Politik | Wahlen 18 Elezioni

Re Mida è tornato

La tappa del tour altoatesino di Matteo Salvini al parco della stazione di Bolzano. Fiumi di selfie, retoriche militanti, guasconeria e qualche protesta.
Matteo Salvini
Foto: Salto.bz

Mancava solo il banchetto del merchandising, magliette e tazze con l’effige del Capitano, e gli elementi dell’evento dell’anno ci sarebbero stati tutti. C’era la star, Matteo Salvini; la crew, i candidati alle provinciali, come il commissario Massimo Bessone incollato al fianco del suo leader, Luigi Nevola, Rita Mattei, e Carlo Vettori che contano di incassare i dividendi di questa giornata (e non solo), il deputato Filippo Maturi, l’indaffaratissimo consigliere di circoscrizione di Don Bosco Kevin Masocco intento a distribuire i bigliettini con le preferenze per le provinciali del 21 ottobre; e naturalmente il pubblico in delirio, circa 200 persone. Il culto salviniano sublimato dalla liturgia dei selfie e dai cori da stadio.

 


 

Dopo una fitta giornata passata fra Laives - il primo comune altoatesino guidato da una giunta centrodestra, M5s e Svp -, Bressanone, Merano, con tappa-folklore al concerto dei Kastelruther Spatzen, l’indefesso Matteo Salvini benedice la campagna elettorale della Lega anche a Bolzano, al parco della stazione. Abbandonate le felpe personalizzate (ora ne hanno più bisogno i candidati altoatesini per risultare riconoscibili a occhio nudo), il numero uno del Carroccio torna alla camicia bianca, “a me piace tanto la camicia bianca, un simbolo che la sinistra ci ha scippato. Bene: la rivoglio indietro”, disse qualche anno fa. La camicia se l’è ripresa. Il palcoscenico pure.

 

 

Le hit salviniane

 

Da sopra una panchina Salvini mette in onda la solita redditizia, universale risposta: “Gli immigrati regolari sono i benvenuti, i clandestini se ne devono tornare a casa, garantiamo diritti a chi ha diritti”. Poi la picconata: “La sinistra ha fatto solo disastri, abbiamo visto tutti a cosa è servito esportare una candidatura come quella di Maria Elena Boschi, mai un’alleanza con il Pd, con tutti gli altri (leggasi Svp, ndr) se ne può parlare. la Lega può fare un risultato incredibile a queste elezioni, possiamo fare davvero la storia”. E ancora: “L’autonomia altoatesina non solo va difesa ma estesa anche alle altre regioni”. Non manca anche una stoccata al sindaco Caramaschi: “Vuole l’intervento del governo per risolvere la questione immigrazione? Perché non l’ha chiesto ai suoi amici del Pd quando i migranti li lasciava arrivare a frotte?”. Inevitabile l’appello al suo popolo: “Chi non vota si rassegna, scegliete e fate votare Lega, così mi darete più forza per andare a dire davanti all’Europa una cosa molto semplice, ovvero che per gli italiani decidono gli italiani”. Ad assistere al comizio anche diversi richiedenti asilo attirati dal clamore.

 

 

Not in my name

 

Intanto poco lontano, appena fuori dalla stazione ferroviaria, scoppia un fumogeno, un ristretto gruppo di antifascisti, controllati a vista dalle forze dell’ordine, sfoggia striscioni con su scritto “Azione diretta contro fascismo e razzismo” e “Fischia ancora il vento”, in riferimento a una celebre canzone partigiana, lo stesso slogan apparso nella sede della Lega ad Ala dove è esplosa una bomba carta. “Vergogna”, “Infame”, “Fuori Salvini dalle città”, urlano i militanti. La protesta si materializza anche a pochi metri da dove Salvini sta arringando la folla. Spuntano cartelli su cui campeggiano scritte come “Io sto con Riace” (il governo ha recentemente annunciato di voler cancellare il progetto di accoglienza del comune calabrese), dissensi, manifestati anche da alcuni Verdi, che l’intoccabile vicepremier liquida con un “io invece sto con Bolzano, questione di gusti”. Una ragazza con un turbante in testa gli dà dell'“assassino”, lui per nulla indispettito risponde con stile: “Bella gnocca”.

 

 

Per chiudere lo show una battuta sul tutore che porta al braccio destro: “Me lo sono rotto per colpa della Fornero”. Intorno il tifo non si placa, “Uno di noi”, “Matteo salvaci”, “Fammi un sorriso”, “Sono arrivata fino a qui, ora voglio la foto”, gridano le fan. Meno chiacchiere e più selfie, insomma. Il magnanimo leader accontenta tutti. Prossima tappa il Palaonda per assistere a una partita di hockey, poi cena a Merano. Giovedì 18 ottobre Salvini sarà di nuovo nel capoluogo, in piazza Matteotti, per un ultimo bagno di folla a pochi giorni dalle elezioni. Quasi superflua la chiamata a raccolta, del resto, a dirla con Flaiano, “gli italiani sono sempre pronti a correre in soccorso dei vincitori”.