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La flat tax conviene agli altoatesini?

La riforma contenuta nel nuovo “contratto” del governo Lega-5 stelle desta preoccupazione anche in Alto Adige. Buonerba e Mayr (Cisl): “Proposta demagogica e iniqua”.
Tasse
Foto: upi

Un regalone ai ricchi. Questa, in soldoni (appunto), la conclusione a cui sono arrivati diversi analisti in merito alla flat tax, la cosiddetta tassa piatta, una riforma proposta dalla Lega e sostenuta dal Movimento 5 stelle che intende, a detta dei proponenti, risolvere il cronico problema dell’evasione fiscale. La tassa in questione, che costerà secondo le stime la bellezza di 50 miliardi di euro ed è stata inserita nel “Contratto per il governo del cambiamento”, ha due aliquote che sono del 15 e del 20 per cento, al posto delle 5 attuali che vanno dal 23 al 43%. Sui redditi fino ad 80 mila euro lordi si pagherà il 15 per cento e sulla parte che eccede gli 80 mila euro si pagherà il 20 per cento. 

 

Affare o bidone?

 

I dubbi diffusi sull'efficacia della flat tax si sollevano anche in Alto Adige. I segretari generali della Cisl locale Michele Buonerba e Dieter Mayr parlano di possibile salasso per le casse della Provincia. “Le minori entrate alla voce IRPEF ammonterebbero a circa 510 milioni di euro e la riduzione sarebbe del 26%. L’imposta genera entrate per la Provincia per circa 1,94 miliardi di euro, mentre il nuovo sistema le farebbe scendere a 1,43. Una riduzione delle imposte verrebbe probabilmente accolta con scene di giubilo da parte della popolazione locale visto che avremmo un’unica aliquota al 15% per quasi tutti i contribuenti che dichiarano meno di 80.000 euro all’anno”, spiegano i sindacalisti.

La domanda ineludibile è la seguente: “Qualcuno ha considerato cosa accadrebbe in Alto Adige alle uscite per sussidi e servizi che vengono fruiti prevalentemente da quell’ 89% di popolazione che dichiara meno di 35.000 euro di reddito?”. La diretta conseguenza per la giunta provinciale sarebbe quella di “rivedere la spesa sociale e quella sanitaria che assieme rappresentano grosso modo l’attuale gettito dell’IRPEF. La popolazione invecchia e le spese di cura aumenterebbero a carico delle famiglie per importi superiori al taglio fiscale adottato dal Governo. Consideriamo che la sanità altoatesina costa ad ogni cittadino residente 438 euro all’anno in più della media italiana e che la spesa per il sociale supera i 500 milioni, nonostante la proposta di una deduzione di 3.000 euro per ogni famigliare a carico”, sottolineano i vertici della Cisl altoatesina.

Dopo un’inziale euforia dovuta ad un reddito netto più alto potrebbe arrivare la doccia fredda del taglio dei sussidi e dei servizi sul territorio

La riforma in questione viene definita da Buonerba e Mayr “demagogica” e “iniqua”, una “vittoria di Pirro” per i cittadini meno abbienti. Dopo un’inziale euforia dovuta ad un reddito netto più alto potrebbe arrivare la doccia fredda del taglio dei sussidi e dei servizi sul territorio”. Riorma fiscale sì, insomma, ma non a queste condizioni: “In Alto Adige abbiamo un sistema integrativo che, seppur correggibile, permette una migliore redistribuzione del reddito rispetto all’Italia. Noi vogliamo correggerlo e non comprometterlo come avverrebbe con la riforma fiscale contenuta del contratto di governo”.

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Paesano Laivesotto Mi., 23.05.2018 - 14:03

"""“In Alto Adige abbiamo un sistema integrativo che, seppur correggibile..........................,"""".

Una riduzione delle entrate, come ben rappresentato, non necessariamente porta ad una riduzione dei servizi. Credo che l'Amministrazione provinciale debba iniziare una seria riforma strutturale che punti ad una maggiore qualità dei servizi puntando alla riduzione di notevoli sprechi. Un esempio potrebbe essere l'eliminazione DEFINITIVA di sovvenzioni a favore dell' aeroporto......

Mi., 23.05.2018 - 14:03 Permalink