Gesellschaft | 8 MARZO

SCIOPERO TRANSFEMMINISTA

Anche quest’anno l’otto marzo non è solo uno sciopero economico ma profondamente politico.
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Foto: nudm

Dal 2017 NUDM ha dato un nuovo significato all’8M lo ha trasformato in un giorno di lotta e rivendicazioni femministe e transfemministe. Anche quest’anno l’otto marzo non è solo uno sciopero economico ma profondamente politico. Non è una giornata isolata ma la tappa di un processo di lotta e resistenza. Sappiamo infatti che nella violenza economica vissuta da donne e soggettività non “conformi” si condensano anche molte altre forme di oppressione legate sesso, razza, genere, abilità. Per questo l’8M scioperiamo dal lavoro produttivo e riproduttivo, dal genere e dai generi e scioperiamo anche per tutte quelle donne e soggettività non conformi che non possono scioperare perché non hanno un lavoro o lo hanno perso e nemmeno possono permettersi il lusso di manifestare. Lo sciopero è per tutt*!  

L’otto marzo scioperiamo dal lavoro produttivo: la violenza economica sulle donne è esplicitamente vietata dall’ art 37 della Costituzione ma si fa sentire in moltissimi modi sulla nostra pelle. A parità di mansioni, gli uomini, per il solo privilegio di essere tali, guadagnano in media il 17% in più rispetto alle donne. Per le pensioni il divario arriva al 45-50%. È ridicola la recente legge sulla parità retributiva, che lascia troppi spazi alla discrezionalità del datore di lavoro e considera la parità salariale poco più che una buona pratica aziendale. In 2 anni di pandemia: circa il 70% posti di lavoro persi era occupato da donne. Il 75% contratti part time è sottoscritto da donne. l tasso di occupazione femminile è di recente sceso al 49% (mai così basso dal 2013) contro una media EU 63%. I congedi parentali sono stati riconosciuto per 80% alle madri, che sistema e cultura reputano evidentemente uniche depositarie della genitorialità. Le lavoratrici migranti sono le più penalizzate, specie le braccianti, colpite da caporalato e violenza maschile nei campi e nelle industrie che portano merci alla grande distribuzione.

L’otto marzo scioperiamo dal lavoro riproduttivo, cioè tutto ciò che le donne fanno gratis in ambito famigliare. Le femministe marxiste ce lo hanno spiegato bene: l’alleanza capitalismo-patriarcato è una morsa che estrae valore dal corpo delle donne, che con il loro lavoro non retribuito curano e accudiscono lavoratori, figli e famiglie intere. 60 sono le ore di lavoro produttivo e riproduttivo che una donna su due svolge ogni settimana. Le donne lavorano in media 5 ore al giorno per pulire la casa, cucinare, curare i figli. Per questi stessi lavori, gli uomini lavorano poco meno di 2 ore.

L’otto marzo scioperiamo dal genere e dei generi, perché è da questo giogo che discendono sfruttamento e violenza. Il genere è un costrutto sociale e culturale che ci dice che uomini e donne sono biologicamente e cognitivamente votati a un destino predeterminato di sfruttat* e sfruttatori. Combattere questa visione di genere significa scardinare le basi dell’oppressione e della violenza. L’otto marzo scioperiamo perché la violenza di genere nel 2021 ha fatto più di 100 vittime solo in Italia. L’otto marzo scioperiamo perché nel mondo, nel 2021, 375 persone trans e di genere “non conforme”.

L’otto marzo scioperiamo da tutto il sistema eteropatriarcale capitalista che fa del potere e della violenza la modalità dei rapporti umani e di soluzione dei conflitti, da quelli personali a quelli internazionali. Ce lo dimostrano le guerre in tutto il mondo, ce lo dimostra la guerra in Ucraina, nel cuore della “civilissima” Europa distingue tra profughi di serie A e di serie B. Lo sciopero femminista e transfemminista è anche uno sciopero contro la guerra e i suoi mille volti, che le persone razzalizzate incontrano tutti i giorni, anche lontano dalle armi da fuoco.

Le rivendicazioni femministe e transfemministe dell’otto marzo vanno molto al di là della lotta per la parità economica e di diritti tra uomini e donne che pure è importante, ma solo come passaggio, come leva per arrivare ad un profondo e radicale sovvertimento del sistema strutturalmente violento e ingiusto in cui viviamo. Noi non vogliamo gli stessi diritti di chi basa i propri su privilegi e violenza: vogliamo che l’umanità intera non sia divisa in vite che contano e vite che non contano. Abbiamo la forza per immaginarcela questa umanitá libera da sessismo, fascismo e razzismo. È per questo che siamo femministe.

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gorgias Mo., 07.03.2022 - 20:36

sciopero riproduttivo?
L'Italia ha uno dei tassi di natalità più bassi al mondo. Se dovessi nominare un paese con un tasso più basso, cosi alla svelta mi verebbe solamente in mente il Vaticano.

Mo., 07.03.2022 - 20:36 Permalink