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Negozi, fa breccia il modello Alto Adige

In Veneto la richiesta di replicare gli incentivi per le strutture nei paesi presenti in provincia di Bolzano. Parte da Treviso il pressing di Confcommercio.
negozio, Metzgerei
Foto: Suedtirolfoto/Helmuth Rier

Gli incentivi per i piccoli negozi situati nelle aree che sono prive o carenti di un commercio di vicinato - corrispondenti nel 2019 ad un sostegno totale di 900.000 euro, a beneficio di 86 esercizi, misura confermata nel 2020 dalla giunta provinciale - piacciono fuori dai confini dell’Alto Adige. La sezione territoriale di Confcommercio di Treviso chiede infatti alla propria sede regionale di attivarsi per avviare un tavolo tecnico a favore di una legge regionale del Veneto sul tema: un sistema che replichi il modello degli altri territori a partire da quello altoatesino, come racconta l’inserto Nordest del Sole 24 Ore oggi in edicola.

 

Tutele da replicare

 

Ascom-Confcommercio, che rappresenta le aziende del terziario in provincia di Treviso, ha messo sotto la lente gli aiuti per le piccole attività nei centri rurali con almeno 150 abitanti che già hanno ottenuto il plauso dell’Unione commercio e servizi-hds, costola bolzanina della stessa associazione nazionale di settore. Per Federico Capraro, presidente della sezione, occorre pensare, spiega sul Sole 24 Ore“ad una politica attiva e continuativa che sostenga queste imprese dal fondamentale valore sociale nei centri storici e nei centri minori in costante spopolamento”.

Nel dettaglio, il modello altoatesino si basa sugli incentivi sia per l’avvio di nuovi negozi di vicinato che per il loro mantenimento dove sono cruciali per la garanzia dei servizi di prossimità alla popolazione. La Provincia a gennaio ha confermato i contributi: fino a 15.000 euro per l’apertura di nuovi negozi in località prive di strutture di vendita, solitamente i centri di montagna e delle valli e incentivi ulteriori, tra i 9.000 e gli 11.000 euro, a seconda dei servizi offerti, dalla vendita di giornali alla posta fino all’offerta di prodotti locali. 

Sempre secondo Capraro, le condizioni storiche e la situazione del mercato - in cui opera lo stravolgimento dato dal boom dell’e-commerce - rendono necessario “andare oltre i singoli contributi locali per costruire un sistema territoriale che considera i negozi di vicinato come baluardi fondamentali per l’economia dei paesi, delle città e per la qualità della vita”. Alla Confcommercio regionale del Veneto toccherà ora prendere in esame la richiesta e eventualmente tradurla in una proposta rivolta alla Regione.