Economia | Bolzano

La carica dei 14

Areale, si fanno avanti potenziali investitori locali, nazionali e internazionali. Dalla Signa di Benko alla Habitat dei Tosolini, ecco gli interessati al megaprogetto.
Il rendering dell'areale ferroviario di Bolzano
Foto: upi

L’operazione Areale ferroviario bolzanino fa gola. Nonostante il costo stellare, un miliardo e 200 milioni di euro, non sono pochi, infatti, i soggetti che hanno mostrato il proprio interesse verso il megaprogetto cittadino. I 14 potenziali investitori partecipano alla “due giorni” (ieri e oggi) di market test e roadshow nella sede della Camera di commercio di Bolzano e stanno conducendo singolarmente colloqui con lo staff di advisor di ARBO per approfondire i dettagli del progetto di riqualificazione di un’area che comprende 48 ettari su cui attualmente si trova il sedime ferroviario. “Questa ampia manifestazione d’interesse (che non significa l’automatica partecipazione alla gara europea prevista entro la fine del 2020, ndr) dimostra che tutti credono in questo progetto” ha osservato il presidente della Provincia Arno Kompatscher

 

I nomi 

 

Secondo il bando attuale l’appalto andrà a un unico investitore. Ma chi sono i 14 partecipanti? C’è la Signa Holding del magnate austriaco René Benko, che già da qualche tempo si era fatta avanti; l’ultracentenaria impresa edile della famiglia Ausserhofer, la Unionbau di Campo Tures; la Habitat Spa della famiglia Tosolini; la Pichler Projects, specializzata in strutture in acciaio e facciate continue per edifici; gli studi di ingegneria Holzner & Bertagnolli Engineering di Lana e Patscheider & Partner di Malles. Fra i colossi nazionali spuntano la romana Zeis srl, società edilizia del gruppo Salini; lo sviluppatore immobiliare bresciano Cds Holding (specializzato in centri commerciali e hotel); la società di costruzioni friulana Rizzani de Eccher e la società di ingegneria bolognese T.H.E.MA. Srl. In campo anche le austriache Raum Umwelt Planungs, società che si occupa di pianificazione territoriale e paesaggistica; e la multinazionale Ilf Consulting. Partecipano anche gli Ordini professionali altoatesini di architetti e ingegneri
Una volta individuato il soggetto economico che realizzerà il progetto, i soci pubblici – Provincia e Comune di Bolzano – venderanno le proprie quote di ARBO, privatizzando la società e dando così inizio ai lavori, entro il 2022.