Cronaca | Formazione

“Facoltà di medicina con Bolzano”

La risposta dell’università di Trento al progetto di Fugatti assieme a Padova. Laurea al via dal 2020-2021. Coinvolti Eurac e l’Alto Adige per la formazione in tedesco.
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Foto: Giovanni Cavulli-Unitn

Mentre la giunta provinciale a trazione leghista lavora alla facoltà di medicina in collaborazione con l’ateneo di Padova, arriva la risposta dettagliata dell’università di Trento, decisa a non farsi scavalcare in questa sfida tra politica e accademia nella città del Concilio. Il rettore Paolo Collini e il presidente Daniele hanno presentato la nuova Scuola di Medicina del Trentino, un’idea che prevede la valorizzazione di tutti gli asset didattici e di ricerca dell’ateneo - dal Cibio, centro per le biotecnologie, al Cimec (mente-cervello) al Cerin (riabilitazione cognitiva) - fino alla rete esterna che comprende università di Verona, scuola Sant’Anna di Pisa, Eurac e le strutture sanitarie altoatesine. “L’integrazione” con il Sudtirolo è infatti un punto significativo dell’idea “regionale” concepita nel rettorato di palazzo Sardagna. Forse anche per i possibili appoggi politici in casa Svp e Kompatscher che potrebbero ammorbidire lo scontro con Fugatti e Bisesti.

 

Primo anno di corso dal 2020-2021

 

Il piano per il corso di laurea in medicina e chirurgia, precisa l’università di Trento, si articola in tre direzioni: il corso di studi vero e proprio, la formazione specialistica e l’attività di ricerca. L’intento è partire già nel prossimo anno accademico con il primo e il secondo anno (il personale docente dell’ateneo è già in grado di coprire il 20% della didattica), Scuole di medicina e di specialità e la costruzione di un sistema integrato della ricerca. Tra gli obiettivi: dare ossigeno scientifico alle strutture sanitarie di periferia.

L’obiettivo di fondo è naturalmente fare fronte alla carenza di medici. Secondo le stime del settore (del sindacato medico italiano Anaao Assomed), riporta sempre l’ateneo, tra il 2018 e il 2025 potrebbe andare in pensione la metà dei circa 105mila medici specialisti della sanità pubblica. Il sistema formativo delle Scuole di specialità medica, prosegue l’istituzione, non è in grado di rispondere alle esigenze generate dalla forte incidenza delle uscite per limiti di età - l’Italia segna una età media dei medici ospedalieri tra le più alte in Europa - accelerata da “quota 100” e si stima una carenza di medici specialistici in Italia di più di 16mila unità entro il 2025 e in Trentino di più di 300 unità, distribuite tra molte delle più ricorrenti specialità ospedaliere con una punta nell’area della emergenza e urgenza.

 

 

Si lavora dunque per attivare “una combinazione di azioni finalizzate a rendere il sistema sanitario trentino più attrattivo per medici specializzati qualificati e a valorizzare il ruolo del personale sanitario attraverso l’esposizione ad ambiti di ricerca clinica di frontiera”. Sette anni l’orizzonte temporale per attivare le scuole di specialità presso la Scuola di Medicina del Trentino.

 

Anche il medico ingegnere

 

L’ateneo è certo di proporre un percorso di laurea davvero innovativo rispetto al panorama nazionale”: Innanzitutto nei contenuti, perché prevedrà la possibilità di formare, oltre ai profili tradizionali, anche quello di medico ingegnere, che offre sbocchi nuovi e appetibili nelle industrie”.

 

Per dare nuova vitalità scientifica agli ospedali delle valli trentine si prevede di introdurre lo studio della people medicine, un filone innovativo di ricerca, su cui è particolarmente attiva la fondazione Eurac

 

Con Eurac e gli ospedali altoatesini

 

Viene sottolineata inoltre la collaborazione con la vicina provincia di Bolzano, che ha problemi di pari entità nel reperimento di medici, è alla ricerca di soluzioni strutturali per le criticità del proprio settore sanitario e da tempo ha accarezzato il disegno di una facoltà di medicina in chiave Euregio. Per la ricerca un contributo può venire da Eurac: “Per dare nuova vitalità scientifica agli ospedali delle valli trentine si prevede di introdurre lo studio della people medicine, un filone innovativo di ricerca, su cui è particolarmente attiva la fondazione Eurac, che studia le condizioni di salute nelle persone sane”.

I problemi di carenze di organico del Trentino possono essere segnalati anche per l’Alto Adige/Südtirol, aggravati peraltro dalle esigenze linguistiche. Pertanto, la proposta coinvolge pienamente le strutture sanitarie della Provincia di Bolzano con didattica in lingua tedesca

Si vuole quindi intensificare “l’integrazione con l’Alto Adige”: “I problemi di carenze di organico evidenziati per il Trentino possono essere segnalati anche per l’Alto Adige/Südtirol, aggravati peraltro dalle esigenze linguistiche. Pertanto, la proposta vorrebbe includere anche un percorso con il pieno coinvolgimento delle strutture sanitarie della Provincia autonoma di Bolzano con didattica in lingua tedesca e il coinvolgimento pieno della ricerca del territorio (a cominciare dalla collaborazione con Eurac) per iniziative come la biobanca, l’Osservatorio epidemiologico, la people medicine. Infine l’allargamento del bacino della casistica della ricerca clinica”. Nella scheda qui sotto i dettagli sugli obiettivi e le competenze territoriali coinvolte nella proposta.