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CasaPound, Che Guevara e “il negro”

Il consigliere comunale di CasaPound Maurizio Puglisi Ghizzi prende a modello una presunta citazione del Che per puntare il dito sull’“immigrazione incontrollata”.
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Foto: upi

Un post illuminato quello che il consigliere comunale di CasaPound a Bolzano Maurizio Puglisi Ghizzi affida al palcoscenico di Facebook (sulla pagina di #Bolzano in Comune) quest’oggi. “Da sempre considero Ernesto Guevara detto il Che una figura di riferimento per il suo essere rivoluzionario e per la coerenza che lo ha contraddistinto nella vita e nella morte”, esordisce Puglisi Ghizzi. Non è la prima volta, in effetti, che i fascisti del terzo millennio dimostrano una certa simpatia per il guerrigliero argentino.

Ma una precisazione è d’obbligo, completa di sofisticato e mai sgualcito riferimento all’“immigrazione incontrollata”: “Penso sia fuor di dubbio la mia appartenenza ed il mio credo politico come è risaputo che nell’immaginario collettivo (per gli ignoranti insomma) Che Guevara sia un’icona della sinistra di tutto il mondo, quella sinistra che a Bolzano come nel resto d’Italia organizza e partecipa alle marce pro immigrazione (incontrollata) accoglienza (ad ogni costo) e via via discorrendo”.

Lo zenit si raggiunge infine con una presunta citazione del Che: “Il negro è indolente e sognatore, spende il suo magro salario in frivolezze o bevande, l'europeo ha una tradizione di lavoro e risparmio che l'ha portato fino a quest'angolo e lo porta a migliorare se stesso, anche indipendentemente dalle sue stesse aspirazioni individuali...faremo per i negri quello che i negri hanno fatto per la rivoluzione. Niente”. Purtroppo, come rilevato e come accade spesso in casi del genere, la citazione riportata da Puglisi Ghizzi omette il testo e il contesto dal quale sarebbe tratta. Resta solo il gesto di annessione del nome di un presunto “nemico politico”, al fine di allargare la superficie di un’opinione razzistica che si vorrebbe accreditare non solo grazie a un becero senso comune, ma ai fini di riscontrare una supposta verità oggettiva e, come si dice oggi, ampiamente trasversale.