Politica | La strategia

Test, in Alto Adige ci sarà una fase 2

Monitoraggio con sorteggio e allerta preventiva in caso di focolai. Screening di massa: hanno partecipato oltre 362.000 persone, 3.619 i positivi.
Screening Covid-19
Foto: Ivo Corrà

Concluso lo screening di massa si tirano le somme, non senza indulgere ancora nell’ennesimo momento auto-celebrativo. Durante la videoconferenza stampa di oggi, 26 novembre, l’assessore Thomas Widmann - affiancato dal direttore generale della Asl altoatesina Florian Zerzer e dal responsabile del progetto sui test rapidi Patrick Franzoni -, prodigandosi in ringraziamenti diffusi verso la popolazione per l’ampia partecipazione allo screening, difeso come strategia giusta e opportuna per interrompere la catena del contagio da Covid-19 (non è della stessa opinione però il virologo Andrea Crisanti), ha ribadito che data la situazione epidemiologica “possiamo mantenere la promessa e riaprire alcune attività economiche, ma attenzione: continuiamo a seguire le regole per evitare una terza ondata di coronavirus”.

 

I tre pilastri

 

Dopo la campagna di test rapidi antigenici a tappeto si passa alla fase 2. Il primo dei tre pilastri del sistema di allerta preventiva per la diffusione del Covid-19 si basa sul cosiddetto “Monitoraggio Alto Adige”.

4000 altoatesini saranno estratti a sorte e a loro verrà chiesto di sottoporsi volontariamente a un test settimanale (ripetuto per la durata di un mese); a questi vanno aggiunte 900 persone che operano nel mondo della scuola. Ogni mese il campione di partecipanti sarà sostituito, e i primi test si faranno tra circa due settimane. “Pensiamo di riuscire così a individuare per tempo eventuali nuovi focolai” dice Zerzer.

Per svolgere questo monitoraggio a campione verranno utilizzate le 12 stazioni fisse messe in piedi dall’Azienda sanitaria in collaborazione con Croce Bianca e Croce Rossa a Bolzano (due), Merano, Egna, Vipiteno, Bressanone, Brunico, Val Gardena, San Candido, Silandro, Malles e Pedraces.

 

Con l’abbassamento del numero di persone positive al Sars-Cov2 sarà possibile riprendere con il contact-tracing e questo corrisponde al secondo pilastro dell’iniziativa, mentre il terzo sarà costituito dalla ripetizione del programma di screening diffuso qualora dovessero emergere dei focolai di infezione con hotspot presso singoli comuni, aziende, scuole, ecc.

Poi, in collaborazione con l’Agenzia provinciale per l’ambiente e la tutela del clima, proseguirà il progetto pilota sull’analisi delle acque reflue per individuare la presenza del virus, e “potranno essere ripetuti dei test settoriali come quelli eseguiti nel corso dei mesi estivi sui lavoratori del turismo” spiega Widmann. Inoltre andranno attuate collaborazioni, ad esempio con Assoimprenditori, per effettuare test nelle aziende, riferisce Zerzer.

 

Il bilancio

 

A Franzoni il compito di snocciolare i numeri della prima fase del progetto che si è conclusa ieri sera, mercoledì 25 novembre. Alla campagna di screening hanno partecipato 362.050 persone, di cui 348.996 risultano residenti in Provincia di Bolzano, dove la percentuale di partecipazione è stata del 65% rispetto al totale degli abitanti. “Dato che sale all’80 per cento se si sottraggono al computo globale le circa 90.000 persone che non avevano i requisiti per partecipare all'iniziativa e che quindi erano già state escluse a priori” chiosa Franzoni. I positivi al Covid-19 sono stati 3.619, pari all’1% del totale delle persone testate.

Nello specifico nel comprensorio sanitario di Bolzano hanno aderito allo screening 166.154 persone con una percentuale di positivi al Sars-Cov2 dello 0,8% (1.376 persone). Nel comprensorio sanitario di Merano i partecipanti sono stati 88.860 con 1.086 positivi (1,2%), in quello di Bressanone si sono fatte testare 52.618 persone (565 positivi pari all’1,1 per cento), mentre nel comprensorio sanitario di Brunico la quota è stata di 54.418 partecipanti con 592 positivi (1,1%).