Ambiente | Il report

Energie rinnovabili? Italia ferma

Legambiente denuncia lo stallo: la produzione di energia elettrica pulita non cresce come dovrebbe per contrastare il climate change. Troppo pochi i nuovi impianti.
Fotovoltaico
Foto: upi

L'apporto delle fonti rinnovabili al sistema elettrico italiano nell'ultimo decennio ha fatto un balzo significativo, passando da 63,8 TWh del 2008 a 112,9 TWh del 2018, ma oggi lo sviluppo è in frenata. Lo scorso anno le rinnovabili hanno coperto il 35,1% della richiesta di elettricità, un dato inferiore a quello registrato nel 2014 e "alimentato" dall'idroelettrico: "se consideriamo l’andamento delle 'nuove rinnovabili', ovvero escludendo il grande idroelettrico - sottolinea Legambiente nel rapporto 'Comuni rinnovabili' -, si è passati da 19.332 GWh prodotti nel 2008 a 70.212 nel 2018", ma "nel 2018, secondo i dati di Terna, si registra un calo del contributo del 5,5%, a causa di una diminuzione della produzione delle bioenergie (-0,8%), della geotermia (-1,9%), del fotovoltaico (-4,7%)" a fronte di un aumento del solo eolico (1,4%)".

Un segnale pessimo, secondo l'associazione ambientalista, e che sconta un calo negli investimenti: "in particolare nel fotovoltaico l’andamento delle installazioni è talmente lento che non riesce a recuperare la perdita di efficienza degli impianti più vecchi". Tradotto: servirebbe con urgenza "una politica di nuovi rilancio delle installazioni, revamping e recupero dell’efficienza in quelli esistenti, per tutti i tipi di impianti". 

Nel fotovoltaico l’andamento delle installazioni è talmente lento che non riesce a recuperare la perdita di efficienza degli impianti più vecchi

 

 

Serve un cambio di passo, perché anche nel 2018 le installazioni da rinnovabili hanno continuato a crescere con i ritmi lentissimi dell'ultimo quinquennio, una media di 502MW all’anno per il solare e di 342 per l’eolico, e questi numeri sono "assolutamente inadeguati perfino a raggiungere i già limitati obiettivi al 2030 della Strategia energetica nazionale e del nuovo Piano Energia e Clima" sottolinea Legambiente.

Eppure, esiste già l'esempio di "Comuni 100% Rinnovabili", quelli in cui il mix delle fonti rinnovabili installate superano già i fabbisogni elettrici e termici dei cittadini residenti (alimentando il riscaldamento di case, uffici, riscaldando l'acqua per usi sanitari e garantendo l'elettricità).
Legambiente calcola questo dato facendo un rapporto tra l’energia prodotta, sulla base delle informazioni relative agli impianti installati nei territori, e quella consumata dalle famiglie residenti: "un riferimento significativo in quanto dimostra come sia possibile soddisfare i fabbisogni delle famiglie attraverso le fonti rinnovabili installate sui tetti e nei territori, avvicinando così domanda e produzione di energia" spiega l'associazione. 

Tra le 100 storie di innovazione dal territorio che chiudono il rapporto di Legambiente molte arrivano dall'Alto Adige. Ci sono, tra gli altri, il Comune di Brunico, che grazie a "141 impianti solari fotovoltaici per 6,8 MW complessivi che insieme ai 3 impianti mini idroelettrici per 3,9 MW, e all’impianto a biomassa producono più energia elettrica di quella consumata dalle famiglie residenti", e la Cooperativa Elettrica di Funes: i soci di questa realtà sono gli stessi abitanti della valle, che soddisfa pienamente il fabbisogno del territorio, grazie al mix delle fonti rinnovabili. Produce più energia pulita di quanta ne consumi e il resto viene venduto alla rete nazionale reinvestendo i ricavi sia in sconti sulla bolletta elettrica, sia progettando e realizzando nuovi impianti.

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Hans Hanser Ven, 05/31/2019 - 12:59

Man sollte ein für allemal mit der Mär aufhören den Leuten weiszumachen, dass im Alpenraum mit vorwiegend Strom aus Wasserkraft im Winter genug produziert wird um immer größer werdende Skilifte und Hotels zu versorgen.
Das glauben auch nur diejenigen, die alles glauben was in der Zeitung steht.

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