Cronaca | L'ESPANSIONE

"Non monopolio, ma sinergia"

Michl Ebner e l'ultimo acquisto di Athesia: il quotidiano l'Adige. "La stampa si salva con le aggregazioni. Ma le redazioni rimarranno distinte. Nessuno sarà licenziato".
Ebner
Foto: Salto.bz

salto.bz: Michl Ebner, amministratore delegato di Athesia spa, ora il gruppo guidato dalla famiglia Ebner, che già controlla Seta spa, società editrice di Alto Adige/Trentino, ha preso il possesso dai conti Gelmi di Caporiacco del 100% di Init srl. Si tratta della holding da cui dipendono Radio Dolomiti, la concessionaria di pubblicità Medialpi e il quotidiano l’Adige, il più letto in Trentino. Da dove nasce questo passaggio che conferma l'espansione regionale di Athesia?

Michl Ebner: questa sicuramente è un giornata emozionante, come lo è il percorso che abbiamo fatto. I primi contatti furono con il conte Francesco Gelmi di Caporiacco, scomparso 22 anni, per una collaborazione ripresa in altre circostanze. Dagli interessi comuni è nata un’amicizia che alla fine ha portato a questo risultato del passaggio delle consegne, sono grato alla contessa Marina e al conte Sergio di avere avuto fiducia in Athesia per questo loro gioiello. Nonostante la crisi del settore l’Adige è riuscito ad avere delle difficoltà molto minori del resto della stampa nazionale. Radio Dolomiti ha incrementato notevolmente la propria audience.

Adesso che succede?

Sarà un’impresa non facile in un settore che è in crisi da dieci anni con peggioramenti dei fatturati del 60% per la diffusione e la pubblicità se guardiamo ai dati nazionali. Quelli degli Stati Uniti sono ancora peggiori, quelli della Germania non tanto quanto, ma sono comunque bassi, l’Austria è in linea. Non abbiamo toccato ancora il fondo. Proprio per questo si sono viste in Italia tante combinazioni. Ad esempio sono stati riuniti i giornali del Sud Italia. Per questo è importante che i gruppi autonomi siano coesi e possano utilizzare le sinergie industriali mantenendo quella autonomia redazionale di testata che è importantissima. Per un editore sarebbe insensato fare un melting pot di idee. Va dato merito al direttore de l’Adige Giovanetti di avere dato una caratteristica particolare che va mantenuta perché ha avuto il consenso dei lettori.

Non sarà facile operare in un settore nel quale i fatturati di diffusione e pubblicità sono peggiorati del 60% in dieci anni. I gruppi autonomi devono essere coesi e utilizzare le sinergie industriali mantenendo le testate autonome, che è importantissimo. Per un editore sarebbe insensato fare un melting pot di idee

Adige e Trentino, è stato detto nel comunicato stampa, non si fondono. È così?

Non c’è nessun progetto di fusione, le due testate rimarranno distinte, con dei corpi redazionali autonomi. D’altra parte in questo periodo di crisi bisogna utilizzare le sinergie possibili per back office, tecnica, pre-press, diffusione, trasporto.

La dimensione è sempre più regionale, c’è un motivo?

Io sono convinto per provenienza familiare e politica che la regione per questo territorio è un valore importante, un valore che purtroppo non è più condiviso da tutti per varie ragioni. Però è la salvaguardia per gli uni e gli altri. Come Athsia siamo nati nel 1888 a Bressanone quando l’arcidiocesi di Trento arrivava fino a Chiusa, fino al 1964. La nostra famiglia per parte di padre proviene da Aldino che è confinante con il Trentino direttamente. In estate ad Aldino il nostro raggio d’azione era la val di Fiemme e Cavalese. Papà era molto attivo nell’ambito dell’Asar dopo la seconda guerra mondiale. Abbiamo tanti ricordi ma trovo che ci siano delle necessità. Avere la Regione e difendersi assieme da chi vuole abolire gli Statuti speciali è una cosa vitale. Va poi ricordato che l’attività di Athesia è presente in tante altre realtà anche in Trentino, sotto Brennercom, Smartline, Alpina Tourdolomit e altri marchi.

Adige e Trentino non verranno fusi, rimarranno corpi redazionali distinti. Le sinergie varranno per back office, pre-press, diffusione, trasporto

 

 

Il Trentino come provincia e tessuto imprenditoriale è rappresentato dai nomi scelti nel cda. Da Gianni Bort, presidente della camera di commercio di Trento, al notaio Paolo Piccoli. Sono nomi di garanzia?

Credo che questo punto del regionalismo e dell’autonomia è una questione che ci riguarda tutti. Per questo Athesia ha proposto a personaggi noti e molto riconosciuti nel Trentino, ci sono anche Enrico Zobele, presidente di Confindustria, e Fabrizio Lorenz, di far parte del cda e li ringrazio. Del collegio dei sindaci faranno parte Michele Iori (guida del consiglio di gestione della fondazione Caritro, ndr) come presidente e Isabella Mellarini, aiutati dal terzo sindaco effettivo Peter Glira, presidente del collegio dei sindaci del gruppo Athesia. Luciano Paris (ad di Init, ndr) garantirà la continuità nel passaggio nel prossimo futuro.

Il monopolio informativo? Se guardiamo la carta geografica i giornali locali sono unici in tante province italiane, pensiamo a Parma, Piacenza, Verona, Brescia, e anche in Austria e Germania è così. Da noi avviene quello che altrove è già avvenuto. Altrimenti la stampa non sopravvive. Ma l'autonomia delle redazioni rimane, Dolomiten, Alto Adige/Trentino e Adige rimarranno distinti

Veniamo alla critica principale che riceve Athesia e che con questa ulteriore acquisizione ottiene maggiore vigore: la presenza o meno di un “monopolio” informativo – e politico – ottenuto sommando le varie voci editoriali. Cosa risponde su questo?

Se si guarda la carta geografica e le evoluzioni del settore, che vengono chiamate concentrazioni, ma si fatto sono stati messi assieme gruppi editoriali perché la crisi ha colpito brutalmente. La collaborazione, l’andare assieme, come è avvenuto in Sicilia e Calabria (la fusione di La Gazzetta del Sud e Giornale di Sicilia, ndr) è stata un’iniziativa volta a garantire la sopravvivenza di quei giornali. In Austria ogni regione ha un unico giornale locale, poi ci sono i nazionali. Una situazione simile c’è in Germania. Questa situazione la stiamo vivendo in parte anche in Italia. La Gazzetta di Parma è unica, la Libertà di Piacenza è unica, lo stesso l’Arena di Verona e Brescia Oggi. Di fatto da noi avviene una situazione che in altre province è già avvenuto. È l’unico modo per salvaguardare la carta stampata. Se non ci si mette assieme la carte stampata non riesce a sopravvivere. Ma in questo contesto è importantissima l’autonomia delle singole redazioni. È un concetto che vogliamo portare avanti, prendendo esempio da Dolomiten e Alto Adige, pienamente autonomi e che rimarranno distinti. Sarebbe insensato fare il contrario. Il lettore che compra l’Adige o un altra testata fa una scelta quotidiana.

Dal punto di vista occupazionale e del riassetto, come si procede?

Istituiremo una decina di gruppi di lavoro sulle varie attività operative che studieranno le possibilità di sinergia riguardo alla parte tecnica nel senso ampio. Quanto al personale, ho messo per iscritto alla contessa che non ci saranno licenziamenti. Per l’evoluzione operativa quotidiana dovremmo trovare le sinergie, però confermo: non ci saranno licenziamenti.

Non so come saranno i giornali tra dieci anni. Athesia da 25 anni diversifica gli investimenti per affrontare i tempi bui e riuscire a mantenere in piedi la carta stampata

Può dare un dettaglio dei costi dell'operazione? Il Corriere ha parlato di "un punto di caduta" della trattativa sui 18,5 milioni di euro.

Chiedo venia se su questo i dati rimangono riservati.

Come immagina la carta stampata tra dieci anni?

Non so rispondere, ma sono fiducioso. Confido nel valore della carta stampata. Quanto ad Athesia, la nostra strategia da 25 anni è diversificare gli investimenti, nel turismo e altri settori, per avere la forza economica necessaria a investire nei tempi bui e riuscire a mantenere in piedi la carta stampata. A cui noi crediamo.

La sede di via Missioni Africane sarà oggetto di cessione?

Sarà sicuramente oggetto di uno dei gruppi di lavoro ma non è una questione primaria. Inizialmente vorremmo trovare le sinergie individuabili in tempi brevi. Andremo avanti per gradi, sarà oggetto di valutazione questa sede ma non perché rientra in un progetto preciso già pronto. Naturalmente avere una redazione vicina ai luoghi decisionali è importante, ma anche altre redazioni lavorano un po’ fuori dal centro di potere tipo Alto Adige a Bolzano, lo stesso Trentino e Dolomiten pure ha una situazione ibrida, la centrale è in zona industriale e c’è un avamposto in centro città.

La pubblicità, che tipo di prospettive ci sono?

L’integrazione di Media Alpi sarà oggetto di un gruppo di lavoro. Ci sono delle sinergie notevoli che devono essere fatte emergere. Ovviamente ci troviamo in un settore che ha avuto dei cali notevoli, d’altra parte vedo che la carta stampata è sempre ancora quella tra le più efficienti riguardo alla pubblicità. Sarà al centro del lavoro che per quanto mi riguarda comincerà domani.

Per Athesia è fondamentale la distribuzione dei quotidiani nelle case degli abbonati, basta pensare alla testata Dolomiten in Alto Adige. Le due Province contribuiscono finanziariamente al servizio. Come ad della società è soddisfatto?

Io sono critico per quanto riguarda il recapito alternato perché non è contemplato nella direttiva dell’Unione europea. Era previsto che fossero per le isole greche quando c’è mare grosso, non perché una società dal servizio universale è passata a fare servizi finanziari usufruendo di un’agevolazione. Riguardo al lavoro quotidiano abbiamo in atto come Athesia e Seta una discussione piuttosto animata con le Poste perché il servizio reso è carente. Sono interessati in provincia di Bolzano 102.000 abbonati al giorno, una situazione insostenibile. Si viene meno agli accordi con le due giunte.