Cronaca | Indagine in corso

Uccisa Agitu Ideo

Tragedia in Trentino. La pastora etiope trovata senza vita nella sua casa in val dei Mocheni. Riscontrate diverse ferite alla testa.
Agitu Ideo Gudeta
Foto: upi

È morta a 42 anni Agitu Ideo Gudeta, pastora, attivista e imprenditrice etiope rifugiata da anni in Trentino e titolare dell’azienda agricola “La capra felice”.

Il tragico ritrovamento è avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri, martedì 29 dicembre, all’interno della sua abitazione a Frassilongo, in val dei Mocheni.

Stando a quanto riportato da Il Dolomiti, i carabinieri accorsi sul posto avrebbero accertato la presenza di profonde ferite alla testa ricondotte presumibilmente all’utilizzo di una mazzetta rinvenuta nelle vicinanze.

Gli inquirenti stanno indagando per omicidio, non escludendo per il momento nessuna pista anche se - sempre sulla base di quanto riportato - le indagini si starebbero già concentrando su alcuni sospettati. E come precisano questa mattina, mercoledì 30 dicembre, i quotidiani locali, è stato fermato un suo aiutante. Inoltre, l’aggressione, questa l’ipotesi che si sta accertando, potrebbe essere avvenuta in seguito ad una lite per questioni economiche.

 

Un cordoglio unanime

 

La tragica notizia della morte di Agitu ha scosso fortemente l’intera comunità trentina e non solo. Sono numerosi i messaggi di cordoglio giunti dal mondo politico e dalla società civile che si sommano al dolore e alla rabbia di chi, negli anni, Agitu l’ha conosciuta, amata e ammirata. “Siamo in Consiglio comunale. Andiamo avanti a fatica. In lacrime” ha commentato la notizia il sindaco di Trento Franco Ianeselli. “La storia di Agitu Ideo Gudeta, la donna etiope trovata uccisa in provincia di Trento, parlava di emigrazione, accoglienza, integrazione, valorizzazione del territorio, amore per la terra e gli animali, autonomia e libertà  femminile, di nuove radici” ha twittato invece la ministra Teresa Bellanova.

Reazioni anche dal mondo politico bolzanino: “Sia fatta chiarezza” è quanto invoca il Partito Democratico Alto Adige/Südtirol. “Incredula, arrabbiata e sconvolta per questa terribile ingiusta grave notizia. Una donna coraggiosa, determinata, da esempio e guida. Costretta a fuggire dall’Etiopia, si era rifatta una vita in Trentino anche con varie difficoltà e attacchi, ma era legata anche a Bolzano dove spesso veniva per lavoro e dove aveva amici e amiche” ha commentato attraverso un post Facebook l’assessora Chiara Rabini.


Dall’Etiopia al Trentino: un simbolo di intelligenza e determinazione

 

Agitu arriva in Italia per la prima volta a diciott’anni per portare avanti i suoi studi in Sociologia, laureandosi con una tesi sul land grabbing a testimonianza del suo impegno in Etiopia per la difesa della terra dall’avidità delle multinazionali che espropriavano e depredavano i terreni contadini per convertirli a monoculture destinate all’esportazione. Tornata nel suo paese per portare avanti progetti di agricoltura sostenibile e per continuare le proprie battaglie, si è dovuta scontrare con la feroce repressione del governo che ha fatto pendere su di lei un mandato di arresto, costringendola alla fuga in Trentino.

La sua dedizione per la difesa e la valorizzazione del territorio riparte da qui, dando vita in pochi anni al progetto “La capra felice”, allevando e salvando dall’estinzione la capra mochena e rivalorizzando al contempo i terreni abbandonati del demanio, in un’ottica rivolta alla sostenibilità e alla circolarità dell’economia. Contemporaneamente si è fatta megafono per continuare a parlare delle ingiustizie che coinvolgono il paese, portando una visione altra dell’economia al di fuori dello sfruttamento e del saccheggio dei territori e non mancando l’occasione di intervenire all’interno di conferenze e seminari in Trentino e nel resto d’Italia.

 

 

Il suo impegno sociale e ambientale, l’alta qualità dei prodotti caseari e le tecniche di allevamento e produzione le sono valsi diversi riconoscimenti, dalla Bandiera verde di Legambiente al premio Resistenza casearia istituito da Slow Food.

La storia di Agitu è balzata alle cronache due anni fa, dopo che la donna aveva denunciato pubblicamente le aggressioni e gli insulti razzisti ricevuti a più riprese dal vicino di casa, che arrivò persino a danneggiarne la proprietà e ad uccidere e mutilare alcuni animali. La vicenda ha portato all’arresto dell’uomo, condannato a nove mesi per il reato di lesioni (venne rigettata invece l’accusa di stalking aggravato dall’odio razziale).

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Johann Georg B… Mer, 12/30/2020 - 09:40

R.I.P. habe diese Frau immer bewundert, sie hatte eine schwere Zeit, sie hatte den Muht etwas aufzubauen ,wurden von den Nachbaren schikaniert und trotzdem hat sie vorbildlich den Hof bewirtschaftet. Schade um diese Frau, dass sie so aus dem leben scheiden musste.

Mer, 12/30/2020 - 09:40 Collegamento permanente