Chronik | il caso

“Una violenza sotto gli occhi di tutti”

Durante il corteo dell’8 marzo una ragazza disabile in stato di shock è stata ammanettata e trattenuta dai vigili urbani. Il comandante: “Abbiamo agito nel suo interesse”
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Foto: Privat

Un clima festoso, ma pur sempre in un contesto di lotte e rivendicazioni: anche Bolzano, l’8 marzo, è stata attraversata da un corteo transfemminista contro l’oppressione e le violenze di genere, per i diritti e l'autodeterminazione, contro ogni deriva patriarcale, razzista e classista all’interno della società. 
Il concentramento, che ha radunato alcune centinaia di persone, era previsto alle 17.30, in via Roma 18, nel piazzale di fronte al supermercato Despar. Poco dopo, la manifestazione comincia a svincolarsi per le strade, ma le urla e le grida provenienti da una giovane donna sovrastano i cori e la musica del corteo che si stava dirigendo verso Piazza Walther. Le promotrici della manifestazione al megafono chiedono ad un medico di farsi avanti. Nel luogo del concentramento c’è una giovane ragazza disabile, in stato confusionale ammanettata con le mani dietro la schiena, seduta e circondata dai vigili e forze dell’ordine. È una figura conosciuta per via della sua difficile storica clinica. È spaventata e grida, presa dal panico. Nel frattempo, le persone presenti protestano per il trattamento del personale in divisa, a loro giudizio spropositato e controproducente vista la fragilità della persona che si trovava in manette, circondata ora da decine di persone. I toni si scaldano fino a che una psicologa, che si è fatta avanti tra la folla, è riuscita a calmare la giovane donna prima dell’arrivo di un’ambulanza. 

 

La versione ufficiale
 

Il sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi è stato informato del caso dal comando dei Vigili. A salto.bz ha riferito che la ragazza ammanettata non seguiva da alcuni giorni la terapia farmacologica che le era stata prescritta nell’ambito delle cure psichiatriche a cui era sottoposta e che avrebbe tentato atti di autolesionismo. Il comandante Antonio Piras entra maggiormente in merito alla questione riferendo che la ragazza non era una partecipante del corteo e che il fatto non è avvenuto durante la manifestazione ma prima, quando cioè il traffico non era ancora stato bloccato. La giovane donna avrebbe pertanto provato a farsi investire da alcune automobili, fatto – secondo Piras – sventato proprio dalle Forze dell’ordine presenti. “Stiamo parlando di una persona malata, ed essendo un caso delicato sono reticente ad esporre mediaticamente la cosa. Quello che voglio però ribadire – ha detto il comandante – è che non c’è stata violenza nè si è trattata di un’azione spropositata da parte dei Vigili Urbani, che hanno agito assieme alla Questura in quanto era necessario trattenere questa persona e portarla via dalla strada. È una figura nota, periodicamente dedita a questo tipo di comportamenti. Abbiamo agito con la massima prudenza e nell'interesse della persona che rischiava di farsi del male ma capisco – conclude Piras – che se si mostra una fotografia senza conoscere l’antefatto si può avere una percezione diversa”.
L’Ospedale di Bolzano, che ha preso in carico la giovane donna dopo l’arrivo dell’ambulanza non si sbilancia, ribadendo – attraverso l’Ufficio Stampa – che il caso è stato gestito dalle forze dell’ordine e non dal personale del pronto soccorso dal momento che la ragazza “stava andando in escandescenza e l’hanno portata via perché stava diventando pericolosa” e affermando, al contempo, che “è molto difficile bloccare una persona che non vuole essere bloccata e non è semplice agire in questi casi”.

 

La testimonianza dei manifestanti
 

Diversi i racconti riportati dalle persone presenti durante la manifestazione e che hanno assistito alla scena. Nel pomeriggio di, oggi (9 marzo) arriva tramite Facebook, la versione delle promotrici del corteo che dalla pagina Bolzano Antifascista scrivono:
 

Buona “festa della donna”. Il patriarcato, con le sue modalità di abuso di autorità, violenza e oppressione, e’ riuscito anche stavolta a farci gli auguri.
Urla disperate squarciano il corteo transfemminista. 
A margine della manifestazione organizzata in occasione dell'8 marzo è accaduto un fatto gravissimo: una ragazza disabile di giovane età, in stato confusionale è stata ammanettata e buttata a terra da dei vigili urbani. 
Tutto è successo molto velocemente. Il corteo stava per partire. La ragazza sul marciapiede piange e si divincola , trattenuta a terra da due vigili della polizia municipale.
Alcune compagnə si avvicinano e vedono le manette che le bloccano le mani dietro la schiena.  Il vigile, perentorio e aggressivo, liquida tutte le richieste di spiegazioni. 
“La conosciamo bene, F***. Correva in strada, voleva rubarci la pistola”. 
La ragazza sta male, è in posizione scomoda, indossa uno zaino pesante che la trattiene a terra, le mani gonfie, ammanettate, schiacciate dallo zaino. 
- “ Perché? “ E’ la domanda posta con veemenza alle forze dell’ordine.. 
“che necessità c’è di trattenerla con una simile violenza?” 
- “ La ragazza sta male, la conosciamo, ha fermato il traffico, va incontro alle macchine, abbiamo già chiamato un’ambulanza…”
“Ma non è necessario bloccarla a terra così, le sale il panico, basta parlarle, tranquillizzarla…Possibile che non lo capite….?”
In  risposta alla nostra solidarietà, arriva a muso duro  la minaccia dei vigili  “ Volete una denuncia?”
Nel frattempo la ragazza continua ad urlare. Le mani sempre più viola. 
Diverse persone si staccano dal corteo, si avvicinano, qualcuna le fa una carezza, le parla piano, lei momentaneamente si tranquillizza. Dal corteo arriva anche una psicologa, capace di gestire la situazione e che calma la ragazza in poco tempo.
Si aspetta un’ambulanza, i vigili blaterano della necessità di un “medico di urgenza” e dell’impossibilità di “contenere la ragazza”. Abbiamo continuato a  monitorare la situazione, cercando di tranquillizzare la ragazza. 
Grazie all’intervento di alcune persone la ragazza è stata liberata dalle manette. 
Portata in ospedale e accompagnata da una compagna con il rischio, per fortuna scongiurato, di TSO. In psichiatria nessuno ha mostrato interesse nel capire cosa fosse successo. Nessuno le ha visitato la mano che era gonfia, nessuno si è preoccupato di capire l’operato dei vigili per altro presenti in ospedale”.

La persona stava urlando perchè era stata malamente ammanettata ed aveva i polsi viola

 

La narrazione del post è stata confermata telefonicamente da un’attivista che ha promosso la manifestazione, pur ribadendo di non aver visto cosa fosse successo prima che scattassero le manette: “Si è trattata di una violenza sotto gli occhi di tutti. La persona stava urlando perchè era stata malamente ammanettata ed aveva i polsi viola. Alle nostre rimostranze, dalle Forze dell’Ordine ci è stato detto che la conoscevano e che sapevano come fare, il che secondo noi diventa un’aggravante vista la storia clinica della donna e le sue note difficoltà di muoversi negli spazi pubblici. Il corteo era già partito – smentisce l’organizzatrice – tanto che la ragazza è stata trattenuta proprio dove poco prima stazionavano le manifestanti. L'ambulanza è arrivata dopo diversi minuti che la giovane era bloccata in quel modo. Le manette sono state tolto solo dopo la mediazione della psicologa e di una nostra attivista che traduceva nella lingua madre della giovane. In ogni caso gli operatori dell'ambulanza mostravano di conoscerla bene e hanno preso in mano la situazione”. 

 

Tra le presenti anche Arianna Miriam Fiumefreddo, presidente di Centaurus Arcigay che a salto.bz ha riportato la preoccupazione e l'indignazione delle persone presenti per il trattamento imposto alla ragazza: "Per noi è stata una violenza nei confronti di una persona vulnerabile inaccettabile che ha segnato lo spirito di tutta la manifestazione. La domanda è quale preparazione possono avere vigili e forze dell'ordine dal non distinguere una persona che sta male da altre che possono invece avere intenzioni ostili?".

Secondo le testimonianze di chi ha accompagnato la ragazza in ospedale, la visita sarebbe avvenuta alla presenza delle forze dell’ordine che interagivano continuamente con i medici del reparto di psichiatria. Successivamente la donna si sarebbe recata con il padre in pronto soccorso per visitare la mano, che presentava dei rigonfiamenti a causa della forte pressione esercitata dalle manette sui polsi.

Dai social nel frattempo arrivano le prime reazioni: “Molte cose andranno ancora chiarite – riportano le promotrici e i promotori del corteo –. Sappiamo solo che al margine di una manifestazione che pone l’attenzione verso la violenza strutturale nei confronti di donne, persone lgbtq*  e persone marginalizzate,come le persone disabili, la violenza della polizia municipale di Bolzano era sotto gli occhi di tuttə e che questa violenza non resterà senza risposta”.


 


 

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Anonymous Südtirol Do., 09.03.2023 - 17:51

Solo una cosa si può dire in questo caso: vergognatevi!
A iniziare dal sindaco che vorrebbe lo stato di polizia ovunque.
Non sono nemmeno in grado di scusarsi.
Vergognatevi!
Vergognatevi!
Vergognatevi!

Do., 09.03.2023 - 17:51 Permalink
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Claudio Campedelli Mo., 13.03.2023 - 16:49

1) Come si permette il sindaco di divulgare informazioni sanitarie di una persona (... non seguiva da alcuni giorni la terapia farmacologica ...)?
2) Frequentemente si sente che poliziotte/i intervenendo in modo maldestro e, per essere gentili, non professionale nel trattamento di persone provocando danni non reversibili alle persone in una situazione di difficoltà.
3) Sarebbe utile capire se le poliziotte/i hanno potuto usufruire di una formazione specifica per affrontare queste situazioni.
Se questa formazione è stata offerta sarebbe opportuno verificare il comportamento del poliziotto e/o l'efficienza della formazione.
Se invece questa formazione non è prevista ci si dovrebbe chiedere se è opportuno lasciare queste interazioni a delle persone che improvvisano le loro azioni.
4) In Alto Adige abbiamo il triste primato delle morti volontarie. Una persona in difficoltà psichica (potrebbe capitare ad ognuno di noi) ha il diritto di essere protetta nella sua fragilità. Il fatto accaduto l`8 marzo in via Roma mostra con tutta la sua cruenza e violenza che forse sarebbe il caso di rivedere profondamente l´aproccio culturale verso la protezione di queste persone per garantire una vita dignitosa.

Mo., 13.03.2023 - 16:49 Permalink