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Una lezione da imparare

Sarà inaugurata domani la nuova sede di Casapound in via Cesare Battisti a Bolzano. La nipote dell’irredentista trentino: “Se Casapound non esistesse sarebbe meglio”.

“Sono molto lontana dal pensiero di Casapound, che è ancora un retaggio fascista e su cui, perciò, non mi pronuncio. Se avessero messo un articolo nella Costituzione che avesse previsto che il partito fascista doveva essere bandito Casapound non esisterebbe e sarebbe meglio”.

È lapidario il commento di Mimma Battisti, nipote dell’irredentista Cesare Battisti, interpellata sull’inaugurazione della "Rockaforte" di Casapound, il nuovo spazio sociale del movimento che verrà aperto domani, sabato 18 aprile, nella via che porta il nome del patriota trentino.

La discendente di Battisti, assessora nella giunta comunale di Bolzano dal 1995 al 2005, aveva già ribadito la totale estraneità del nonno al fascismo e allo spirito con cui il movimento fascista aveva costruito il Monumento alla Vittoria, in occasione dell’intervento di musealizzazione – salutato con favore dall’ex assessora – portato alla luce lo scorso luglio. Mussolini, lo ricordiamo, voleva infatti dedicare il monumento a Cesare Battisti in qualità di martire della patria, decisione a cui si oppose fermamente la vedova di Battisti, Ernesta Bittanti, antifascista convinta.

A un atto potenzialmente irrispettoso – quello di posizionare la nuova sede di Casapound in via Cesare Battisti – tuttavia, corrisponde una “reazione uguale e contraria”, se ci è concesso un paragone azzardato con le leggi della fisica. Mettendo da parte per un momento le polemiche relative alla “presunta appropriazione indebita” del messaggio di Alexander Langer, continuare in ciò che è giusto, da parte del sindaco Luigi Spagnolli per la sua propaganda elettorale, resta l’encomio del messaggio stesso, che, nella sua – seppur occasionale, visti i tempi – concretizzazione, contribuisce a lustrare la memoria del suo autore e del patrimonio storico di cui è latore. L’insegnamento di Langer, in questo caso, si attua nella decisione - controversa, va ricordato - di voler conferire ufficialmente (il prossimo 25 aprile a Bolzano) la cittadinanza onoraria a Giannantonio Manci, eroe della resistenza italiana, medaglia d'oro al valor militare, nonché amico intimo della famiglia Battisti.

Del resto, come scriveva saggiamente Roberto Magurano in un editoriale di non molto tempo fa sul Corriere dell’Alto Adige, “certe pagine di storia, fatte di persone, impegno e dolore, non si devono lasciare ingiallire. Mai.”. Sarebbe bello se questo valesse, davvero, più spesso.