Politik | Simboli

“Souvenir del Duce illegali”

L’iniziativa, che arriva da tre deputati Pd, è condivisa dai Verdi altoatesini: “ora Parlamentari e senatori sudtirolesi sostengano con forza la proposta di legge”.

Sbarazzarsi dei gadget tanto cari ai “nostalgici” del Ventennio fascista: l’iniziativa è partita, lo scorso ottobre, dai deputati Pd (eletti in Romagna) Marco Di Maio, Tiziano Arlotti e Enzo Lattuca, i quali hanno sottoscritto una proposta di legge che dichiara punibile con la reclusione da sei mesi a due anni “chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco, ovvero delle relative ideologie, anche solo attraverso la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero ne richiama pubblicamente la simbologia o la gestualità”. Si tratta, in sostanza, di inserire “alcune modifiche alla legge Scelba del 1952 per sanzionare la produzione, la distribuzione, la diffusione e la vendita di oggetti raffiguranti immagini o simboli del partito fascista”. La decisione è stata presa dopo le polemiche scoppiate per un calendario dedicato a Benito Mussolini comparso (e poi ritirato) sugli scaffali di un supermercato Coop a Reggio Emilia.

Un’iniziativa, quella dei tre deputati, che raccoglie il plauso dei Verdi dell’Alto Adige: “Mit der Verabschiedung dieses Gesetzentwurfs würde Italien einer europäischen Grundhaltung nahe rücken, die Faschismus und Nationalsozialismus auf der Basis historischer Erfahrung und Forschung grundsätzlich verurteilt, auch mit dem Kommunismus abrechnet”. In Alto Adige, in particolare, sottolineano i consiglieri provinciali Hans HeissRiccardo Dello Sbarba e Brigitte Foppa, occorre affidarsi a una forte sensibilità storica e a un senso di giustizia altrettanto vigoroso in modo da affrontare le sfide “a cui ci sottopongono costantemente tali estremismi politici”. Per questo - si legge nella nota dei Verdi - il Consiglio provinciale richiede ai parlamentari e senatori sudtirolesi che si trovano a Roma di sostenere con forza la proposta di legge fatta da Di Maio, Arlotti e Lattuca al fine di procedere a una sua rapida discussione e approvazione nelle due camere del Parlamento.

Un’altra proposta di legge targata Pd, inoltre, è stata depositata alla Camera. In questo caso il deputato dem e firmatario della proposta Emanuele Fiano non punta all'obiettivo di dichiarare direttamente reato il commercio dei souvenir mussoliniani ma utilizza un "espediente" indiretto: chiede che la legge Scelba varata nel Dopoguerra e che punisce l’apologia del fascismo diventi a pieno titolo una norma del codice penale italiano. Alla domanda se c’è da temere un tale profluvio di gadget d'ispirazione fascista - per citare un caso esemplare, sui banchi dei più grandi centri di distribuzione hanno fatto la loro comparsa bottiglie di vino con la silhouette del Duce - Fiano risponde: “il reato di apologia di fascismo, in questa società può considerarsi attuale. Se osserviamo quanto sta accadendo in Europa, possiamo notare come soltanto dei simboli possono contribuire a dare spazio e forza a movimenti xenofobi, sempre più sottovalutati”.

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Mensch Ärgerdi… Di., 19.01.2016 - 11:03

Il Sig. Fiano avrebbe urgentemente bisogno di un ripassino di diritto penale. Il fatto che una norma si trovi nel codice penale o meno non ha alcuna influenza sul suo campo di applicazione. Al momento la maggior parte delle norme penali dell'ordinamento italiano si trovano al di fuori del codice. Fra l'altro il legislatore italiano ha sempre mostrato una fantasia a dir poco sfrenata nella scelta delle leggi in cui inserire norme incriminatrici come ad esempio le leggi finaziarie.

Di., 19.01.2016 - 11:03 Permalink