Cultura | Salto afternoon

Devoti alla musica

ll Trio Busch aprirà la nuova stagione della Società dei Concerti. Il pianista Omri Epstein racconta a Salto.bz cosa significhi vivere e suonare insieme.
Busch Trio
Foto: Kauop Kikkas

Omri Epstein, pianista, nel 2012 ha fondato con il violinista Mathieu van Bellen ed il fratello Ori al violoncello il Trio Busch. Nel 2016 il Trio, residente ad Amsterdam, ha ricevuto il Kersjes Prize, il più significativo riconoscimento per i musicisti in Olanda. Il 21 e 22 gennaio a Merano e Bolzano i tre musicisti interpreteranno “Sonatensatz” di Franz Schubert, con Daniel Palmizio alla viola, il Quartetto n.2 di Antonin Dvorak, e con Naomi Shaham il schubertiano “Quintetto della trota”. Omri Epstein ci racconta del Trio Busch, della libertà di spirito di Schubert e Dvorak, della bellezza (che non ci salverà).

 

Salto.bz: Omri Epstein, lei ha iniziato i suoi studi pianistici con Sarah Tal al Conservatorio di Tel Aviv, all’età di 7 anni. Ricorda la sua prima lezione?

A dire il vero, è passato così tanto tempo e la mia memoria comincia a giocarmi brutti scherzi! Forse dovrei preoccuparmi!

 

Lei ha descritto la nascita del Trio Busch come un processo spontaneo, come “il frutto di una amicizia che esisteva da anni”. Negli anni del Royal College of Music di Londra, oltre alla musica quali altre passioni vi accomunavano?

Condividiamo ancora oggi molte passioni come il ciclismo, la pesca, la cucina e il calcio. Dato che passiamo tanto tempo insieme, dobbiamo trovare qualcosa di cui parlare!

 

 

Nel sito del Trio Busch si legge: “Viviamo come monaci in un monastero”, e “Non lo facciamo per noi, veramente, ma per i nostri migliori amici”. Ci vuole raccontare di più?

L'essere un musicista richiede molte ore di devozione alla fede in un significato e uno scopo più profondi. Passione, rigore, curiosità e altruismo sono tutte qualità che fanno un vero artista. Noi aspiriamo a questo, e raramente riusciamo in tutto. È una ricerca che prosegue per tutta la vita.
 

Per Musik Meran e la Società dei Concerti di Bolzano suonerete musiche di Schubert e Dvorak. A questi compositori è interamente dedicata la vostra discografia. Cosa la affascina così profondamente nella musica di questi autori?

La vera libertà di spirito che hanno trovato nel comporre: Dvorak nell’utilizzare sonorità che sono espressione dell'autentico spirito ceco, Schubert nell’esplorare i limiti del possibile, nonostante le limitatezze della sua vita.

 

Pensa con Dostoevsky che “la Bellezza salverà il mondo”?

Trattandosi di Dostoevskij, meglio non discutere. Tuttavia, vorrei che avessimo più verità in questo mondo. Ai nostri giorni mi pare che la bellezza sia, piuttosto, occasione di distrazione, mentre il mondo intero sta affondando.

 

I prossimi progetti del Trio Busch?

Nelle prossime settimane ci esibiremo negli Stati Uniti, in Israele e in Germania, e i nostri piani a lungo termine dipendono soprattutto... da quanto bene continueremo a suonare!