Politica | L’intervista

“Fugatti, braccino corto”

Ugo Rossi e il Patt, tra critiche e carezze alla Lega - e i voti di Salvini. “Maltempo, poche risorse. Noi lavoriamo all’alternativa, sempre con l’Svp: non si dividerà”.
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Foto: Patt

salto.bz: Ugo Rossi, ex governatore del Trentino, ora consigliere provinciale in un partito, il Patt, che ha conservato i suoi voti mentre gli ex alleati Pd e Utp sono crollati, che momento è per la politica e la società trentina? 

Ugo Rossi: centrodestra e centrosinistra appartengono al passato, il bipolarismo è finito e ci troviamo ora con un populismo che mette assieme elementi di estrema sinistra e di destra. Un mix che piace in tutto il mondo e offre risposta facili alle difficoltà delle persone. Ricordiamoci però che nella storia è stato pericoloso. Le dittature sono nate su questo matrimonio tra esigenze del popolo e risposte del leader.

In Trentino e anche in Alto Adige siamo in un ciclo particolare. Il bipolarismo è finito e assistiamo al populismo, che mette assieme elementi di destra ed estrema sinistra. Ricordiamoci che questo mix tra leader e popolo ha fatto nascere le dittature

In Trentino Alto Adige l’ondata leghista è venuta per restare?

In Trentino, e in parte anche in Alto Adige dove l’elettorato tedesco in parte è stato sensibile a questa deriva, siamo in un ciclo particolare. Il nome stesso del partito, Lega Salvini, mostra il peso di un leader nazionale sul locale. Il nostro impegno è evitare che l’autonomia venga derubricata a semplice ancella di un’impostazione nazionale. L’omologazione è un pericolo ed è quello che il Patt e io contrastiamo.

Lei a sorpresa è uscito vincitore nella debacle collettiva delle forze che facevano parte del centrosinistra autonomista, al governo per 15 anni e più in Trentino. Si è preso una rivincita?

C’era la possibilità di proseguire l’esperienza fatta, se ci fosse stata lealtà dall’inizio. La sberla delle elezioni politiche invece è stata usata per farmi fuori. 

Per paradosso, Upt e Pd adesso se la passano peggio del Patt

Sono molto rispettoso delle questioni degli altri partiti. Seguo con attenzione l’evoluzione nazionale del Pd, anche se mi pare che non abbiano ancora trovato la strada. Quanto al Pd trentino, aveva la possibilità di un progetto territoriale, ma non l’ha colta. Resta molto incerto sul suo essere. Ma guardando oltre c’è tutta una impostazione da dare alla politica per uscire dai vecchi schemi cui eravamo abituati. 

Il centrosinistra autonomista è stato liquidato e la sberla delle politiche è stata usata per farmi fuori. Ora però bisogna rifondare la politica fuori dai vecchi schemi. Rispetto il Pd, ma non ha ancora trovato la sua strada

La vecchia alleanza ha un futuro?

Il centrosinistra autonomista è stato liquidato, anche a livello lessicale. Una parte del Pd non l’aveva capito, ma è un discorso chiuso.

 

 

Ce l’ha con qualcuno?

No, è stata un’idea, quella di evitare che il Patt e Rossi continuassero ad avere una leadership. D’altronde è la storia della sinistra italiana, tirare giù il leader quando c’è.  Ci sono stati però anche errori miei: ho fatto tanta amministrazione e meno politica, ce ne voleva di più.

Hanno impedito al Patt e a me di continuare ad avere una leadership. Del resto è la storia della sinistra italiana, tirare giù il leader quando c’è. Anch’io però ho fatto errori: tanta amministrazione e meno politica

Il Patt ha tenuto per le sue Stelle alpine, per il richiamo identitario?

La società trentina è fatta da tante persone che continuano a volere risposte efficaci in tempi complessi. Non la politica della chiusura, delle divise, della faccia truce. Si tratta adesso di far lievitare questa quota di società che ha dato un’autentica adesione al progetto autonomista, verso qualcosa di più importante, seguendo l’evoluzione nazionale.

E come si fa?

Lavoriamo per costruire l’alternativa, un progetto sia territoriale, sia autonomista, fuori dagli schemi del centrosinistra, con le persone di buona volontà. Ci sarà prima o poi l’esigenza di tornare alla serietà e non più alle esasperazioni. Io credo nel Patt, una casa interessante che più aiutare altri partiti.

Il Patt ha tenuto perché tante persone continuano a volere risposte efficaci in un mondo complesso. Si tornerà alla serietà e anche la Lega per forza avrà un’evoluzione in senso “normale”. Noi lavoriamo per un’alternativa, aiutando altri partiti.

Lei pensa davvero che si “tornerà alla serietà”?

Più che a una ripresa culturale del centrosinistra penso sicuramente a un’evoluzione in senso “normale”, anche della Lega stessa. Con le esasperazioni non si va avanti.

Che giudizio dà dell’avvio di legislatura della Lega e del governatore Fugatti, a partire dalla stretta all’accoglienza che lascerà a casa almeno 140 lavoratori del settore?

Parto dall’accoglienza: io mi rifaccio all’esperienza di Giovanni Corrà, da assessore dell’allora comprensorio della val di Non, che tanti anni fa organizzò corsi di lingua italiana per gli stranieri. Si era reso conto che per evitare problemi futuri fosse necessario puntare sull’integrazione. Penso quindi che i problemi vadano gestiti, a cominciare dalla funzionalità dello Stato. Che ha fatto sempre poco - e anche Salvini è stato inefficace - per un sistema che consenta di stabilire in due, tre mesi se uno ha diritto o no a rimanere e quindi se ha diritto all’accoglienza. 

Sull'accoglienza mi riallaccio allesperienza di tanti anni fa in val di Non: i corsi di lingua per lintegrazione. La stretta è sbagliata negli effetti. I problemi vanno risolti, se si dice accogliamo di meno e basta restano lì

Ma sul giro di vite deciso dalla giunta?

Non lo condivido rispetto agli effetti. Anche in Alto Adige si adotta una politica simile a quella fatta da noi nella passata legislatura. Pensare di non gestire il fenomeno, di dire semplicemente accogliamo di meno è illudersi. I problemi restano lì, si spostano e basta. Infatti la politica decide sempre meno. 

Del nuovo governatore, alla luce della sua esperienza da ex, cosa pensa?

Devo riconoscergli un grande impegno e una coerenza di fondo rispetto ai temi della campagna elettorale, per rispondere alla pancia leghista. Ma arriveranno i problemi, vedremo che capacità metterà in campo. Sul maltempo ho visto braccino corto e poca fantasia.

Guardando a Bolzano, il Patt è sempre l’alleato di ferro dell’Svp, o la costola trentina della Volkspartei?

Non siamo una costola, abbiamo la nostra dignità e autonomia, ma siamo due partiti con la stessa ispirazione. È facile ritrovarsi, vediamo tutti gli atti di Kompatscher.

 

 

Ritrovarsi anche a sostenere Berlusconi e Forza Italia alle europee, non è un accostamento che stride?

È solo un accordo legato al meccanismo senza il quale non potremmo avere un deputato. Siamo nella famiglia del Ppe e Dorfmann è per noi una garanzia.

Saremo sempre con lSvp, siamo due partiti affini, entrambi per lautonomia. Con Berlusconi alle europee? È per eleggere Dorfmann, una garanzia

Sempre e comunque con l’Svp, ma con quale Volkspartei, visto che anche a Bolzano si litiga?

Anche l’Svp a resistito a due fenomeni, il venire meno dei voti italiani attratti dalla Lega e l’erosione dell’elettorato tedesco a opera di Köllensperger. Chi governa deve saper mantenere salda l’idea autonomista e in questo Kompatscher ha dimostrato di essere capace. Dentro il partito di raccolta ci sono equilibri che dovrà saper garantire. Ma non faranno l’errore di dividersi.

Riguardo alla Regione, la Lega trentina vuole potenziare l’ente, l’Svp si oppone e intanto si discute della giunta. Come finirà?

Da Bolzano continueranno a dire di voler ridurre l’istituzione, da Trento di volerla potenziare, ma bisognerà stare insieme per fare cose buone che servano ai cittadini, la previdenza e la sanità integrativa, l’autostrada A22, i rapporti con lo Stato e l’Euregio. Noi saremo sempre in collegamento con l’Svp anche a livello regionale, sosterremo in consiglio i governi con la Volkspartei.

In Regione trentini e altoatesini devono per forza stare assieme, facendo cose utili ai cittadini su pensioni, sanità, A22. Per le suppletive in Parlamento vedo bene dei giovani

Alle suppletive in Trentino, per i seggi alla Camera lasciati liberi da Fugatti e Zanotelli, che fate?

Avremo persone che potranno forse fare un buon risultato, nell’ottica che dicevo di uscire dall’esasperazione leghista.

Chi saranno, magari il giovane vicesegretario Simone Marchiori?

Non lo dico, ne parleremo nel nostro congresso a marzo. Ma vorrei ci fosse un po’ di ricambio, non lo nego.