Ambiente | I dati

Non è una provincia per api

La fotografia dell’Annuario ISPRA sui dati ambientali: nel 2017 l’Alto Adige è stata la provincia dove sono morte più api a causa dei pesticidi. L’Ue non aiuta.
Api
Foto: upi

La denuncia arriva dal Wwf che, basandosi sui dati contenuti nell’Annuario ISPRA del 2018 circa la moria delle api dovute ai pesticidi (è la prima volta che viene inserito questo indicatore nella pubblicazione) nel periodo che va dal 2015 al 2017, attesta il triste primato dell’Alto Adige

Nell’Annuario vengono messi in relazione i fenomeni di moria delle api registrate sul territorio nazionale con il rinvenimento di principi attivi di prodotti fitosanitari in matrici apistiche, confermati da laboratori di analisi preposti e riconosciuti dalla normativa. Lo scopo della raccolta dati è quello di individuare l’entità, su scala nazionale, con la quale i principi attivi dei prodotti fitosanitari sono associati a fenomeni di moria nelle api domestiche (Apis mellifera subsp.). Dati che forniscono informazioni anche sulla diffusione della contaminazione ambientale da fitofarmaci. Nel corso del 2017 sono state registrate 124 segnalazioni di mortalità o spopolamenti di alveari, delle quali 50 con presenza di principi attivi rinvenuti nelle api. Queste segnalazioni sono state suddivise per regione e mostrano la presenza dei differenti principi attivi rinvenuti dalle analisi su campioni di api morte. C’è una precisazione di cui tuttavia va tenuto conto, sottolineano i ricercatori dell’ISPRA: i dati possono non rappresentare la totalità degli eventi di moria di questo insetto perché “spesso gli apicoltori per non incorrere nelle verifiche degli organi di controllo, preferiscono sovente non segnalare le eventuali morie di api, poiché a seguito di tali denunce è previsto il sequestro cautelativo dell’apiario”.

 

 

Nel 2017 “la maggioranza dei casi osservati si evidenzia nella provincia autonoma di Bolzano (15), seguita da Valle d’Aosta (8) e Veneto (7)”, si legge nel testo. Nel 2015 invece il maggior numero di episodi fu registrato in Lombardia (10), seguita dal Veneto (6) e dalla provincia di Trento (5). In quanto al 2016 il numero più alto di avvelenamenti si è riscontrato ancora in Lombardia e Veneto, entrambi con 11 casi osservati, subito dietro la provincia di Bolzano con 10 casi. “Dall’analisi del trend annuale di morie - prosegue lo studio - si evince che i mesi con maggior numero di casi sono aprile, maggio e giugno, coincidenti con le fioriture primaverili. In tali periodi, nei quali è vietato effettuare trattamenti fitosanitari, le api svolgono un intensa attività di bottinamento (quando le api volano per raccogliere nettare e polline, ndr) che le rende maggiormente vulnerabili alla presenza di inquinanti diffusi nell’ambiente, in particolare i fitosanitari nelle aree agricole dopo i trattamenti”.

 

 

Nel frattempo ci si mette anche l’Unione europea: con 533 voti a favore, 100 astenuti e 67 contrari la plenaria del Parlamento europeo 5 giorni fa ha respinto la bozza di regolamento della Commissione Ue per l’adozione di criteri per la protezione delle api nel processo di autorizzazione dei pesticidi. Le disposizioni previste dall’Esecutivo Ue sono troppo deboli e condizionate dall’opposizione dei paesi membri, è l’opinione della grande maggioranza degli eurodeputati. Le linee guida per la tutela delle api elaborate dall’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) nel 2013 sono state sempre considerate troppo stringenti dagli Stati membri, che hanno bocciato tutte le proposte presentate dalla Commissione da 5 anni a questa parte. “Non è una buona notizia per le api - ha twittato il commissario competente Vytenis Andriukaitis - non stavamo abbassando l'attuale livello di protezione. Eravamo riusciti a ottenere l'approvazione di 19 Stati membri, ma ora siamo tornati al punto di partenza e questo è deplorevole”.