Politik | Fase 2

Anche “noi” come l’Alto Adige

Pressing delle regioni per riaprire i negozi dall’11 maggio. Ma il governo frena e ribadisce: prima del 18 maggio non si riapre.
Mascherina
Foto: upi

Alla fine della maratona notturna il consiglio provinciale ha approvato con 28 sì, 6 astensioni (Riccardo Dello Sbarba, Brigitte Foppa, Hanspeter Staffler dei Verdi; Sandro Repetto del Pd; Diego Nicolini del Movimento 5 stelle; Myriam Atz Tammerle della Südtiroler Freiheit) e un voto contrario (Alessandro Urzì di Alto Adige nel cuore - Fratelli d'Italia) la legge provinciale che anticipa le riaperture delle attività economiche nella fase 2. Dopo la pubblicazione sul bollettino ufficiale della Regione, che avverrà probabilmente oggi pomeriggio (8 maggio), la legge sarà subito in vigore. Se l’Alto Adige accelera (e taglia il traguardo) le altre Regioni provano a fare altrettanto. Con un ordine del giorno, presentato ieri nel corso della (video)Conferenza Stato-Regioni al ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, i governatori hanno chiesto che sia consentito ai negozi di riprendere le attività già lunedì 11 maggio, ma l'esecutivo ha ribadito: prima del 18 maggio nessuna differenziazione territoriale. Il motivo: occorrono almeno due settimane per valutare gli effetti del monitoraggio sanitario che valuta la curva del contagio dopo l’allentamento delle restrizioni iniziato il 4 maggio.

“Si sta assistendo positivamente in questi giorni alla ripresa graduale delle attività produttive che in forza di precedenti decreti avevano sospeso le attività”, si legge nel documento congiunto, ma “il Dpcm 26 aprile 2020 nonostante le prime indicazioni per la riapertura non ha previsto un cronoprogramma relativamente alle numerose attività ancora sospese o chiuse”. Le regioni chiedono che “entro il 17 maggio venga adottato un nuovo Dpcm con il coinvolgimento delle Regioni per consentire alle Regioni stesse di procedere autonomamente, sulla base delle valutazioni delle strutture tecniche e scientifiche dei rispettivi territori, a regolare le riaperture delle attività previa adozione da parte delle imprese di tutte le misure per la tutela dei lavoratori ed il contenimento del contagio come definiti dagli specifici protocolli di sicurezza, fermo restando che la competenza sulla mobilità interregionale è di competenza nazionale”.

La richiesta è inoltre quella di anticipare dall’11 maggio “la riapertura dei settori del commercio al dettaglio fermo restando la necessaria sottoscrizione dei relativi protocolli di sicurezza con le parti sociali a tutela dei lavoratori”. Sul modello della Südtiroler Weg difeso a spada tratta dal presidente Arno Kompatscher altri governatori hanno tentato la “volata”, frenata però dal ministro Boccia che insiste sulla mancanza di protocolli di sicurezza Inail ancora da perfezionare. Sulle date, insomma, per il momento il governo non cede. Il compromesso resta quello del 18 maggio, quando potrebbero riaprire una serie di attività, come bar, ristoranti e parrucchieri, la cui ripartenza era stata prevista per l’inizio di giugno.