Politica | Hate speech

La macchia dell’astensione

Sì del Senato alla Commissione Segre contro odio e antisemitismo. Pioggia di critiche trasversali, anche in Alto Adige, sul centrodestra che ha scelto di non votare.
Liliana Segre
Foto: upi

Un senatore su tre ha scelto di non decidere. Ieri (30 ottobre) il Senato ha approvato con 151 voti favorevoli, nessun contrario e 98 astensioni, la mozione di Liliana Segre sull’istituzione di una Commissione straordinaria per il contrasto ai fenomeni dell’intolleranza, del razzismo, dell’antisemitismo e dell’istigazione all’odio e alla violenza.
Fra i sì anche quelli di Meinhard Durnwalder e Dieter Steger, gli eletti della Svp a Palazzo Madama (Julia Unterberger assente per ferie). 
Speravo che sull’odio in generale il Senato sarebbe stato festante e avrebbe trovato una sintonia generale”, ha commentato con amarezza la senatrice a vita alla quale l’Aula ha tributato una standing ovation, ala del centrodestra esclusa, rimasta seduta in silenzio, senza applaudire. Segre, sopravvissuta ai lager nazisti, è vittima ogni giorno in media di 200 messaggi, recapitati via social, che incitano all’odio razziale.

 

C’è chi dice “mah”

 

Ad astenersi dal voto sono stati gli esponenti di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. “Siamo contro razzismo, violenza, odio e antisemitismo senza se e senza ma - ha detto il leader del Carroccio Matteo Salvini -. Tuttavia non vorremmo che qualcuno a sinistra spacciasse per razzismo quello che per noi è convinzione e diritto ovvero il ‘prima gli italiani’. Siamo al fianco di chi vuole combattere pacificamente idee fuori dal mondo, però non vogliamo bavagli e stato di polizia che ci riportano a Orwell”. Per Fratelli d’Italia quella che si vuole istituire “non è una commissione sull’antisemitismo, come volevano far credere, ma una commissione volta alla censura politica”. Chiude il cerchio Forza Italia che sostiene invece di non condividere alcuni contenuti della mozione, ritenendo troppo ambiguo il passaggio sul contrasto ai nazionalismi e sulla necessità di colpire dichiarazioni “sgradite”, anche quando non siano lesive della dignità della persona.

 

C’è chi dice no

 

Tra le fila del centrodestra c’è però chi prende le distanze dall’astensione, è il caso di Mara Carfagna, vicepresidente della Camera:


L’ex ministra non è l’unica nel partito azzurro a farsi sentire. In una nota comune otto senatori di Forza Italia, Andrea Cangini, Andrea Causin, Barbara Masini, Laura Stabile, Sandra Lonardo, Massimo Mallegni, Franco Dal Mas e Roberto Berardi, si affrettano a precisare che l’astensione sulla mozione Segre è stata una “occasione persa” per “ribadire la nostra vocazione autenticamente liberale”. Incomprensibile per Alessandro Bertoldi, l’ex pupillo bolzanino di Silvio Berlusconi e oggi presidente nazionale di Alleanza per Israele, il non-voto. “Il centrodestra - riferisce Bertoldi in una nota - avrebbe dovuto allontanare il pregiudizio nei suoi confronti di essere ritenuto sempre più estremista, votando compatto una mozione che a maggior ragione visto chi l’ha proposta non può che portare con se senza alcun dubbio soltanto purezza e buone intenzioni. Combattere l’odio, l’antisemitismo e i peggiori sentimenti che esistono ancora nella società dovrebbe essere prioritario per tutti”.

Una dura condanna arriva dal segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti: “Che vergogna questa destra sempre più a trazione Salvini che cede alla piazza San Giovanni piena d’odio, rancore e violenza e boccia la commissione. E poi diteci che non c'è differenza tra destra e sinistra”. A fargli eco il deputato Emanuele Fiano e, sul piano locale, il segretario provinciale dem Alessandro Huber: “Ci sono momenti, nella vita, in cui si compiono scelte decisive. In base a queste scelte, ci si qualifica. Ecco, questo è il centrodestra italiano. Vergogna”.