Economia | Banche

Dietro la crisi

Ogni famiglia spenderà oltre 700 euro per il salvataggio della Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Abbiamo il diritto di chiedere più trasparenza.
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"Il Governo ha ritenuto necessario adottare misure pubbliche a sostegno di una gestione ordinata della crisi delle due banche" spiega il comunicato stampa diffuso da Palazzo Chigi domenica 25 giugno, al termine di un irrituale riunione del Consiglio dei ministri convocato alle 16.04 di una domenica d'estate.
Le 2 banche sono Banca Popolare di Vicenza S.p.a. e di Veneto Banca S.p.a., e gli aiuti di Stato - necessari per garantire la continuità dei due istituti di credito e per "mitigare l’effetto della liquidazione sul territorio grazie alla continuità dell’accesso al credito da parte delle famiglie e delle imprese" - ammontano ad almeno 4,785 miliardi di euro. Al conto vanno aggiunte però garanzie prestate dallo Stato sugli impegni delle banche in liquidazione, per un ammontare massimo di circa 12 miliardi di euro.
L'associazione dei consumatori Codacons ha sommato le due cifre, concludendo che "il salvataggio di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza costerà ad ogni singola famiglia italiana la bellezza di 708 euro". "È una vergogna - ha affermato il presidente, Carlo Rienzi -. Ancora una volta il Governo mette le mani in tasca agli italiani per salvare le banche ridotte al fallimento da una mala-gestione i cui costi vengono scaricati sulla collettività".
La debolezza dei due istituti veneti non è una novità: nel corso del 2016, tra il 2 maggio e il 30 giugno, entrambe erano state acquisite dal fondo Atlante, nato con questo obiettivo alla fine dell'aprile dell'anno passato, e gestito dalla società d gestione del risparmio Quaestio Capital Management. Quello di Atlante -che investì nell'operazione circa 2,5 miliardi di euro, su una raccolta complessiva di 4,25 miliardi di euro- era stato un tentativo di "salvataggio di mercato", che avrebbe dovuto completarsi con una cessione del portafoglio di crediti deteriorati in capo alle due banche, i non performing loans (NPL).
Che cosa sono i NPL, le "sofferenze" delle banche? Prestiti concessi a soggetti che non sono in grado di restituirle; somme di denaro che vengono dichiarate "inesigibili", e finiscono in pacchetti di "carte" che vengono su un mercato secondario ad un prezzo inferiore a quello reale. Alla cartolarizzazione partecipano soggetti - società di recupero crediti - che agiscono sui debitori iniziale, nel tentativo di recupare almeno in parte il capitale per rendere redditizio il proprio investimento. È così che il "problema", o l'emergenza, diventa una "potenzialità", avendo creato un nuovo mercato parallelo in espansione.
 
Questo tipo di risposta alla crisi del sistema bancario, che non sempre è efficace (come dimostrano i casi di Veneto Banca e Popolare di Vicenza, che dopo meno di un anno oggi richiedono un intervento pubblico, lo stesso deciso a Natale 2016 per Monte dei Paschi di Siena), nasconde o elude una domanda: come si è arrivati a questa condizione di deterioramento nei conti degli istituti di credito? L'aumento esponenziale dei crediti in "sofferenza" è causa o conseguenza della crisi? Una o più risposte potranno arrivare dai lavori della Commissione bicamerale d'inchiesta sulle banche, composta da venti senatori e da venti deputati, che verrà istituita nelle prossime settimana dopo il voto definitivo in Senato della settimana scorsa. È importante perché avrà la possibilità di indagare anche eventuali conflitti di interesse legati all'erogazione del credito: è, questo, un tema che torna spesso, se i guardano i conti delle banche italiane "saltate" a partire dal novembre del 2015, quando con un altro decreto festivo (era domenica 22) l'esecutivo decretò il salvataggio di Banca delle Marche, Banca popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di risparmio di Ferrara e Cassa di risparmio della provincia di Chieti, la creazione di good bank da cedere sul mercato e la creazione di bad bank, in carico al pubblico. È la comunità allargata dei cittadini dello Stato a farsi carico del fallimento del sistema bancario. Che anche per questo dovrebbe garantire, quanto meno, trasparenza.