Ambiente | SINIGO

Per la falda servono 6 milioni

Dal Medico, Zaccaria e Albieri a confronto con i cittadini del "quartiere" meranese. Varie soluzioni allo studio per il laghetto divenuto uno stagno.
assemblea di sinigo
Foto: Fabio Gobbato

“Non ha confermato, vedrai che non viene”, si diceva, fuori dal Dopolavoro “Montecatini” di Sinigo, riferendosi a Dario Dal Medico. Il sindaco di Merano, invece, non è mancato alla prima assemblea pubblica di quartiere da quando è in carica. Presenti anche l’assessore al bilancio Nerio Zaccaria e l’assessora Emanuela Albieri. L'atmosfera della serata è stata per lo più amichevole, ma quello tra amministratori e cittadini è stato un confronto vero.

Dopo il bilancio e l'elenco delle priorità da parte della presidente Melanie Franzelin, tema clou dell'assemblea, neanche a dirlo, è stato quello della falda, un vero incubo per decine di famiglie sinighesi, tra le poche "felici”, in Alto Adige, per il lungo periodo di siccità che si sta vivendo. Ma nonostante la scarsità di precipitazioni il livello dell’acqua è sempre alto, perché lo smantellamento dell’opera di bonifica è stato fatto – quello sì – con grande cura e costanza. La gran parte dei canali di scolo è stata coperta o “tombata” con tubazioni di diametro largamente insufficiente. E l’idrovora che pompava l’acqua nell’Adige è diventata una villa nei pressi della quale – per ragioni intuibili, ma su cui è meglio sorvolare - è stata provata anche la magia di usufruire di un canale "in salita", ma, purtroppo per i progettisti, l’acqua ha deciso di rispettare le leggi della fisica.

Come in altre occasioni Dal Medico si è detto determinato a investire denaro ed energie solo per guardare solo al futuro. “Ho preso a cuore questo argomento – ha spiegato – e il nostro obiettivo non è accertare le responsabilità del passato ma trovare una soluzione per il futuro. Abbiamo confermato l’incarico al geologo Dessì, e il gruppo di lavoro sta conducendo incontri regolari e periodici. Il primo intervento che si è deciso di fare è l’allargamento del canale sul ponte Corridoni, per il quale sono stati stanziati 300.000 euro e stanno per partire tutte le procedure per l’appalto. D’accordo con i tecnici, il secondo step dovrà essere fatto nella zona dell’idrovora perché bisogna creare un punto in cui l’acqua possa defluire nel Rio Nova e nell’Adige. Ci sono varie cose di cui tenere conto, come le differenze di livello, e il fatto che il fondale dell’Adige si è alzato”. A breve dovrebbe essere ripulito il canale tra via Corridoni e via Piedimonte. Ma si è comunque deciso che bisogna procedere per gradi, effettuare un intervento, vedere se ottiene gli effetti sperati e poi procedere con un altro intervento”.

 

Dalla platea un cittadino ha fatto notare che il Comune potrebbe accedere ai fondi del PNRR per il dissesto idrogeologico e che, se venisse accertata la responsabilità della Provincia sulla gestione dell’intera opera di bonifica, dovrebbe essere quest’ultima a pagare gli interventi. Rispetto al primo consiglio Zaccaria ha di fatto ammesso che per il Comune la velocità con cui il governo emette i bandi non consente di parteciparvi perché il Comune non è in grado di realizzare un progetto complessivo in tempi ristretti. Per quanto riguarda la Provincia, Dal Medico ha detto che investirà del quesito l’Avvocatura ma ha anche annunciato che Kompatscher e Schuler hanno confermato l'intenzione di Palazzo Widmann di concorrere alle spese. Gli interventi complessivi, ha fatto sapere Zaccaria, saranno intorno ai 6 milioni di euro.

Altro tema parecchio discusso è stato quello del zanzarificio, ovvero il laghetto che è ormai diventato uno stagno. “Anche su questo stiamo lavorando – ha spiegato Zaccaria - si stanno valutando varie soluzioni. Ci sono tre associazioni che vorrebbero continuare con la pesca sportiva ma in Provincia non sono favorevoli. In ogni caso bisogna far arrivare acqua e farla defluire. Ed acqua che vada bene per le trote. Abbiamo attivato un gruppo di lavoro e stiamo valutando anche la possibile creazione di un nuovo laghetto in zona Lazago. Ma non è una strada facile da percorrere”.

Un cittadino che vive nelle case Ipes ha poi sollevato il tema della sicurezza. I ragazzi della zona disturbano nelle ore notturne con musica e motorini, i rifiuti ingombranti vengono abbandonati presso i cassonetti, e “tutti sanno chi lo fa”, ma  da parte della popolazione ci sarebbe anche paura di reagire. Il cittadino ha parlato perfino di possibili minacce con il coltello. Dal Medico ha replicato di aver preso sul serio la tematica, di aver segnalato diversi problemi al Prefetto, ma ha anche detto che, stando alle statistiche, i reati sono in calo e che la situazione di Merano, Sinigo compresa, è simile a quella di altre aree della Provincia e non solo.  Secondo il sindaco la cosa più importante non è la repressione, ma la prevenzione. “C’è un problema generale che riguarda l’intera società. I ragazzi vengono spesso da situazioni familiari complesse. Fare dei corsi di gentilezza, educare al rispetto e alla gentilezza, sarebbe più importante di altri interventi”.