Cronaca | Integrazione

“Ecco la corsa multietnica”

Papadam Diop non ferma le attività con i migranti al parco Stazione. “Niente cibo? Allora li invito a casa mia”. Comune e Explora smorzano la polemica.
Papadam Diop parco stazione
Foto: Papadam Diop

“Dalla cooperativa Explora mi hanno detto di lasciare il parco per altre iniziative, che posso fare la mia attività di ginnastica partecipata solo tre volte. Ma io non capisco. Non faccio concorrenza a nessuno, voglio solo aiutare questi ragazzi migranti che hanno bisogno di aiuto, per la casa e il lavoro. Io vado avanti”. Papadam Diop non si ferma. Dopo lo stop ai pranzi con i volontari al parco della Stazione, decretato per motivi sanitari come ha raccontato lunedì scorso il quotidiano Alto Adige, il sindacalista, che si è fatto conoscere inizialmente per aver portato il plogging a Bolzano, continua la sua attività. In realtà, dal Comune e dalla coop interessata arrivano delle precisazioni che mirano a fugare i presupposti della polemica. Non c’è nessun conflitto tra operatori e volontari, la comunicazione della coop è dettata dalle regole del bando Catchy park, promosso dall’amministrazione proprio sull’esempio di Diop: è quanto precisa l’assessore Juri Andriollo, in sintonia con Francesco Campana, presidente di Explora. “Quanto ad un sostegno mirato ai migranti - aggiunge - spero che la sua esperienza possa evolvere presto in un progetto strutturato”.

 

Plogging con Decathlon e la corsa “melting pot”

 

Mentre le posizioni rimangono distanti, Diop non si ferma e soprattutto non ferma i suoi progetti. Oggi tocca al plogging, l’attività che l’ex campione di karatè, originario del Senegal, ha portato a Bolzano. Si parte dalle 14 dal secondo piano del Twenty, davanti al Decathlon che sponsorizza l’iniziativa. Poi a piedi fino ai giardini del Talvera, per tre ore di giochi sportivi dalle 16 alle 19. Sabato 28 settembre tocca alla corsa multietnica: “Partiremo dalle 16.30 dal parco Stazione - annuncia -, per un giro di cinque chilometri, fino al Talvera e ritorno. Sarà aperto a tutti e pensato proprio per far incontrare i cittadini con i ragazzi migranti che stazionano al parco. Mi hanno detto che ci saranno: loro hanno bisogno di una mano e io non li abbandono, vado avanti”.

 

 

Qui pro quo su ginnastica e integrazione

 

Riguardo all’appuntamento settimanale con la ginnastica, il qui pro quo sarebbe nato attorno alle regole del bando, che in pratica ha dato una veste istituzionale all’iniziativa di Diop, aprendo però anche agli altri contributi. Lo stesso sindacalista finora aveva tenuto i suoi allenamenti nell’ambito del bando, che prevede anche un compenso. “Dopo tre volte mi hanno detto che non posso più tenerle, per fare spazio agli altri - racconta -. Ma l’allenamento e anche il pranzo sono soprattutto un modo per avvicinare i giovani presenti al parco. Loro vengono da me, mi conoscono, sono stato il primo ad andare nella zona quando per tutti era pericoloso”.

Diop è convinto che l’ente pubblico non faccia abbastanza per dare loro appigli concreti per rimettersi in carreggiata. “Sono persone giovani, che vengono soprattutto da Gambia, Senegal, Togo, Costa d’Avorio, Burkina Faso e Sierra Leone. Alcuni hanno appena 18-19 anni, sono disorientati e necessitano di un aiuto concreto. Manca loro la famiglia e un abbraccio può servire. Mi chiedono consigli per il lavoro, per la casa visto che dormono fuori. Ecco perché andrò avanti con i pranzi, questa domenica a casa mia. Invito degli amici, non possono dirmi niente. Quando sono arrivato in Italia, ero come loro: non li abbandonerò mai”.

 

 

 

Parola alle istituzioni

 

Dal Comune si cerca di smorzare i toni. “Papadam Diop è bravissimo e deve poter continuare a organizzare le sue iniziative in piena libertà”, afferma l’assessore alle politiche sociali Juri Andriollo, che però non ci sta a fare la parte del “cattivo” nella vicenda. “Il parco della Stazione, come le altre aree verdi della città, è aperto e libero, ciascuno può organizzarsi come crede al di là delle attività del bando. Inoltre, spero che per le attività mirate all’integrazione l’esempio di Diop possa tradursi presto in un progetto più strutturato”.

Anche Campana prova a chiarire quanto accaduto: “Catchy park sta andando bene, per l’intera durata di due mesi e mezzo abbiamo coperto tutti i giorni della settimana, con una dozzina di proposte diverse presentate dai cittadini. Tre volte è il massimo per avere un compenso e poter poi fare spazio agli altri, ed è quanto abbiamo spiegato a Diop. Il limite è stato inserito apposta nell’offerta tecnica per dare modo a tutti di partecipare. Quindi non c’è nessun conflitto nelle attività di animazione e integrazione, mi spiace solo che si sia creata questa polemica”.