Books | Salto books

Quel dibattito ingabbiato

Un libro di Maurizio Ferrandi racconta la battaglia del 1981 attorno al censimento etnico, ripercorrendone la cronaca (anche parlamentare) e i momenti più drammatici.
I giorni delle gabbie
Foto: Salto.bz

Non è un libro sulla questione del censimento, è la storia di quei due anni ruggenti – con un prima e un dopo”. Descrive così Maurizio Ferrandi la nuova pubblicazione di cui è autore il giornalista bolzanino, I giorni delle gabbie. La battaglia sul censimento etnico in Alto Adige/Südtirol quarant'anni dopo edito da Edizioni alpha beta Verlag. “Fu un momento di crisi assoluta, con un dibattito feroce, si pensi ai tre giorni di dibattito alla Camera, un unicum nella storia parlamentare”. La polemica debordò sulla stampa nazionale e i riflettori si accesero nuovamente sulla “questione altoatesina”. Il volume di Ferrandi sarà presentato oggi (21 dicembre 2021) alle ore 18 al Centro Trevi di Bolzano.

 

Anno Domini 1981

 

Nei vent'anni esatti che separano l'approvazione del Secondo Statuto di Autonomia dalla conclusione della sua fase di attuazione, il momento sicuramente più drammatico di confronto e di scontro sulle ragioni di quel processo politico fu quello del 1981, l'anno del primo censimento linguistico. Si diedero battaglia concezioni profondamente diverse sul come la società altoatesina dovesse interpretare il processo verso un sistema di tutela delle minoranze linguistiche che al tempo stesso garantisse una pacifica convivenza.

È dunque la storia di una lunga battaglia, il cui simbolo visivo indimenticato sono le gabbie degli alternativi di Alexander Langer fatte sfilare per le vie di Bolzano e poi portate davanti al Parlamento di Roma. È anche la storia di scelte individuali dolorose e penalizzanti, che condannarono alcuni degli obiettori alla perdita del posto di lavoro e che continueranno a pesare per decenni – sino all'esclusione dello stesso Langer dalle elezioni comunali di Bolzano. Ed è la storia di un lungo contenzioso politico e giuridico, di una guerra a bassa intensità che procede per aggiustamenti successivi, quasi fino ai giorni nostri, e con un compromesso che attenua ma non cancella il draconiano disposto normativo del 1976.

Dopodiché si entra nel campo delicato dell'identità, di cosa ci si sente” aggiunge Ferrandi, secondo cui “in un'Autonomia imperniata sulla separazione, il censimento ne è la fotografia”. La ricerca si avvale di una copiosa documentazione raccolta nell'archivio della Fondazione Alexander Langer di Bolzano, di alcune interviste – a Marco Boato, Guido Denicolò, Francesco Palermo e Karl Zeller – nonché in chiusura di un saggio del giornalista Hans Karl Peterlini.