Ambiente | Nel mirino

Marmotte di tutto il mondo, unitevi

La lunga storia dei divieti e delle deroghe alla caccia di questo famoso roditore.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Nel 2014 una delibera della Provincia Autonoma di Bolzano ha dato il via libera all’uccisione di 942 marmotte in 44 riserve di caccia della Provincia per limitare i danni causati da questi scavatori ai proprietari terrieri. Il tutto dopo che fino al 1 Luglio si è potuta presentare attraverso apposito modello una denuncia dei danni subiti sui propri terreni a causa di suddetti animali. La caccia alle marmotte è generalmente fatta nei mesi di settembre e ottobre, ma dopo che la LAV (Lega Anti Vivisezione) ha impugnato il decreto Provinciale per presunta anti-costituzionalità, la commissione si è riunita una prima volta, ma ha fissato la decisione definitiva per il giorno 7 ottobre 2014, ovvero a stagione venatoria di fatto conclusa: per non rendere un’eventuale decisione del tutto inutile il decreto Provinciale è stato sospeso e così anche quest’anno le Marmotte possono stare tranquille nei loro prati.

Nella storia moderna la caccia alle marmotte pare diventi ogni anno puntualmente uno dei problemi più grandi e sentiti di questo Alto Adige -  si trovano pubblicazioni sulla Gazzetta Ufficiale, dibattiti e discussioni pubbliche. A tal proposito ricordo come circa 30 anni fa il governo provinciale di Bolzano decise di applicare un’eccezione e di consentire la caccia a marmotte, tassi, faine e martore. Questa clausola viene poi dichiarata incostituzionale, dato che viene stabilito che “la disposizione Provinciale eccederebbe i limiti della competenza legislativa della Provincia”. Mentre queste righe venivano pubblicate correva l’anno 1989, e da allora ogni anno lo scontro si riaccende. Provincia felice questa, verrebbe da dire.

Bisogna ricordare che la marmotta è un piatto tradizionale in tutte le vallate alpine, dal Friuli fino alla valle d’Aosta, e ovunque si mangino ancora oggi nonostante i divieti. Marmotta che è famosa per le proprietà del suo grasso, chiamato altresì “olio di fontanella”, per il quale normalmente appena uccisa viene scuoiata ed appesa al sole sopra una ciotala di legno di abete per raccogliere il prezioso liquido.

Per chi non veda grande differenza tra la crudeltà necessaria all’uccisione di una marmotta e quella necessaria all’uccisione di un agnello, propongo due dritte per la preparazione della marmotta arrosto tratte dalle ricette del grande cuoco svizzero  Roland Jöhri (“Wild und Zart”).

I pezzi di carne vanno puliti con carta da cucina e fatti poi rosolare in padella con olio vegetale e cipolla; il grasso che ancora esce si lascia qui e non si utilizza più. La carne si dispone quindi in una teglia imburrata e si cuoce tutto per 2/3 ore (dipende dall’età dell’animale) in forno. Si aggiunge cipolla, aglio, sale, pepe, noce moscata, erbette aromatiche e qualche bacca di ginepro, oltre ad un goccio di vino bianco. Circa un quarto d’ora prima della conclusione della cottura aggiungiamo un pochino di succo d’arancia e gin. Il contorno ideale sono le patate al forno, servite con rosmarino. Per accompagnare ideale sarà un bicchiere di vino rosso corposo.

 Nel mio frigorifero in realtà non troverete nessuna carne, ma razionalmente parlando non capisco chi si scagli contro la caccia alla marmotta, animale tra l’altro per nulla amichevole, e mangi invece allegramente cavalli, conigli, fagiani o altre creature amorevoli e amabili.

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Oskar Egger Dom, 09/21/2014 - 17:00

La marmotta alpina, come potrá facilmente documentarsi, é in difficoltá con il rialzo delle temperature, anche perché piú é caldo, piú tempo passa nella tana e meno tempo ha a disposizione per fornirsi di cibo. Dato il letargo molto lungo é un animale "economico". Ricordo un tempo, non lontano in cui gli uccelli venivano catturati abitualmente e legalmente nelle nostre terre durante la migrazione. Sto attento alla carne che mangio e trovo che ci sia una differenza, specialmente riguardo alle specie in difficoltá. Per questo il sushi di tonno non verrá sui miei piatti.

Dom, 09/21/2014 - 17:00 Collegamento permanente