Politik | Prove d’intesa?

Dai 5 stelle a CasaPound

Opposizioni unite nella sfiducia a Caramaschi dopo l’addio di Baur. “Con le destre nessun imbarazzo, ci occupiamo della nostra città” dice Fortini. La mozione.
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Foto: Salto.bz

Le dimissioni di Christoph Baur dalla giunta di Bolzano per i dissidi sull’areale ferroviario non si archiviano con un tratto di penna. Per le opposizioni del consiglio comunale di Bolzano si tratta di una crisi profonda della giunta Caramaschi. Maturata attorno ad uno dei progetti chiave della legislatura, lo sviluppo del nuovo quartiere attorno alla stazione, ma che contagia anche il tram e la sicurezza. Pertanto, meglio che il capoluogo possa ritornare subito al voto, secondo le minoranze che si sono unite nella mozione di sfiducia a sindaco e assessori. Allo stesso tavolo i consiglieri di Uniti per Bolzano, Lega  - assente invece Forza Italia - con CasaPound e 5 stelle. Questi ultimi per nulla imbarazzati dall’accostamento. “Non abbiamo nulla a che spartire, ci siamo solo trovati tutti d’accordo nell’occuparci di questa città”, dice la pentastellata Maria Teresa Fortini.

 

Uniti per la sfiducia

 

Alessandro Forest (Uniti per Bolzano-Fratelli d’Italia) illustra per primo il dispositivo che ha raccolto 15 firme: tre in più delle 12 necessarie per la discussione e 8 in meno dei 23 voti per l’approvazione. “È necessario fare chiarezza - dice il consigliere - a beneficio di Bolzano, perché le dimissioni del vicesindaco nascono dai contrasti in seno a giunta e maggioranza su un progetto che ha un enorme impatto sulla città. Il passaggio è dovuto nei confronti dei cittadini”.

 

 

Kurt Pancheri, presente per la Lega con Filippo Maturi e Luigi Nevola, estende il ragionamento agli altri punti caldi del programma di Caramaschi: “I contrasti riguardano anche il Pums, il tram e il daspo urbano. La litigiosità è giunta ad un livello tale che è doveroso dare una forte spallata a questa maggioranza. Così non si può andare avanti”.

Maurizio Puglisi Ghizzi, per CasaPound, siede di fronte ai penta stellati Paolo Giacomoni, Maria Teresa Fortini e Pierluigi Gaianigo: “L’areale è un’operazione, su 40 ettari, che non è stata concordata con la città. Siamo concordi con la visione di Baur secondo cui è sbagliato affidarla ad un’unica potenza economica che potrà fare quello che vuole. Ma la nostra sfiducia riguarda anche l’assessora Lorenzini, il tram così concepito è un errore”.

 

 

Nel dibattito intervengono Marco Caruso (gruppo misto), Maturi e Marco Galateo di Uniti per Bolzano. “Noi in Comune non sappiamo mai nulla di questi progetti, veniamo a sapere tutto dai giornali. È in gioco la trasparenza”, dice il primo. Il deputato leghista definisce la mozione “una questione di dignità”: “Dimettendosi la giunta ridarà dignità alla città”. Per Galateo “la maggioranza non ha più una visione comune del futuro di Bolzano, giusto lasciare”.

 

 

Per i 5 stelle le dimissioni di Baur sono la prova dell’implosione della coalizione sul tema cardine: “Uno scontro tale da far dimettere un vicesindaco non può passare senza conseguenze - dice Giacomoni -. Noi siamo sempre stati molto critici verso la creazione di nuovi appartamenti, che risulteranno per ricchi oppure diventeranno un ghetto, comunque un rione avulso dal resto del tessuto urbano”. Ma le contrarietà comprendono anche le modalità scelte per il tram.

 

5 stelle e fascisti del terzo millennio

 

Dal punto di vista politico, è lecito chiedersi se sia una prova d’intesa per una futura maggioranza, per un candidato sindaco gradito (magari Christian Bianchi?). “Tutto prematuro” taglia corto Pancheri. Colpisce però la compresenza di CasaPound e grillini. “Ad essere qui sono i gruppi che hanno a cuore la propria città” dice Puglisi Ghizzi. Fortini aggiunge, negando imbarazzo: “Semmai, l’imbarazzo è della città che assiste a questo rimpasto. Qui si tratta di occuparci del bene di Bolzano. Con CasaPound non abbiamo nulla a che spartire, il dialogo da parte nostra non è con loro ma continua a essere con i cittadini e i loro interessi”.