Gesellschaft | Il commento

Soluzioni usa e getta

La politica dello "scaricabarile" e delle maxi strutture per l’accoglienza temporanea dei senza dimora. Via libera con l’ex Alimarket, ma solo per chi ha il Green Pass.
Centro Diurno
Foto: Salto.bz

La chiamano emergenza freddo, ma di emergenziale resta solo l’approccio con la quale viene affrontata. Un problema strutturale, che si ripete puntuale negli stessi periodi dell’anno - spesso vedendo coinvolti gli stessi attori dell’anno prima - da ormai sempre più numerosi anni e che, pertanto, non può che accozzare con il significato stesso di “emergenza”.

Da anni il problema senza fissa dimora è presente nella città più cara d’Italia e con un mercato immobiliare tra i più proibitivi, e nonostante tutto si persevera con l’adozione di soluzioni “usa e getta”, altamente dispendiose e che non risolvono la natura strutturale del problema, che viene rimandata all’anno successivo. Come si è visto in questi anni, le risorse vengono canalizzate in grandi strutture spersonalizzanti, con decine e decine di corpi “indesiderabili” ammassati negli angoli sempre più nascosti della città, gli stessi che potenzialmente potrebbero ricevere il Daspo urbano qualora si permettessero di “disturbare” la magia dei mercatini di Natale.

Ogni anno viene messo in scena il solito teatrino, la solita opera con lo stesso copione e recitata dagli stessi attori dell’anno precedente. Attivisti, opposizioni e organizzazioni di volontariato invocano soluzioni a lungo termine, come l’avvio di progetti di co-housing e l’ostello dei lavoratori, dal momento che molti senza dimora si trovano, nonostante un’occupazione, in condizioni di precarietà abitativa proprio per i costi proibitivi del capoluogo altoatesino ma anche per il vedersi rifiutare - sebbene in certi casi vi sia la possibilità di possibilità di sostenerlo economicamente - l’affitto di un appartamento a causa della stigmatizzazione che colpisce in particolar modo le persone dal background migratorio e che hanno vissuto in strada. Si apre poi l’atto dello “scaricabarile”, un rimando di competenze e responsabilità tra istituzioni che viene “risolto” con l’apertura di nuovi maxi centri in periferia. L’anno scorso, in piena emergenza sanitaria, è stato il turno della Fiera. Quest’anno toccherà di nuovo all’Ex Alimarket di Via Gobetti, nell’ala in cui è stato aperto un centro diurno per senza fissa dimora (di cui salto.bz si era già occupato a causa del lassismo gestionale da parte delle istituzioni comunali).

 

Un nuovo atto da 303.305 Euro

 

Il cambio parziale di destinazione d’uso dell’Ex Alimarket è stato annunciato formalmente ieri (8 novembre) in conferenza stampa da parte del sindaco Renzo Caramaschi, che ha anticipato le misure previste per i prossimi mesi (e che verranno meglio illustrate in una conferenza stampa oggi a mezzogiorno). Dal 15 novembre al 31 marzo 2022 verranno messi a disposizione 95 posti letto per l’accoglienza notturna, che andranno a sommarsi a quelli già attivi di via Comini e a cui sarà possibile accedere solo con Green Pass. Il costo complessivo a carico di Azienda Servizi Sociali (ASSB) sarà di 303.305 Euro, di cui il 70% verrà rimborsato dalla Provincia. Dalle parole del sindaco è emerso tutto il suo rammarico in quanto afferma che Bolzano è l’unica amministrazione che si fa carico dei senza dimora, e dovrebbero essere le altre comunità comprensoriali con le proprie città, da Brunico a Bressanone, a farsi carico della propria quota di senza tetto, un po’ come fossero dei pacchi postali e perché “tutti devono fare la loro parte”. In realtà si tratta di una soluzione alquanto impraticabile, dal momento che la concentrazione delle persone si determina dalla vicinanza di servizi, opportunità, mezzi e conoscenze che difficilmente si possono trovare al di fuori dei capoluoghi e delle grandi città.