Politica | L'opinione

“Ecco cosa può diventare Bolzano”

Intervista all’ex city manager Renzo Caramaschi sulla sua disponibilità a candidarsi alle prossime elezioni, sulla deriva del centrosinistra, sulla coalizione che verrà.

Era stato proposto dall’area ecosociale quando ancora si parlava di primarie di coalizione in vista delle elezioni comunali della scorsa primavera, Renzo Caramaschi, classe 1946, direttore generale del Comune per due lustri oltre che ex-city manager, scrittore, membro del cda dell’Ipes, che ora si dice pronto a scendere in campo come possibile candidato sindaco al fianco del centrosinistra con l'ipotesi di una coalizione allargata. Una eventuale discesa in campo plaudita apertamente dalla segretaria del Pd Liliana Di Fede (che però non molla sulle primarie), ma guardata con scetticismo dal numero uno di Alto Adige nel cuore, Alessandro Urzì: “Caramaschi si è presentato immediatamente ed esclusivamente come eventuale sindaco di una parte della città e non di tutta la città; avrebbe fatto meglio a scegliere un profilo meno ideologico”.

saltobz: Caramaschi, ha dunque deciso di entrare nell’agorà politico. 
Caramaschi: Devono valorizzare la terza età, ho letto sul Dolomiten [ride, ndr]. Quale modo migliore per valorizzarla con un contributo attivo. Se poi non dovessi essere scelto vado in montagna a scrivere libri [“Di gelo e di sangue”, l’ultimo libro uscito, ndr].

Prospettiva allettante, verrebbe da dire chi glielo fa fare, allora, di entrare in politica.
Me lo chiedo anch’io ma amo questa città e se posso dare un ultimo contributo, perché non ho ambizioni di ricandidarmi eventualmente o di entrare in Provincia, lo faccio volentieri.

Nel Pd la segreteria insiste sulle primarie, cosa ne pensa?
Questo lo decideranno i partiti, io non sono un politico. Se faranno le primarie sono disponibile a partecipare, mi adatterò a quelle che saranno le decisioni politiche. Non sono una persona che rincorre tatticismi al millimetro.

Qualcuno dice che però si è “bruciato” troppo presto annunciando la sua volontà di candidarsi.
Non conosco i tempi della politica ma siamo a metà novembre e si voterà a maggio, 6 mesi per stilare un programma e ragionare su una coalizione mi sembrano necessari. L’entusiasmo, la passione e l’esperienza ci sono, se vogliono utilizzarle io sono a disposizione altrimenti troveranno qualcun altro.

Quello che viene rimproverato al Pd è di non aver ascoltato a sufficienza la base, i cittadini, che sentono l’esigenza oggi più che mai di un centrosinistra “non cortigiano”, lei si sente un “uomo del popolo”?
Il mio intento è quello di lavorare nell’interesse generale della città, non mi sono mai sentito un cortigiano. Chi mi ha conosciuto sul lavoro sa come ho lavorato e con quale passione e questo è uno dei pochi pregi che mi riconosco.

C’è speranza per il Pd di recuperare credibilità?
Mi auguro di sì, mi piacerebbe che si mettesse insieme una coalizione forte, da Bonvicini agli ecosociali, senza dividersi sui dettagli e definendo al più presto un programma condiviso, lasciando da parte dogmatismi e prese di posizione precostituite. 

L’idea sarebbe anche quella di imbarcare il centro di Angelo Gennaccaro (“Io sto con Bolzano”), come Bizzo, dunque, auspica un centrosinistra più centrista a Bolzano?
Questa città ha bisogno di una maggioranza robusta, centro compreso. Se fosse coesa e si mettesse d’accordo su alcuni obiettivi basilari avrebbe una chance concreta di spuntarla, penso ad esempio al piano di sviluppo strategico che era stato approvato dal consiglio comunale con due sole astensioni, ecco un documento che andrebbe ripreso e riaggiornato e sul quale sarebbe opportuno lavorare. 

L’elettorato del centrosinistra, in particolare, chiede a gran voce un rinnovamento della politica tout court, un rinnovamento che crede davvero di poter incarnare?
Anagraficamente no, ma se si fa un ragionamento di tipo politico sì, del resto non sono iscritto ad alcun partito.

Urzì però le ha imputato il fatto di essere ideologicamente troppo schierato.
Il consigliere provinciale ha riconosciuto il mio ruolo di direttore generale, lavoravo per tutti allora e lo farei anche stavolta senza dimenticare il riconoscimento dei diritti delle minoranze. Mi ricordo la soddisfazione di quando lavoravo in Comune e le delibere del consiglio passavano all’unanimità, era tutto un fare per la città che metteva d’accordo tutti al di là dei preconcetti di partito. Bisogna ragionare sugli obiettivi con il contributo di tutti. 

Un po’ retorico, non crede?
Può sembrarlo ma io ne sono fermamente convinto a patto che ci sia essere una maggioranza che funzioni, compresa la Svp senza la quale non si può immaginare un’alleanza che regga.

Ha dichiarato nei giorni scorsi al quotidiano Alto Adige di voler puntare sulla cultura, ha anche proposto di trasformare le Officine FS in uno spazio permanente dove ospitare eventi per i giovani, convegni, incontri, se non altro come risposta alla percezione di insicurezza di alcuni cittadini, “riempiendo gli spazi li si toglie ai delinquenti”, ha detto. Sicurezza e giovani, insomma, formule “acchiappavoti” per eccellenza.
Non ragiono in termini di voto, non è questa la molla che mi muove, ma analizzo le cose che sarebbe util fare per la città. Educazione e cultura sono le soluzioni, dove c’è ignoranza c’è violenza. Dobbiamo usare gli spazi in maniera intelligente, le Officine FS possono diventare un punto di riferimento che però va gestito con continuità. Non è certo un toccasana contro la delinquenza, per quello ci sono le forze dell’ordine e la magistratura, ma sicuramente può fare molto.

E dell’evento “Refugees Welcome” di ieri, cosa ne pensa, è stata un’iniziativa positiva per Bolzano, malgrado le polemiche?
Le polemiche ahimé ci sono sempre, capisco la tragicità degli eventi occorsi a Parigi ma credo che la manifestazione di ieri sia stata opportuna, una formula interessante che porta la gente ad esprimere la sua solidarietà in un modo nuovo e che dovrebbe essere ripetuta nel tempo, e le Officine FS potrebbero essere un luogo ottimale dove ospitare uno show del genere.

Sullo sviluppo dell’aeroporto si è dichiarato favorevole mentre su Benko ha detto che si sarebbe potuta modificare la perimetrazione per non sacrificare l’area del parco stazione, evitando così di perdere tempo. Non la fa troppo facile? 
Dal punto di vista logico qualcuno mi deve spiegare perché dobbiamo occupare uno spazio di verde pubblico invece di spostarsi al di là della strada, e utilizzare una superficie edificabile già destinata al commercio e agli alloggi, forse non è fattibile? Aspetto ancora una risposta.