamente ostacolato per accentuare divisioni e lacerazioni. Devo constatare, con rammarico, che lo spazio per condividere un percorso congressuale unitario, dove si confrontino idee e progetti appare sempre più come un miraggio".

"Occorre dar voce ad un profondo rinnovamento del PD altoatesino" è la sentenza del commissario di Padova nominato da Enrico Letta. A questo punto, è evidente che slitterà ulteriormente il congresso per la scelta del segretario. Per il vincitore del talent show, si rimanda a una seconda stagione del programma.