Società | Ripartenza

“Noi, tre generazioni e il Covid”

La difficoltà di questo periodo vista da giovani, adulti e anziani. A Emily è mancato il contatto con gli amici, a Max uscire di casa. Ada: “Ho riscoperto la calma”.
tracce spiaggia
Foto: Min An on Pexels

Ripartenza: ci siamo davvero fermati? La domanda resta senza risposta, ma per provare a capire meglio quello che è successo dalle settimane più difficili dell’emergenza coronavirus in poi abbiamo raccolto tre testimonianze. Sono tre generazioni a confronto, punti di vista diversi in un’unico racconto collettivo. Su quello che è stato questo periodo, come l’abbiamo vissuto, cosa abbiamo imparato. Se i tratti comuni sono dettati dalla cornice, ogni esperienza è unica. E per questo va raccontata.

Emily, 17 anni, vive a Rovereto: “Senza dubbio mi è mancato il contatto umano, lo stare insieme alle persone, agli amici e ai cari e condividere momenti speciali”. Emily ci racconta che le è mancato stare all’aria aperta e condurre una vita “normale”, ha avuto stranamente nostalgia dell'ambiente scolastico, le sono mancate perfino alcune tensioni pre-interrogazione/prova.

Ci racconta come questo periodo abbia aperto gli occhi a tutti e fatto realizzare tante cose che prima si davano per scontate. Il semplice gesto di toccare e muoversi con libertà si sono dovuti escludere per un po' di tempo. Ha imparato a sapersi adattare, a cercare di mantenere una routine non scandita da tanti impegni e orari esterni. Ha scoperto le possibilità delle tecnologie (che in realtà sono venute abbastanza in automatico).

“La tecnologia ha sostituito la nostra vita quotidiana, un mezzo alternativo alla normalità, che si è tuffata nelle nostre vite quasi in modo spaventoso. Ho scoperto e letto tanti articoli a riguardo e imparato ad apprezzare di più anche ciò che spesso davo per scontato, come una boccata di aria fresca, una stretta di mano o l’abbraccio tra amici e persone. Mi ha fatto realizzare quanto veloce e frenetico sia diventato il mondo”.

Se le chiediamo se c’è qualcosa del periodo pre-emergenza che vorrebbe non ripartisse più, Emily risponde così: “Ho pensato a lungo a questa risposta, ma non l'ho ancora trovata. Penso sia un segno molto positivo, in quanto ho apprezzato molto tutto ciò che facevo e vivevo prima dell'emergenza. Prima si potrà tornare alla normalità meglio sarà.”

 
 

Max, 29 anni, abita a Bolzano: “Banalmente la cosa che mi è mancata di più è stata l’uscire di casa. Non ho problemi con la distanza sociale, non sarei uscito per vedere persone. Però il non poter uscirmene di casa per farmi un giro da solo o farmi 50/60 chilometri in bici, questo è stato castrante. Poi si andava verso la bella stagione lasciando l’inverno alle spalle. Quindi sì direi che più di tutto mi è mancato il poter uscire”.

La costrizione comunque, anche solo nello spazio vitale, nei movimenti, ti ingegna

E che cosa ha imparato Max in questo periodo?

“Molto concretamente - racconta - ho imperato a fare il pane. Ho scoperto che sto molto bene da solo e ne ho avuto la riconferma. Ho avuto la conferma che dovermi adattare ai ritmi del mondo è per me un’assurdità, in qualche modo è il mondo che si è adattato ai ritmi miei. Nel senso che io ho una dimensione molto domestica della vita, mi piace stare in casa, mi faccio il Kefir, la Kombucha, ora ho imparato a fare il pane con il lievito madre e naturalmente a fare il lievito madre: questo ho imparato”.

E per quanto riguarda la ripartenza, cosa vorrebbe veder ripartire?

“Non sono sicuro che si sia fermato qualcosa, c’è stato un rallentamento, si sono aperti molti più sbocchi. La costrizione comunque, anche solo nello spazio vitale, nei movimenti, ti ingegna. Non c’è qualcosa che non vorrei ripartisse perché per me non si è fermato nulla”.

 
 

Ada e Aldo invece ci raccontano la loro esperienza dal maso in cui vivono a Ceola in val di Cembra. Ada, 74 anni, in questo periodo ha scoperto la tranquillità e, avendo la fortuna di avere una casa circondata dalla campagna, dall’orto, dal giardino, si è goduta il verde. “Me son godesta” ci dice con un’espressione che racconta più di mille parafrasi, e aggiunge: “Ho scoperto di poter essere rilassata senza dover andar tanto in giro”. Le è mancato però l’affetto di suo fratello e la vicinanza di amici e compagni.

Anche per Aldo, 83 anni, la tranquillità è stata la cosa più apprezzata, si può vivere bene, anzi meglio, anche così: con meno traffico, meno stress e più calma. E poi, dice Aldo: “Ho avuto a casa i famigliari, i nipoti che erano sempre qui vicini a noi, nonno di qua e nonno di là... Io, tra famiglia e campagna, c’ho sicuramente  guadagnato”.