Società | Smart working

“Lo smart working? Ha funzionato”

Sei milioni di italiani hanno lavorato da remoto durante il lockdown. L'esperienza dell'azienda trentina Marzadro fra lavoro agile e fiere digitali. Con una novità extra.
Alessandro Marzadro
Foto: Facebook Marzadro

Il lavoro da casa in Italia non è tra le priorità, ma dall’inizio dell’emergenza Covid-19 molte aziende sono state costrette ad attivare lo smart working. Da un’analisi effettuata da un gruppo di studenti del corso di Management e Strategia d’impresa dell’Università di Verona emerge che il 65% dei lavoratori intervistati continuerebbe con questa modalità anche dopo il lockdown. L’azienda trentina Marzadro ci spiega come si è trovata con questo metodo di lavoro.

I dati

Lo scarso utilizzo e propensione verso lo smart working inserisce l’Italia, come numero di lavoratori in questa modalità, al di sotto della media europea. Nel 2019 l’Austria si aggiudica i primi posti della classifica, insieme alla Finlandia e ai Paesi Bassi. Grazie ai dati forniti dall’Osservatorio del Politecnico di Milano si osserva che a fine 2019 i lavoratori in smart working nel nostro Paese erano 600 mila, poi durante il periodo di emergenza coronavirus, si è registarata una crescita esponenziale che ha toccato circa 6 milioni di unità. Un numero che mai si sarebbe pensato di raggiungere così in fretta, ma il lockdown ha inevitabilmente cambiato le carte in tavola. L’indagine degli studenti ha dimostrato che la maggior parte degli intervistati ha valutato positivamente questa forma di lavoro, infatti il 65% di loro la adotterebbe ancora. La domanda, ora, è se lo smart working, dopo il periodo di prova, rappresenterà effettivamente il futuro anche per i lavoratori italiani.

La risposta di Marzadro

Alessandro Marzadro racconta come la Distilleria Marzadro di Nogaredo, immersa nella Vallagarina, ha potuto continuare ad essere presente per i propri collaboratori e clienti. Ad esempio scegliendo innanzitutto di convertire l’alcol utilizzato nei loro prodotti per produrre igienizzanti. E poi incrementando il lavoro da casa. “Su 70 dipendenti ho dovuto comprare solo un pc, eravamo già tutti ben attrezzati”, spiega Alessandro, che si occupa dell’ufficio marketing e del mercato estero dell’azienda di famiglia. Infatti lo smart working non è stata una novità per i dipendenti dell’azienda, da anni hanno un portale web attraverso il quale comunicano e gestiscono il lavoro tra di loro e i commerciali all’estero. Marzadro afferma che il lavoro da casa è stato molto d’aiuto per coloro che hanno dovuto affrontare e gestire tutte le problematiche familiari che il lockdown ha causato.

Se da un lato lo smart working ha permesso ai dipendenti di continuare a lavorare e riuscire a gestire i propri figli costretti a stare in casa per via della chiusura delle scuole, dall’altro ha dato il via ad alcune modalità di lavoro totalmente nuove come le riunioni tra agenti italiani ed esteri in via telematica. Sicuramente una iniziativa che riduce i costi di spostamenti delle persone e minimizza la perdita di tempo, “è stata un’attività molto interessante, una volta finite queste riunioni in teleconferenza si torna subito al proprio lavoro e questo è stato un bell’insegnamento”, sostiene Marzadro.

L’idea delle “fiere digitali” è stata un'altra delle iniziative intraprese da Marzadro in questo periodo. Si tratta di fiere in webinar con 500 partecipanti a cui vengono spedite anticipatamente dei box contenenti i campioncini dei prodotti, per essere poi degustati e presentati in diretta. “Siamo riusciti a fare una fiera vera e propria, raccontavamo i nostri nuovi prodotti, l’idea è stata ben accolta dai clienti e potrebbe durare anche nel tempo. Se pensiamo che per tutti la fiera ha un grande costo, sia per l’azienda, sia per chi partecipa, questo progetto sicuramente lascerà traccia” spiega Alessandro.

A un certo punto ti rendi conto che da un giorno all’altro si ferma tutto e ti chiedi come fare, cosa ci si può inventare. Devo dire che lo smart working è stato uno strumento semplice, concreto e molto ben visto.

La distilleria Marzadro, soprattutto per il tipo di lavoro che svolge, non vede la possibilità di attivare lo smart working al cento per cento, ma piuttosto potrebbe diventare un’integrazione all’attività professionale “normale”: “Se questo periodo ci deve insegnare qualcosa sicuramente ci può far capire che se il collaboratore è disposto a dare la flessibilità per seguire i lavori anche da casa per noi non ci sono problemi”.

Poter lavorare da casa non è stata l’unica trovata per sostenersi a vicenda durante la fase di lockdown, adesso per Marzadro, il progetto è quello di creare per i dipendenti con figli una colonia estiva autogestita a turno all’interno dell’azienda, quindi coordinata dai genitori stessi durante l’orario di lavoro.