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Tabelle Excel in chiave femminista

Cosa succederebbe se cominciassimo a segnare su un foglio di calcolo tutto il lavoro invisibile e non retribuito della settimana?
Lavoro domestico
Foto: Unsplash

Vi svelo un segreto: avete presente il meraviglioso reading teatrale di Lorena La Rocca, I will survive? Se non lo avete ancora visto, ve lo consiglio caldamente. Andrà in scena il 19 ottobre al Teatro Cristallo a Bolzano, qui il trailer. Non voglio spoilerare, ma a un certo punto si parla di Sara che per rendere visibile il grande lavoro domestico, di cura e organizzazione prepara delle tabelle Excel: inizia con le 2 ore settimanali per la gestione della biancheria della famiglia (raccogli, separa, carica lavatrice, programma, stendi, piega, appaia calzini).
Ebbene sì, sono io! È stato un esercizio di qualche anno fa per quantificare il lavoro invisibile e non pagato, ma indispensabile per la sopravvivenza di una famiglia composta da 5 persone. Ecco qualche esempio (le ore sono da intendersi settimanali e ovviamente non comprendono eventi eccezionali come corse all’ospedale causa fratture, cambi di stagione o udienze a scuola):

Alimentazione

  • Spesa (acquisto e immagazzinaggio): 2h
  • Brainstorming pasti compatibili con i gusti di 5 persone: 2h
  • Preparazione 3 pasti sani e equilibrati al giorno (eccetto i giorni di rientro): 10h
  • Preparazione merenda salutare e varia: 1h

Scuola

  • Check registri digitali (comunicazioni, firme, risposte, verifica con figliə): 2h
  • Chat di classe: 1h
  • Assistenza compiti: 3h

Salute

  • Assistenza psicologica adolescenti: 4h
  • Condivisione regole, controllo e rispetto eventuali sanzioni: 4h
  • Verifica pulizia denti, taglio unghie, ecc.: 1h
  • Briefing riguardo utilità di consumo acqua per igiene personale: 1h
  • Mediazione e educazione ad uso responsabile dei media: 2h

Insomma, spero questo renda l’idea anche senza entrare in ulteriori dettagli riguardo alle pulizie della casa, alla cura degli animali domestici, all’enorme sforzo organizzativo per poter svolgere il proprio lavoro retribuito anche d’estate e così via. Ciò che resta da fare è la somma delle ore da moltiplicare con un tasso orario adeguato (ovviamente tendendo conto di contributi, malattia ecc.). Volendo, si potrebbe aggiungere anche un’indennità multitasking. So per esperienza che per sostituire il mio lavoro invisibile ci vogliono dalle 2 alle 3 persone, perché le circostanze generalmente mi costringono a fare almeno due cose contemporaneamente, tipo assistenza compiti e piega biancheria oppure servizio taxi e brainstorming pasti. Sconsiglio vivamente cambio stagione e rispetto sanzioni regole. La somma risultante dovrebbe poi essere la base, assieme alle ore di lavoro retribuito, sulla quale definire la redistribuzione di introiti e beni (noi, per semplicità, abbiamo optato per un forfettario 50/50 su tutto davanti a un notaio). Allora ero convinta, che questo approccio progettuale fosse una prassi nella maggior parte delle famiglie. Sono rimasta sconcertata, quando ho invece raccolto le reazioni di stupore anche nella mia cerchia di amicizie. In molte famiglie il tema del lavoro invisibile resta un tabù, e le entrate (come anche i beni e piani di risparmio) restano di chi le percepisce, cioè in grande parte degli uomini (vi ricordo il gender pay gap e la conseguente decisione che siano le donne a prendere un part-time, quando al lavoro retribuito si aggiunge la cura di figlə). Nella migliore delle ipotesi questa circostanza resta un’ingiustizia con ripercussioni in età avanzata. A volte diventa una vera dipendenza economica, altre volte ancora lo scenario perfetto per la violenza economica.

Fatemi sapere se anche voi avete trovato un modo per concretizzare il lavoro invisibile!

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Sara Brunelleschi Lun, 05/16/2022 - 21:54

Ci avevo pensato anche io, uno di quei giorni in cui raccogli da terra l'ennesimo calzino sporco, appendi al suo posto la giacca abbandonata sul divano, mentre pensi a cosa preparare per cena... e a tutte le altre cose che devi sistemare. Avevo pensato di usare una app, "Registra orari", che mi serve anche per il lavoro, in cui si segnano gli orari di inizio e fine del lavoro.
Allora mi ero sentita esagerata e over-drammatica, ma forse basterebbe farlo anche solo per una settimana per rendere evidente a tutto il nucleo familiare quanto del nostro tempo libero sacrifichiamo.

Lun, 05/16/2022 - 21:54 Collegamento permanente