Politik | Bolzano

Areale e Metro, “prima la viabilità”

L'assessore alla mobilità Stefano Fattor a ruota libera su A22, centro commerciale alla Metro, Virgolo, ciclabili e ZTL. E annuncia: “Una strada sarà chiusa al traffico”.
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Foto: Usp/mb

salto.bz: Assessore, è notizia di questi giorni la definizione del tracciato della “tangenziale” sotto Monte Tondo. Su Bolzano si è sempre detto negli anni che, a livello di circonvallazioni, rappresenti la “Cenerentola” della provincia. Adesso c'è – letteralmente – una luce in fondo al tunnel?

Stefano Fattor: Monte Tondo è parte dell'attraversamento della città “a omega” già pensato nel PUM del 2010 e che, grazie alla spinta data dall'assessore provinciale alla mobilità e infrastrutture Daniel Alfreider, ora ha un pezzo importantissimo in più rispetto a via Einstein, con i potenziamenti già definiti nell'accordo Kompatscher-Caramaschi della cosiddetta “Agenda Bolzano”. Da questo punto di vista, la collaborazione con la Provincia ha funzionato molto bene e con la gestione Alfreider della mobilità un passo in avanti è stato fatto. Resta ancora fuori “la pancia” di questa omega (Ω, ndr) ovvero l'attraversamento nord-sud. Nella “Agenda Bolzano” sarebbe l'attuale tracciato dell'A22 – perché sarebbe dovuta andare in tempi brevi in galleria. Così non sarà, per vari motivi.

Intende per i ritardi sulla concessione autostradale?

Certo, a partire dalla concessione, ma non solo. Anche dalla lista delle priorità sugli investimenti che dovrà affrontare A22 nei prossimi anni. È impensabile che l'utilizzo dell'attuale tracciato sia possibile prima di 25-30 anni. Ed è un'idea che già comportava dei problemi di funzionamento. Un'omega deve avere continuità, non può diventare un'H, rimanendo in termini di lettere. Se diventa un'H, qualcuno deve tornare indietro, per raggiungere la “stanghetta” centrale.

 

Quali soluzioni alternative immagina, quindi, per alleggerire il traffico su quell'asse?

Continuo a ribadire che un attraversamento nord-sud, cioè la prosecuzione della SS12 in galleria, sia necessario. Anche perché in vista dell'inizio del cantiere dell'areale ferroviario, che da qui a dieci anni ragionevolmente inizierà, si prevedono 3-400 camion al giorno che vanno e vengono da quel gigantesco cantiere di 40 ettari. Non si scherza: tutte le arterie pensate nell'Agenda Bolzano non saranno più sufficienti. Vorrei citare Alfreider, non lo dico io: nel passato si è pensato di fare tangenziali dappertutto per arrivare in fretta a Bolzano, ma una volta arrivati a Bolzano – in vista del cantiere dell'areale ferroviario, aggiungo io – si va incontro allo scenario dell'ingorgo perfetto.

Gli interventi della Agenda Bolzano sarebbero perfetti per gestire gli attuali volumi di traffico su gomma, ma non in vista del cantiere dell'areale.

La soluzione, quindi?

Va ripensato l'attraversamento, anche se ci saranno tagli di bilancio pesantissimi per la Provincia. La pancia dell'omega – così come era stata pensata dall'assessore Tommasini quando aveva la competenza sui lavori pubblici – prevederebbe un intervento dai costi altissimi, 360 milioni di euro, con l'adeguamento della galleria da Laives. Bisogna ragionare in altri termini, ho fatto delle proposte operative con diversi scenari ad Alfreider. A prescindere dalla non chiara vicenda A22 – concessione sì o no – serve la consapevolezza che qualcos'altro vada fatto.

Prima che sia terminato il cantiere dell'areale ferroviario, immagino.

Una volta che sarà completato, essendo quello il nodo intermodale più grande della Provincia, con treni, autobus, pendolari, i residenti che andranno ad abitare lì (1500 famiglie), implicherà un traffico aggiuntivo per Bolzano dell'ordine delle 10-12 volte di quello che ha prodotto il Twenty. Che ha avuto un impatto micidiale.

A proposito del Twenty: si parla di un nuovo centro commerciale, questa volta negli spazi della Metro in zona industriale. Un'area, come sostiene lei, già estremamente provata dal traffico.

Prima di arrivare a qualsiasi tipo di decisione su un'area simile, bisogna fare davvero le opportune simulazioni sulla viabilità. Sono assolutamente obbligatorie, per evitare di ritrovarsi con altre conseguenze. Non voglio fare considerazioni su ambiti che non mi competono, sul commercio, sui negozi di vicinato... Per quanto mi riguarda, pretenderò venga fatto uno studio specifico sui flussi di traffico generati da questo attrattore importante quale è un centro commerciale. Ulteriori valutazioni appartengono ad altre aree di competenza.

Un centro commerciale alla Metro? Prima di arrivare a qualsiasi tipo di decisione su un'area simile, bisogna fare davvero le opportune simulazioni sulla viabilità.

Quali soluzioni immagina in tempi brevi per alleggerire il traffico cittadino, visto l'aumento che già prefigura per l'areale ferroviario – di cui vediamo un assaggio nel cantiere del Waltherpark? In altre parole, quali nodi irrisolti della mobilità affronterà nel breve termine, e come?

Dal punto di vista della mobilità su mezzi pubblici, l'introduzione della seconda linea di metrobus da sud. Da qui a qualche anno sarà incrementata e funzionerà molto bene. Certamente bisognerà rendere sempre più interessanti e appetibili le ciclabili che vengono dai comuni limitrofi: se adeguatamente rafforzate, grazie all'utilizzo dell'e-bike, possono spostare in tutte le stagioni una decina di migliaia di pendolari. Su questo siamo in piena sintonia con la Provincia

Diecimila bici in arrivo sono molte.

Potenzialmente è possibile. Se pensiamo che entrano 80mila auto tutti i giorni, 10mila persone che vengono in bici sarebbero un contributo straordinario. La Provincia, con un programma decennale, sta creando delle “superciclabili” larghe 4 metri e mezzo che entrano a Bolzano: consentirebbero un utilizzo più agevole e più attrattivo. Comunque ci sono svariati progetti in corso, interni ed esterni, con investimenti massicci. Basti pensare ai cantieri in Corso Libertà, a quello in corso tra Firmian e l'ospedale... e la rete ciclabile di Bolzano è già fittissima. Penso anche a un utilizzo migliore dei parcheggi sotterranei che già esistono, senza scavare ancora. Esistono centinaia di posti interrati, di enti pubblici o di privati, non utilizzati. Con un lavoro di mediazione molto complesso cerchiamo di togliere auto in superficie e creare altre ciclabili interne.

E i parcheggi per le bici?

Mi sono trovato sei piani di posteggio bici per il centro storico, realizzati negli ultimi 15 anni: tutti rimasti inattuati. Coi tecnici del Comune pensiamo a soluzioni diverse da quelle prodotte da questi studi. Purtroppo Bolzano non è in pianura, gli spazi sono risicati... Qui bisogna mediare con molti proprietari, vincoli urbanistici e via dicendo.

La questione tram, dopo il referendum, invece è definitivamente archiviata.

Sul tram dico purtroppo, era un primo passo importante – perché sicuramente non era un assetto definitivo, quella prima linea. Di certo avrebbe potuto rappresentare una base per uno scenario evolutivo che andava ben al di là di Bolzano, un primo step anche per delle ulteriori linee interne. Inutile pensarci, ora si guarda avanti e si pensa ad altro.

Come si rapporta al Waltherpark della SIGNA e a tutto ciò che ruota attorno al cantiere e a quel progetto di sviluppo della città?

Ormai c'è poco da discutere, quello è, punto e basta. Inutile parlare di una cosa già definita, decisa, approvata e a uno stato avanzatissimo, della quale non resta che attendere gli esiti finali.

Ma se ci fossero sviluppi ulteriori, come sul Virgolo, la questione non sarebbe affatto finita.

Ah, certo, il tema del Virgolo è apertissimo. Siamo prossimi all'esito dello studio della società Sinloc di Padova che dirà dove il nuovo museo di Ötzi andrebbe collocato. Se emergerà che deve andare al Virgolo, sarà per volontà della Provincia – cui spetta la decisione finale – mentre il Comune nel suo programma ha già espresso la sua preferenza, ovvero che Ötzi resti in centro. Se andrà al Virgolo, si apriranno degli scenari sulla mobilità molto diversi. Ma aspettiamo l'esito.

Cosa pensa delle “zone a traffico limitato” (ZTL)? La sua predecessora alla mobilità, Marialaura Lorenzini, puntava a estenderle nei quartieri. Lei?

Secondo me non bisogna fare ZTL a priori, bisogna capire se sono utili e non ne farei una questione di bandiera. Quelle inutili vanno tolte: io ho rimosso quella all'entrata e uscita da scuola in Viale Trieste, che caricava la già intasata Via Roma, quando davanti alle scuole già ci stanno i nonni vigili e i semafori a chiamata... Chiuderla in un'ora di punta mi sembrava un'insensatezza puramente ideologica.

La settimana scorsa ho presentato al sindaco e al vicesindaco la chiusura totale di una strada di Bolzano, di cui non dico il nome prima che sia concluso il processo, ma sarà annunciato a breve.

Come soluzione permanente, invece? Per il commercio potrebbe essere un'idea.

Un conto è calmierare il traffico, un altro togliere tutti i mezzi – e perché sia davvero utile al commercio occorre toglierli tutti, autobus compresi. Le soluzioni miste, che tolgono le auto e lasciano i bus, non funzionano. La settimana scorsa ho presentato al sindaco e al vicesindaco la chiusura totale di una strada di Bolzano, di cui non dico il nome prima che sia concluso il processo, ma sarà annunciato a breve. Questa chiusura totale è stata accettata e apprezzata da Caramaschi e Walcher, che non sono certamente dei talebani della mobilità dolce. Quando si fanno chiusure, devono avere un senso che non sia l'ideologia della chiusura.

Le legislatura è appena iniziata, l'inizio per lei fu certamente turbolento. Puntava alle deleghe sull'urbanistica, poi riottenute dal vicesindaco Walcher. A qualche mese di distanza dall'insediamento, come ci si sente?

Bisogna trovare una modalità di lavoro con tutti, in tutte le situazioni nuove, e soprattutto bisogna fare i conti con il contesto. O decidi di lavorare, accettandolo, oppure te ne vai. All'interno di queste condizioni cerco di fare il meglio possibile.

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Massimo Mollica Do., 08.04.2021 - 09:01

Trovo interessante quello che dice l'assessore, anche se mi sfugge la visione generale. Spero comunque che metta alla luce tutti le sue azioni e i suoi pensieri, così da condividerli il più possibile. Personalmente trovo che la mobilità è praticamente tutto, ma non dev'essre un fine bensì un mezzo. La comodità di chi lavora e vive in centro città (e per centro intendo centro storico) è innegabile., Di fatto non server l'auto, ha un centro commerciale suo ed è vicino alla stazione, che gli permette di raggiungere praticamente tutto. (e qui sta il senso del perché la mummia debba stare in centro, e per centro intendo pure il Virgolo, dato che si raggiungerebbe tramite funivia). Per portare gli stessi benefici anche in periferia secondo me la città deve sviluppassi su più piani. Quindi il taffico va spostato sotto terra. Oslo docet. Per i costi chiamerei il signor Musk e chiederei un preventivo per la sua talpa. Da ciclista dico bene le biciclette ma non sono per tutti! Le persone anziane e non abili come fanno? E poi d'inverno? Inoltre chiederei a Leitner per sviluppare soluzioni innovative ai soliti schifosissimi bus.

Do., 08.04.2021 - 09:01 Permalink
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rotaderga Do., 08.04.2021 - 13:18

Schreibtischtäter wollen immer wieder das Rad neu erfinden. Menschen mit Hausverstand und Erfahrung wollen den Bestand konsolidieren. Es wird viele Kompromisse brauchen.

Do., 08.04.2021 - 13:18 Permalink
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Faber Simplicius Do., 08.04.2021 - 14:19

Sicuramente l'assessore Fattor ha un approccio realistico alla questione del traffico a Bolzano. Il che è già un buon punto di partenza.
Mi sembra tuttavia sopravvalutata la potenzialità delle bici elettriche per chi, per lavoro e non per diletto, si reca giornalmente a Bolzano provenendo dal contado.
Sicuramente possibile da Cardano e Settequerce, forse Terlano. Ma improbabile dall'Oltradige. Sia per una questione di pendenze che per una questione di distanze e, soprattutto, di condizioni meteo (caldo, freddo, pioggia), che scoraggiano il pendolare medio dall'utilizzo della bici.
Manca però completamente il riferimento al traffico interno a Bolzano, generato dagli stessi bolzanini che usano l'auto per andare da Gries a piazza Walther ... o al Twenty appunto. Sarebbe quindi bene che il comune di Bolzano sviluppasse anzitutto una politica diretta a spingere i propri cittadini ad utilizzare la bicicletta.

Do., 08.04.2021 - 14:19 Permalink
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Albert Hofer Do., 08.04.2021 - 17:30

Antwort auf von Faber Simplicius

Nei Paesi Bassi o a Copenaghen i condizioni meteo non sono certemante più clementi, anzi... Un paio di anni fa sono stato ad Amsterdam in pieno inverno (1-2 gradi, pioggia e un vento da brividi), e nonostante tutto l'intera città era in bici. Un'esperienza allucinante! San Michele dista da Piazza Walther ca. 10 km e 150 m di dislivello, veramente tutt'altro che spaventoso con una bici elettrica.

Il problema più grande è un altro, cioè che niente sarà mai così comodo come avere una macchina parcheggiata davanti alla casa, un percorso su strade perfettamente adeguate al traffico a quattro ruote, libero accesso dappertutto e poi magari pure la possibilità di parcheggiare gratuitamente davanti al posto di lavoro. La verità vera, che poi nessun politico dalle nostre parte mai oserebbe pronunciare (Verdi a parte, forse), è che l'unico metodo efficiente di spingere i propri cittadini ad utilizzare la bicicletta consiste nella discriminazione sistematica del traffico motorizzato a favore della bici. Nei Paesi Bassi o in Danimarca il cittadino medio non è necessariamente più ecologico o più sportivo, lì hanno semplicmente fatto il traffico motorizzato all'interno delle città il più faticoso possibile, e allo stesso tempo ridedicato più spazi possibili ai ciclisti. E poi, alla fine, un'ora di punta ad Utrecht (350.000 abitanti) vicino alla stazione centrale si presenta così: https://www.youtube.com/watch?v=n-AbPav5E5M&t=0s

Do., 08.04.2021 - 17:30 Permalink
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Albert Hofer Do., 08.04.2021 - 22:06

Antwort auf von Manfred Gasser

Das ist ein Radweg, der eine "Autostraße" am Hauptbahnhof kreuzt (ein Vergleich zur rush hour am Bozner Bahnhofsplatz drängt sich da auf). Aber natürlich, auch in Holland baut man für Fahrräder Radwege :-) An dem Punkt hören dann aber schon bald die Gemeinsamkeiten mit "unseren" Radwegen auf. Man schneidet dort nämlich die gesamte Verkehrsplanung auf die Bedürfnisse der Fahrradfahrer zu. Radwege werden sehr breit geplant (und Autostraßen entsprechend enger), man baut sie in möglichst vielen Straßen, sie verkehren in möglichst gerader Richtung (bei uns sind die direttissime meist für Autos gedacht, ausgewiesene Radwege nehmen dagegen umständliche Kurven oder sonstige Umwege, mitunter auch mehrmalige Straßenseitenwechsel), Kreuzungsbereiche sind architektonisch für schnelles und sicheres Radfahren optimiert, die Ampelschaltungen priorisieren Radfahrer (sieht man ja gut im Video), teilweise gibt es sogar Vorfahrsregelungen zugunsten von Fahrrädern (also Autos müssen an Kreuzungen Vorfahrt geben!), es gibt in Zentren konsequente Geschwindigkeitsbeschränkungen für Autos, stark beschränkte Zufahrtsmöglichkeiten für Autos und nur sehr wenige, allerdings extrem teure zentrumsnahe Autoparkplätze, dafür an jeder Ecke Fahrradparkplätze (an Bahnhöfen auch riesige Fahrradparkhäuser). Und da schließt sich der Kreis zum obigen Interview: In Bozen hat man zentrumsnah Autoparkplatz um Autoparkplatz gebaut (und bald baut man noch einen weiteren gigantomanischen Autoparkplatz unter dem Siegesplatz), während es nicht mal an einem zentralen Punkt wie dem Bahnhof nennenswerte Fahrradabstellmöglichkeiten gibt.

Hier noch ein paar weitere Bilder aus Utrecht, nicht nur von Radwegen. Da sieht man mal, was bei konsequenter Planung auch in wesentlich größeren Städten so alles möglich ist... https://www.youtube.com/watch?v=ynwMN3Z9Og8

Do., 08.04.2021 - 22:06 Permalink
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Profil für Benutzer Michele De Luca
Michele De Luca Do., 08.04.2021 - 18:29

Mi limito solo al "Metrobus da sud"... a parte che mi piacerebbe capire di cosa si tratta, senza una riduzione/blocco del traffico e con senza corsie preferenziali degne di tal nome non serve ad una beata cippa. Giusto per essere chiaro e sintetico.

Do., 08.04.2021 - 18:29 Permalink
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Profil für Benutzer Gianguido Piani
Gianguido Piani Do., 08.04.2021 - 22:16

E' curioso che, spero di non avere saltato questo punto nel'articolo e nei commenti, non si affronti la questione anche in termini di lavoro a distanza. Vogliamo mettere in chiaro che venire in auto da Terlano o da Salorno per piazzarsi di fronte a un PC a Bolzano centro e' un'assurdita'? Ormai si inizia a capire, e ce ne e' voluta!, che per chi lavora su documenti digitali stare in ufficio o a casa e' equivalente. Contatti con i colleghi? Due-tre volte a settimana, non cinque, e a rotazione. Quanto traffico si eliminerebbe in questo modo? E quanti dei problemi legati al traffico? Tra l'altro a un costo irrisorio e con benefici immediati in termini sia di mobilita' facilitata sia di qualita' dell'aria e salute collettiva.
Ho vissuto alcuni anni a Lund, Svezia, di fronte a Copenhagen ma a differenza di questa piuttosto collinare, con dislivelli molto piu' marcati che a Bolzano. Usare la bicicletta o i mezzi pubblici e' un'ovvieta' percepita e condivisa, e questo ormai da decenni. Sono dei poveri mentecatti sottosviluppati ai quali guardare con sufficienza? Non proprio. Un'universita' sempre compresa nel ranking delle prime cento mondiali, policlinico di eccellenza e la sede centrale di alcune multinazionali di dimensione mondiale quali Alfa Laval e TetraPak. E si muovono prevalentemente in bici. Unglaublich, nicht wahr?

Do., 08.04.2021 - 22:16 Permalink
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Profil für Benutzer Martin Aufderklamm
Martin Aufderklamm Fr., 09.04.2021 - 12:30

Possiamo girarci intorno quanto vogliamo, ma fino a quando ci saranno le colonne di macchine di Bolzanini verso la Zona Industriale alla mattina e alle 17 in senso contrario per mancanza di un'offerta organica e veloce del TPL, non faremo passi avanti.
E in più poi la gestione del traffico da/verso Bolzano......pedaggio subito!

Fr., 09.04.2021 - 12:30 Permalink