Politica | Quirinale

“Grazie di tutto, Presidente”

Arno Kompatscher racconta a salto.bz l'ultimo “scambio degli auguri” con Sergio Mattarella al Quirinale. “Troppo spazio mediatico alle posizioni no-vax? Ha ragione”.
Kompatscher & Mattarella
Foto: Quirinale

salto.bz: Herr Landeshauptmann, ieri (20 dicembre, ndr) ha partecipato alla cerimonia dello “scambio degli auguri di fine anno” con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a Roma. Sarà stata una cerimonia diversa dalle altre, essendo quasi certamente l'ultima di Mattarella al Quirinale.

Arno Kompatscher: È stata una cerimonia ancora più sobria delle altre. A dire il vero lo erano sempre, perché il Presidente Mattarella ha questo stile sobrio, istituzionale, senza esagerazioni nelle cerimonie. Quella di ieri era senza il consueto rinfresco, per ovvie ragioni, e tutti i partecipanti – oltre a essere in possesso del Super Green Pass – dovevano anche possedere un test antigenico PCR fresco. Dopo il discorso della Presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, che ha sottolineato la buona performance dell'Italia nella lotta alla pandemia anche in termini economici, Mattarella ha ringraziato infermieri, medici e personale sanitario, nonché le forze politiche che hanno accettato il suo invito a collaborare superando le divisioni programmatiche – e gli enti locali, i Comuni, le Regioni per aver superato le frizioni iniziali. Il paese, dice, è stato in grado di prendere decisioni coraggiose, concrete e coerenti.

Immagino avrà avuto modo di salutare il Presidente Mattarella – un saluto tra due presidenti al loro ultimo mandato?

Abbiamo ascoltato tutti questo discorso, molto atteso, e a cerimonia finita il Presidente ha salutato i presenti. Io ho potuto brevemente ringraziarlo dicendo proprio “Grazie di tutto”, soprattutto per la sensibilità dimostrata nei confronti del nostro territorio e delle esigenze specifiche dell'Alto Adige.

Le agenzie di stampa hanno rilanciato molto il passaggio del discorso di Mattarella nel quale critica i media per aver dato “troppo risalto” alle posizioni no-vax. È d'accordo col Presidente?

Anch'io ho notato quel passaggio, che non era scontato, ma molto morbido. Non ha alzato la voce, si è limitato a dire che forse hanno avuto troppo spazio sui media. Non mi è sembrata una sparata a zero contro l'informazione, bensì un passaggio piuttosto mite. E devo dire che ha anche ragione. Spesso ascoltiamo troppo chi urla, perché sappiamo he la stragrande maggioranza della popolazione è vaccinata – pure in Alto Adige, dove siamo un po' in fondo alla classifica sebbene non più ultimi, per fortuna. Si è dato troppo spazio ai contrari e, tra i contrari, non tanto agli scettici bensì ai soggetti radicalizzati, che sono una piccola minoranza. Nonostante ciò, sembrava fossero di più.

Tornando al settennato di Mattarella e al “grazie” che lei ha espresso: di cosa lo ha ringraziato?

È uno dei politici che ha trovato più consenso tra i cittadini nella storia dell'Italia democratica. Ha sempre trovato le parole giuste, ma anche i modi e i gesti appropriati nelle situazioni più difficili da gestire. Sappiamo come nelle crisi di governo e in quelle parlamentari sia riuscito a evitare il peggio, a dare sempre stabilità al paese. Non solo facendo il garante della Costituzione – che è il ruolo proprio del Presidente – ma anche dando un indirizzo chiaro al Parlamento e alla politica sul come uscire dalla crisi. Ci è riuscito e i cittadini lo hanno compreso in pieno. Da ciò la grande stima di cui ha goduto nel suo settennato.

 

 

E dal punto di vista del Sudtirolo? Quali sono stati i momenti più significativi?

L'incontro a Merano con il Presidente della Repubblica austriaca Alexander Van der Bellen e il discorso che lì fece, nonché il recarsi al muro del lager di Bolzano e il commemorare la prima vittima del fascismo in Alto Adige – ovvero il maestro Franz Innerhofer – sono stati tutti gesti importantissimi per il nostro territorio. Anche l'aver accettato di ricevere gli onori degli Schützen: non tutti l'hanno capito, ma c'è chi ha apprezzato molto. Sono stati apprezzati tali messaggi distensivi, di superamento di vecchie logiche: il più alto rappresentante dello Stato ha dimostrato di conoscere la storia dell'Alto Adige, di riconoscere quanto accaduto. Ultimo gesto, la grazia concessa a Heinrich Oberleiter – il quale aveva espresso in modo chiaro il suo rammarico per quei fatti. A una domanda di grazia, Mattarella tempestivamente ha dato risposta. Credo sia una dimostrazione della grande sensibilità sempre avuta verso le peculiarità storiche del nostro territorio.

Anche in altre occasioni, su questioni riguardanti l'Alto Adige nelle varie trattative coi governi sui rapporti finanziari, è stato sempre molto sensibile nell'ascoltare le nostre istanze – senza immischiarsi nelle questioni, nel rispetto dei ruoli.

L'incontro con Van der Bellen a Merano, la visita al lager di Bolzano, la commemorazione del maestro Innerhofer, la grazia a Oberleiter, persino gli onori ricevuti dagli Schützen: tutti gesti molto significativi per il nostro territorio

Lei è fiducioso sulla scelta del successore (o della successora) del Presidente Mattarella?

Tutti avrebbero sostenuto una ricandidatura a un secondo mandato: una volta tanto si può dire tutti – o tantissimi. Credo che la stessa stragrande maggioranza dei cittadini accetti e comprenda le ragioni secondo le quali il Presidente Mattarella ha deciso di non candidarsi per un secondo mandato, essendo questa l'ennesima dimostrazione di una coerenza assoluta. Anch'io mi sarei augurato un altro mandato, ma pure io rispetto al 100% la sua scelta. Adesso è tutto da vedere: l'Italia ha avuto grandi presidenti, da Giorgio Napolitano – altro Presidente sempre molto attento e sensibile alle questioni dell'Alto Adige – a Carlo Azeglio Ciampi a Sandro Pertini. Speriamo, incrociamo le dita.

Che aria si respirava, a tal proposito, durante la cerimonia di ieri?

Non c'è stato nessun accenno da parte di Casellati o Mattarella. Nei colloqui a margine, prima dell'inizio e dopo la fine della cerimonia, ho avuto modo di parlare con quasi tutto il Governo e con i colleghi Presidenti di regione. Si è parlato molto di legge di bilancio, PNRR, pandemia, la famosa variante Omicron... non si è parlato, invece, di quello che succederà a gennaio. Forse non era il momento più appropriato per farlo.