Politica | Doppia cittadinanza

Austriaci col minimo sforzo

Secondo Süd-Tiroler Freiheit il conseguimento della doppia cittadinanza non implica una revisione essenziale del dettato costituzionale austriaco e non avrebbe rilevanti conseguenze: né pratiche, né politiche.
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Foto: Tommaso Vian

In una conferenza stampa tenutasi stamani (24 giugno) presso il Consiglio provinciale, il movimento Süd-Tiroler Freiheit ha illustrato i passi principali – e le eventuali conseguenze – per riuscire a consentire ai cittadini sudtirolesi che ne facciano richiesta di ottenere la doppia cittadinanza.

Secondo quanto appreso da un gruppo di giuristi incaricati di esaminare la questione, la procedura non comporterebbe una modifica sostanziale della giurisprudenza austriaca – che di fatto non prevede un uso estensivo della doppia cittadinanza –, ma una semplice modifica di un articolo già esistente (§58c). Il rilascio della doppia cittadinanza è infatti attualmente previsto solo per quei cittadini che ne erano stati privati prima del 9 maggio 1945 in seguito ad espatrio causato dalla persecuzione nazista. Il punto aggiuntivo – redatto da Süd-Tiroler Freiheit – prevederebbe ora di estendere questo diritto ai discendenti in linea diretta di chi possedeva l’Heimatrecht riconosciuto dalla Monarchia austro-ungarica prima dell’entrata in vigore dell’accordo di Parigi (1920) e risiedeva nel territorio dell’attuale provincia di Bolzano (dunque ne sarebbero esclusi i trentini e la grandissima parte degli italiani dell’Alto Adige).

Sempre secondo quanto esposto da Süd-Tiroler Freiheit, una tale modifica non produrrebbe rilevanti conseguenze pratiche o politiche: i nuovi cittadini verrebbero considerati alla stregua di semplici „Auslandsösterreicher“ (austriaci residenti all’estero). Essi dunque continuerebbero a rimanere sostanzialmente ininfluenti per gli equilibri interni dei due Paesi, pagherebbero le tasse in Italia e non dovrebbero prestare servizio militare obbligatorio in Austria (dove, a differenza dell’Italia, è ancora previsto).