Società | Contro la violenza

Nessun bavaglio

Caso tassista, sit-in di protesta affollato. Rungger: “Se ci sarà processo il Comune si costituisca parte civile”. Accarino (Cgil): “Sottovalutata gravità dell’atto”.
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Foto: Salto.bz

“Sindaco batti un colpo”, “Le strade sicure le fanno le donne che le attraversano”, “La violenza sulle donne è una sconfitta per tutti”, sono gli slogan che campeggiano su cartelli e striscioni e che riempiono un tardo pomeriggio di dicembre davanti alla stazione dei treni a Bolzano. “Le parole - scriveva Ingrid Bengis - sono una forma di azione, in grado di determinare cambiamenti”. Con questo spirito società civile e associazioni varie da “Se non ora quando” (al grido di “Non si può più stare in silenzio!”) a Centaurus, passando per la Cgil e qualche compagine politica, hanno manifestato contro la decisione della commissione taxi del Comune di non sospendere in via cautelativa la licenza al tassista Armando Sacco Zaut, accusato di aver aggredito una donna keniota trentenne la notte del 2 dicembre. Si accendono le fiaccole, qualche turista curioso con valigia al seguito si guarda intorno un po’ spaesato. Più di 200 persone affollano la lingua d’asfalto davanti all’area taxi. Capobandiera l’ex consigliera comunale dei Verdi Wally Rungger, la prima a lanciare l’idea del sit-in.

“Non è ancora arrivato un provvedimento serio da parte del Comune - tuona Rungger -. Episodi del genere non devono più accadere, l’autista del taxi numero 22 svolge un servizio pubblico e deve garantire la libertà e la sicurezza a tutte le donne e voi - dice rivolgendosi a un tassista che tenta di difendere la categoria - sfiduciate il vostro presidente e vicepresidente, dite loro di cambiare mestiere”. “Non si può solo aspettare, visto che i tempi saranno lunghi, che la giustizia faccia il suo corso”, afferma ancora la promotrice della protesta chiedendo che il Comune si costituisca parte civile in un eventuale processo a carico del tassista. Fra la folla anche il marito della biologa aggredita e altri volti noti della politica: i Verdi, con la consigliera provinciale Brigitte Foppa, l’ex assessora Patrizia Trincanato e l’ex candidata sindaco Cecilia Stefanelli, nonché Guido Margheri di Sinistra italiana. “È un atto dovuto essere qui stasera - commenta Andreas Unterkircher, presidente di Centaurus -, quanto accaduto è la dimostrazione che il pregiudizio è dietro l’angolo e ha tante sfaccettature”.

"La categoria andava tutelata e invece si è preferito fare finta di niente, le mie dimissioni sono state un atto di ribellione contro questo modo di operare"

In prima fila anche il presidente del CTCU, sindacalista della Cgil ed ex membro della commissione Taxi, Agostino Accarino, protagonista negli ultimi giorni di un botta e risposta con il sindaco Renzo Caramaschi. “Manifestiamo, ed è importante farlo tutti insieme, per rifiutare qualsiasi tipo di violenza, compresa quella sulle donne, il problema è che il Comune non si è reso subito conto della gravità dell’azione intrapresa dal tassista, bisognava agire a prescindere dal naturale iter giudiziario, era compito della commissione sospendere l’indagato anche nel suo stesso interesse e in quello della categoria, che per definizione è molto esposta e che dopo la vicenda si è trovata sotto attacco. Andava tutelata e invece si è preferito fare finta di niente, le mie dimissioni sono state un atto di ribellione contro questo modo di operare”. E ancora: “Nella commissione eravamo solo in due a rappresentare i cittadini, troppo pochi, le loro richieste vanno tenute più da conto”.

"La registrazione audio dell’aggressione è sufficiente a dimostrare come sono andate le cose, e poi perché il volto di quest’uomo ancora non si conosce?"

Arriva anche Ulrike Oberhammer, presidente della Commissione provinciale per le pari opportunità per le donne, che pochi giorni fa aveva inviato una lettera aperta, dai toni accesi, al primo cittadino, chiedendo, con decisione, la sospensione della licenza dell’autista del taxi in questione. “La vittima - riferisce Oberhammer - ha avuto un grande coraggio a rendere pubblico questo grave episodio, spesso, quando accadono fatti violenti come questi non si crede alle donne che li subiscono e anzi vengono incolpate, in questo caso, a prescindere che fosse ubriaca o meno, la signora ha pagato la corsa in taxi ed è stata buttata fuori dal veicolo dopo essere stata malmenata, la registrazione audio dell’aggressione è sufficiente a dimostrare come sono andate le cose, e poi perché il volto di quest’uomo ancora non si conosce quando sui giornali si pubblicano anche le foto degli autori dei più minimi furti?”. 

Oberhammer non risparmia le sue critiche a Caramaschi: “Stasera qui non si vedono né il presidente della cooperativa taxi né il sindaco, che avrebbe dovuto assumersi le sue responsabilità invece di scaricarle, perché il regolamento parla chiaro: la commissione ha solo carattere consultivo, quindi spetta al primo cittadino decidere in merito alla licenza”, e conclude: “Ora anziché chiamare un taxi preferisco andare a casa a piedi e sono sicura che non sono l’unica a pensarla così. Non voglio certamente fare di tutta l’erba un fascio ma proprio perché si tratta di un servizio pubblico pretendiamo sicurezza”.