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Società | Il cappuccino

L’accusa è grave.

Ringrazio e saluto chi ha replicato al mio intervento sulla libertà di stampa.
Ma, come è nell’esprit di Salto.bz, dedicherò alcune parole a chi mi ha criticato, dandomi addirittura del nazionalista. L’accusa è grave, molto grave. Attenzione con le parole, per favore. Rispondo che frequento colleghe, colleghi, amiche, amici e conoscenti di tutti e tre i gruppi linguistici tutelati nella provincia autonoma di Bolzano. E anche di altre etnie. Parlo tedesco (con qualche marcata incertezza) con chi è di Muttersprache tedesca e italiano con chi è di madrelingua italiana. Faccio lo stesso, con esitazioni sintattiche, con chi è inglese, chi è francese, chi è greco e – come mi è accaduto spesso intervistando musicisti russi – nella bellissima lingua russa. Confesso infine di avere difficoltà verso i dialetti (non uno solo) delle valli sudtirolesi. Sono grandino di età ma spero di avere il tempo di rimediare.
Non risponderò poi  ai miei critici che”mi sento europeo” perché temo non capirebbero. Applico però, in punta di piedi, uno degli insegnamenti ricevuti direttamente e sera dopo sera da Alexander Langer: provare a parlare nella lingua di chi sta dialogando con me.
“Chi parla più lingue pensa meglio” mi ha detto anni fa uno dei maggiori scrittori tedeschi. “Io sono sudtirolese di madrelingua tedesca e di cultura austriaca, diventato cittadino italiano a causa della storia politica”, ha aggiunto un suo collega altrettanto autorevole (e molto letto in molte lingue).
Sono grandino di età ma spero di avere il tempo di rimediare.
Quest’ultimo si rallegra sempre quando la sua casa editrice gli comunica che un suo romanzo sta per essere tradotto anche in una lingua non europea. Serve spiegare il motivo (che non è economico)? Spero di no.
Non citerò i nomi dei due scrittori perché queste loro dichiarazioni sono pubbliche e chi mi ha criticato potrebbe rinunciare a un paio di attacchi a me (o ad altri) per dare la precedenza a un buon libro o a un buon giornale. Vi troverà molte cose. Persino i nomi dei due scrittori ai quali ho fatto riferimento. E persino la etimologia di parole come “nazionalista” o anche le mie numerose prese di posizione contro – ripeto: contro - chi dice “qui si parla solo in italiano” nel contesto di questa Terra.
Ho impiegato (non perso: investito, semmai) migliaia di ore a provare a spiegare a chi era scettico (o incredulo, o pigro) quanto le minoranze linguistiche siano una ricchezza e quanto l’Autonomia sudtirolese (anche se sfaccettata) sia – a sua volta – una grande ricchezza.
 
 
Credo anche che il vittimismo linguistico non sia utile a nessuno. A qualunque lingua madre si faccia riferimento.
I musicisti italiani degli ultimi duecentocinquanta anni hanno ammirato le sinfonie composte dai loro colleghi tedeschi e i musicisti tedeschi hanno ammirato la cantabilità della lingua italiana che ha fatto la fortuna del genere operistico. Tutti hanno badato a difendere la propria cultura e a studiare quelle di altre. Lo stesso vale per una lingua. Se non si ha voglia o entusiasmo nel difendere la propria rispettando le altre non si dia la colpa solo agli altri. Senza fare anche un po’ di autocritica e senza esercitare un po’ di autoironia: di solito, funziona.
Ho provato a scriverlo nella mia rubrica in più di una occasione. Per qualcuno mi sono spiegato male e dunque mi scuso. Secondo altri me la sono invece cavata, meno male.
A chi non si firma, nessuna replica.
Ma scrivere commenti senza essere informati non è un buon modo di affrontare un dibattito, cari interlocutori. Si rischia anche di essere seppelliti da una risata (è una metafora) come recita un vecchio slogan del Sessantotto francese, poi anche tedesco, italiano, nord-europeo, spagnolo. E con un prologo storicamente importante nelle università statunitensi. Lo dico a chi mi ha criticato (e che comunque saluto) firmandosi. A chi non si firma, nessuna replica.
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Gianguido Piani Gio, 09/30/2021 - 19:15

"nella bellissima lingua russa"
confermo al 100%
la lingua italiana e quella tedesca sono altrettanto ricchissime e bellissime. La lingua inglese batte tutte le altre quanto a praticita'. Peccato non conoscere il cinese.

Gio, 09/30/2021 - 19:15 Collegamento permanente