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Figadvisor al Carducci: un'esagerazione

La notizia della “ribellione delle ragazze” al liceo bolzanino ha fatto scatenare l’opinione pubblica. Ma i fatti sono giunti distorti. Ecco cos'è accaduto davvero.
Megafoni
Foto: upi

I fatti

Liceo Carducci. Un gruppo di ragazzi di quinta, durante la pausa di un’ordinaria giornata di scuola, ha espresso dei commenti su alcune ragazze della scuola che stavano passando in quel momento vicino a loro.

Un amico delle ragazze in questione si è affrettato a trascrivere sul suo cellulare alcuni di questi commenti, mostrandoli in seguito alle dirette interessate. Queste, comprensibilmente infastidite dall’essere state oggetto di attenzioni indesiderate, hanno deciso di rispondere a tono.

Il giorno successivo la scuola era tappezzata di copie della lettera pubblicata ieri dal quotidiano Alto Adige.

Il testo denunciava la mentalità maschilista che vede le donne come oggetti a cui dare un voto in base al loro aspetto fisico e chiudeva con una riflessione generale su quanto questo influenzi la psiche femminile, soprattutto nel periodo adolescenziale.

Il titolo provocatorio dato al testo, “Figadvisor: dalla più alla meno bombabile” ha fatto in qualche modo intendere erroneamente ai lettori della lettera (ovvero a tutta la scuola), il fatto che i ragazzi avessero stilato una vera e propria classifica delle ragazze del liceo con tanto di voti e appellativi di vario genere.

La fake-news si è propagata a macchia d’olio e nel giro di poche ore la vicenda era sulla bocca di tutti, studenti e non. La questione è stata poi risolta: i ragazzi della quinta hanno cercato di chiarire il malinteso con le ragazze interessate, scusandosi per i commenti espressi nei loro confronti. A prova poi della loro buona fede hanno reso pubblica la loro apologia in una lettera analoga a quella pubblicata dalle ragazze.

Il dopo

La questione sembrava quindi essersi risolta, ma una settimana dopo è stato pubblicato un articolo di quattro colonne al riguardo sull’Alto Adige.

Il racconto dell’accaduto, filtrato chiaramente dall’interpretazione personale del giornalista, è divenuto presto di dominio pubblico. La notizia ha creato scalpore sia tra gli adulti che tra i ragazzi, dando luogo ad un acceso dibattito sui social media.

Da un lato c’è chi sostiene a spada tratta la causa delle ragazze (appellandosi principalmente ai principi del femminismo), dall’altro c’è chi simpatizza con i ragazzi, facendo presente il loro diritto di parola e d’opinione.

Entrambe le parti hanno oltrepassato il limite, lanciando offese personali sia alle ragazze che ai ragazzi interessati. “Fate schifo” o “moraliste finché non andate in discoteca” sono tra i commenti meno offensivi che si leggono sui social.

È da ipocriti accanirsi contro i ragazzi della quinta

Bisogna invece ammirare queste ragazze per avere avuto il coraggio di alzare la testa e scrivere un testo del genere in cui certamente molte giovani donne si sono riconosciute. D’altra parte però non bisogna stigmatizzare troppo quei ragazzi per le loro esternazioni private.

Quanti, vedendo passare ragazzi dell’altro sesso (o dello stesso), non hanno mai espresso qualche giudizio estetico all’amico o amica di fianco? È normale in momenti di noia o di frivolezza, è un passatempo condiviso dalla maggior parte degli adolescenti (e non), è quindi da ipocriti accanirsi contro i ragazzi della quinta.

Siamo sempre al solito “Chi è senza peccato scagli la prima pietra”, concetto che molti tendono a dimenticare, soprattutto sui social.

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gorgias Sab, 06/01/2019 - 17:50

Era una discussione privata che non serve portare in pubblico. E non c'è da scandalizzarsi e scusarsi per discorsi dove si discute la attrattiva di soggetti del sesso opposto. Donne lo fanno pure. Questa è la ipocrisia.

Sab, 06/01/2019 - 17:50 Collegamento permanente