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Green event, si cambia rotta

Angelucci: "Sforzi positivi, ma chiediamoci se ha senso certificare manifestazioni che muovono molto traffico". Nuove indicazioni da Roma: servono piani della mobilità
green event ?
Foto: Screenshot

Questa storia dei green event è un po’ sfuggita di mano. Negli ultimi anni, grazie probabilmente alla spinta dei movimenti che si battono per l'emergenza climatica, per questioni di marketing si è verificata una vera e propria corsa alle certificazioni (89 eventi “timbrati” nei primi 9 mesi del 2022 quelli emessi dall’Agenzia per l’ambiente) che ha sicuramente alcuni effetti positivi: bicchieri di vetro per canalizzare i fiumi di birra, vin brulè versato nelle tazze con il vuoto a rendere, raccolta differenziata dei rifiuti, valorizzazione dei prodotti locali e un numero imprecisato di persone che riflette in modo più o meno superficiale sull’argomento. Già qualcosa, insomma.

Sul sito di Palazzo Widmann, che negli ultimi anni con le Giunte Kompatscher ha puntato molto sulla tematica, si legge: “Un evento sostenibile non solo contribuisce a tutelare l’ambiente, ma è un vantaggio in termini di marketing per gli sponsor, i promotori e l’opinione pubblica”. Sul fatto che l’opinione pubblica, soprattutto quella locale, approvi senza se e senza me ci sono forti dubbi. L’ondata di indignazione seguita alla diffusione della notizia che il mercatino di Natale di Carezza, con una vera “magia”, come recita l’intitolazione ufficiale della kermesse (Le Magie del Natale), nonostante i chilometri di auto incolonnate in entrambe le direzioni nei weekend e svariati quintali di emissioni di CO2 prodotti dai visitatori, abbia ottenuto la certificazione, dovrebbe fare un po’ riflettere. La domanda è: siamo sicuri che abbia senso rilasciare certificazioni a eventi che portano a incrementi spaventosi del traffico tendendo conto che preoccupano ancora le concentrazioni di inquinanti dovute al traffico? Il Mercatino di Bolzano quest’anno arriverà a quota 850.000 visitatori, in gran parte approdati nel capoluogo con l’auto privata. Corretto parlare di evento green? O è comunque giusto tenendo conto che a sud di Salorno e a nord del Brennero nessuno degli organizzatori dei mercatini concorrenti sembra interessato a ridurne gli impatti?

Nel rispondere a queste domande il rischio di buttarla in caciara seguendo la “pancia” degli sciatori rimasti bloccati dal traffico in val d’Ega per l’assalto a Carezza o dei molti bolzanini che da decenni vedono soprattutto i disagi connessi alla kermesse, è molto concreto. E’ ovvio che i 5 mercatini storici (Bolzano, Merano, Bressanone, Brunico e Vipiteno) non possono essere giudicati degli eventi realmente sostenibili. Ma allo stesso tempo l’iter di certificazione non è così banale e senza di esso avremmo sicuramente fiumi di plastica in più, molti più prodotti non autoctoni in vendita nelle bancarelle, e tonnellate di rifiuti non differenziati in più. Resta però inalterata la contraddittorietà di definire “green” un evento che determina lo spostamento di giganteschi flussi di auto.  La sensazione è che se non si agirà in modo concreto e severo per cambiare i criteri ogni volta che si sentiranno pronunciare le parole “green event” un numero sempre maggiore di cittadini sorriderà amaramente per arrivare tra qualche anno a ridere sguaiatamente.

 

Nel mondo

Per i grandi eventi il nodo della mobilità è cruciale. Ne sanno qualcosa i gruppi rock con una coscienza ambientalista. Due esempi. Nel 2007 i Radiohead commissionarono uno studio per calcolare il peso degli spostamenti dei loro fan durante i tour: oltre l'86 per cento delle emissioni di CO2 dipendevano dalle auto. Fecero dunque una campagna che indirizzava i fan a un sito per calcolare quanto avrebbero inquinato usando diverse combinazioni di mezzi e per incoraggiare l’uso dei mezzi pubblici. E lo f I Coldplay oggi perseguono l’ambizioso (troppo?) obiettivo “Net Zero” attraverso concerti alimentati da energia rinnovabile contenuta in batterie mobili ricaricabili, l’uso di aerei riforniti da un mix composto dal classico carburante e da un combustibile prodotto a partire dagli scarti di oli da cucina, palchi in bambù e acciaio riciclato …  Sembra fantascienza ma per rimuovere la CO2 dall’aria si lavora al montaggio di moduli di raccoglimento, che, a quanto si legge, possono aspirare l’anidride carbonica attraverso un ventilatore filtrato.

Nuove norme in Italia

La questione è complessa e per molti versi si è vicini ad una svolta.  Il 17 dicembre 2022 è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il Decreto del ministero della transizione ecologica sui “Criteri ambientali minimi per il servizio di organizzazione e realizzazione di eventi” (CAM Eventi), su requisiti di sostenibilità che la Pubblica amministrazione deve introdurre nelle procedure di appalto per l’affidamento di servizi e gestione degli eventi, affrontando aspetti ambientali, etici e sociali associati al ciclo di vita degli stessi, una delle riforme previste dal PNRR.

Tra i vari obiettivi vi è quello di “fornire un positivo contributo per il contrasto ai cambiamenti climatici riducendo i consumi energetici e le emissioni di CO2 attraverso la promozione dell’impiego di energia proveniente da fonti rinnovabili e di soluzioni progettuali e tecnologiche ad alta efficienza energetica per la climatizzazione, l’illuminazione e la proiezione audiovisiva, nonché incentivando misure di mobilità sostenibile per raggiungere l’evento e nella logistica per la sua organizzazione”.

 

Al punto 4.1.12 del decreto è previsto che per gli eventi possa essere chiesto uno specifico Piano di mobilità. Al fine di ridurre le emissioni di CO2 e degli altri  gas serra vengono previste misure come, fra le altre, attivazione di collaborazioni e sponsorizzazioni con le aziende  di trasporto pubblico, nonché con i  servizi  di  bike  sharing,  car sharing  moto-sharing  e  micromobilità  per   agevolazioni   sui biglietti di trasporto o sui servizi di sharing mobility, o previsione di sconti sul biglietto di ingresso o altra  scontistica per chi dimostra di avere raggiunto  l'evento  con  mezzi  pubblici; attivazione di servizi di mobilità sostenibile dedicati,  come  ad esempio  l'attivazione  di  navette  elettriche  da/per   parcheggi.   Inoltre, per i grandi eventi, su richiesta della Stazione appaltante, si prevede la redazione di un Piano di mobilità dell'evento, redatto in conformità alle previsioni del PUMS (Piano  Urbano  di  Mobilità Sostenibile)  e  dagli  altri  strumenti  di   pianificazione della mobilità adottati dal Comune/Regione in cui si svolge l'evento.

Che sarà delle certificazioni?

Giulio Angelucci, direttore dell’ufficio rifiuti della Provincia, è il responsabile del procedimento amministrativo che porta al rilascio delle certificazioni. E non si nasconde dietro ad un dito. “Abbiamo iniziato con le certificazione ambientali dieci anni fa. I criteri, che da noi sono comunque restrittivi, sono in gran parte ancora attuali. Ci sono però indubbiamente delle situazioni, come i grandi eventi e i mercatini che attirano flussi di persone che si muovono con auto private, che è evidente abbiano un impatto ambientale. Su questo aspetto una riflessione va fatta”.

Il decreto sopracitato sarà in qualche modo recepito anche per rivedere i criteri “altoatesini”?  “Esamineremo le norme e credo che andranno applicate a tutti gli eventi che sono finanziati dagli enti pubblici. Ad un primo sguardo la grande novità è che gli eventi devono avere un piano della mobilità sostenibile. Ma facciamo un esempio: nel caso di grandi eventi come il Mercatino di Bolzano si può lavorare su treni speciali, ma anche prevedendo parcheggi fuori dalla città e navette elettriche le persone in centro ci arrivano con la macchina. In questi casi si possono ridurre gli effetti sull’ambiente, ma dobbiamo essere consci che non stiamo facendo nulla di sostenibile”. Detto questo, lo scenario che si profila con i nuovi criteri ambientali minimi eventi è incerto. “Non possiamo sapere ancora se sulla base dei criteri possono essere confermate le certificazioni, lo valuteremo alla fine del procedimento”. Una cosa, però, Angelucci ci tiene a sottolinearla. “Siamo in una società in cui l’economia ha un ruolo preponderante e questo sistema si regge sul principio della crescita. Noi ci troviamo in una provincia in cui il turismo è l’asse trainante, per cui il fine ultimo è aumentare il numero di turisti. In uno scenario come questo è difficile pensare a eventi che possano essere a tutti gli effetti sostenibili, su questo dobbiamo essere chiari. Quello a cui possiamo puntare non è semplice cosmesi ma comunque possiamo al massimo ridurre gli effetti sull’ambiente, non eliminarli. Pure l’idea delle compensazioni non ha molto senso, perché di nuovo questo fa sì che chi ha il denaro da investire possa ottenere la patente di evento green”. Secondo Angelucci, in sintesi, è il momento di fare una scelta. “Vogliamo in futuro certificare eventi che si sforzano di attuare alcune misure ma sappiamo già avranno un forte impatto ambientale per il numero di persone che attireranno? O creiamo degli eventi “green gold” che oltre alle misure attuali richiamano dieci venti persone che arrivano con i mezzi pubblici? Oppure continuiamo comunque a premiare gli sforzi per nulla scontati che oggi vengono compiuti per ottenere la certificazione?".

 

Nelle prossime settimane il tema sarà discusso.  “Dobbiamo farci una riflessione – conferma l’assessore all’ambiente Giuliano Vettorato. Il problema della mobilità è molto importante ma dobbiamo stare attenti anche a non disincentivare gli sforzi che oggi vengono fatti dagli organizzatori interessati a introdurre misure per ottenere l’attuale certificazione”. “Sono molto felice - aggiunge Klaus Egger - referente per la sostenibilità della Giunta Kompatscher - che questo tema venga affrontato perché è centrale nelle considerazioni da fare riguardo alla sostenibilità. Non è facile definire i criteri per cui un evento che fa spostare molte eprsone possa essere considerato green, ma è giusto aprire un confronto su questo. E’ un dibattito che viene fatto non solo qui ma ovunque”.

La Giunta Kompatscher ha dichiarato infinite volte di avere molto a cuore la tematica, che è già qualcosa, per carità, ma dal punto di vista della concretezza finora si è visto poco. Fra mille polemiche, attraverso IDM Palazzo Widmann a settembre ha organizzato un festival molto più costoso di quello dell’Economia di Trento ed ha richiamato una quantità infinitamente minore di pubblico, ma nelle decisioni chiave, come il grande bluff sul limite dei posti letto, o i ripetuti via libera a nuove piste da sci anche contro netti pareri delle commissioni ambientali (davvero scandaloso il sì a quelle in valle Aurina), o nel caso dei megafinanziamenti pubblici alla funivia da Tires a malga Frommer realizzata nei fatti ad uso prioritario di un albergatore-assessore Svp facendo finta che ci fosse un piano della mobilità che è stato creato successivamente ed è pure di una debolezza infinita. Magari, per quanto riguarda i Green event, l'esecutivo potrebbe pensare di dare un segnale un po’ più forte.  Diktat dell'economia permettendo.  

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Massimo Mollica Ven, 12/30/2022 - 11:51

Ribadiamo il concetto che, secondo le leggi di economia, il turismo porta soldi e che tramite le tasse queste si traducono in servizi e stato sociale. Ricordiamolo perché qui ce se lo dimentica spesso.
Detto questo è chiaro che qualsiasi evento non potrà mai essere green (solo quelli che avvengono telepaticamente lo sono). Però di certo possiamo mitigare l'impronta d'inquinamento che ogniuno apporta vivendo. Quindi favorire i mezzi di trasporto pubblici (qualche anno fa c'era il treno che faceva la spola tra l'areale e il centro a Bolzano Bozen, poi la Provincia ha smesso di pagare, perchè?). Favorire lo sharing auto e pure i mezzi e elettrici. Questi ultimi, che che se ne pensi, non emettono gas di scarico e mentre viaggiano inquinano come le biciclette. Per queste ultime poi vogliamo una volta per tutte facilitarne l'uso con la creazione di parcheggi sicuri? Posti di stallo dedicati e pure vagoni del treno dove poterle caricare, senza rischiare di stare a piedi.

Ven, 12/30/2022 - 11:51 Collegamento permanente
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Evi Keifl Ven, 12/30/2022 - 14:44

Wir können um den heißen Brei herumreden, solang wir wollen. Das Klima macht keine Kompromisse und das Zeitfenster, um den Kollaps zu bremsen, schließt sich! Schon sind wir in 2023 und noch immer folgen dem Reden keine Taten! Im Gegenteil: mit Greenwashing-Labels, wie dem "green event - Mascherl" machen wir alles nur noch schlimmer, weil die Leute am Ende auch noch glauben, sie täten der Umwelt was Gutes, indem sie zu Hundertausenden auf unsere grüngewaschenen Märkte fahren - im Auto. Mir schwillt der Hals, wenn ich sowas lese wie hier: https://www.lasvolta.it/5044/natale-sostenibile-i-migliori-mercatini
Bitte aufhören mit dieser Grünwascherei! Wenn 2023 nicht endlich das Jahr der TATEN wird, können wir so langsam wirklich nur noch beten...

Ven, 12/30/2022 - 14:44 Collegamento permanente